Usa: in un mese cinque suicidi tra gli adolescenti gay. Perché?

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Di Massimo Mele il 3 Ottobre 2010. Nessun commento

Manifstazione gay negli USA

Raymond Chase era un ragazzo allegro e popolare, ma ha deciso di impiccarsi senza una ragione apparente. L’intolleranza contro gli omosessuali può aver contribuito?

“Mi piace ridere, mi piace divertirmi e sono gay”. Sul suo profilo Facebook Raymond Chase non faceva mistero di chi era e di cosa gli piaceva fare, né più né meno di tutti gli altri ragazzi della sua età. Eppure qualcuno è riuscito a togliere la voglia di vivere a Raymond, che si è suicidato mercoledì pomeriggio. Lo studente del secondo anno della Johnson & Wales era un ragazzo popolare ed allegro, e la sua decisione improvvisa di suicidarsi lascia sconcerto e segna la quinta tacca di una escalation di morte che a settembre ha raggiunto le cinque vittime tra gli adolescenti omosessuali.

UN RAGGIO DI SOLE
– Nel pomeriggio di mercoledì, il ragazzo di 19 anni, ha scritto un biglietto ai suoi cari, pieno di affetto e di gratitudine nei loro confronti, ma senza alcuna spiegazione per il gesto che avrebbe compiuto di lì a poco. Quindi si è impiccato nella stanza del suo dormitorio. La polizia di Providence aprirà un’inchiesta, ma se non si troverà qualche prova che come nel caso di Tyler Clementi quello di Raymond più che un suicidio è un bullycide, cioè un caso di bullismo estremo che porta alla morte della vittima, le indagini verranno chiuse. Del resto sebbene la sua famiglia e gli amici siano sconvolti, la migliore amica di Ray e compagna di classe, Ivonne White, con cui il ragazzo trascorreva ogni momento non esita a dire: “C’è qualcosa che voglio dire a tutti di Ray: non è stato mai vittima di bullismo, e nessuno lo ha mai tormentato”. Yvonne descrive il suo amico come un futuro comico, per quanto era spiritoso e divertente. Forse questa era solo la facciata di Ray, che come alcuni dei comici più amati del mondo, nascondeva invece dolore e depressione.

TROPPA SOFFERENZA – Yvonne ipotizza che ci sia una delusione d’amore dietro il suicidio di Raymond: quest’estate lo studente si era confidato parlandole di un sentimento non corrisposto, che ossessionava il ragazzo. La notte prima del suicidio era rimasto alzato a parlare di questo fino alle quattro, ma chi poteva dire che il suo dolore fosse diverso da quello di tanti altri ragazzi? Eppure Ray ha in comune con gli altri quattro studenti suicidi due elementi; l’omosessualità e l’adolescenza. E forse questo in una società in cui solo apparentemente essere gay è accettato, può aver acuito una sofferenza fisiologica. Come afferma lo scrittore David McConnell, che ha appena pubblicato Gay Panic: “In passato, i gay che facevano coming out prendevano questa decisione quando si sentivano intellettualmente temprati per questa esperienza. Ora la metà del mondo sembra affermare che essere gay non è un problema, e l’altra metà continua con l’intolleranza dei vecchi tempi” concludendo: ”E ‘un momento di confusione e di pericolo soprattutto per gli adolescenti che si sentono presi tra due fuochi”.

Articolo di giornalettismo.com del 3 Ottobre 2010

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