Il Presidente russo licenzia il sindaco omofobo di Mosca Yuri Luzhkov

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Di Massimo Mele il 29 Settembre 2010. Nessun commento

da Pink News28 Settembre 2010

Yuri Luzhkov, il sindaco omofobo di Mosca, è stato licenziato dal presidente russo Dmitry Medvedev.

Il signor Luzhkov, che vieta il Gay Pride e ha chiamato gay e le lesbiche “satanici”, ha dovuto combattere per la sua vita politica in queste ultime settimane.
Secondo il decreto presidenziale, il 74enne, anziano membro del partito filo-Cremlino “Russia Unita”, è stato licenziato perché ha perso “la fiducia del presidente della Federazione russa”.
Il licenziamento del signor Luzhkov ha valore immediato. Da lui ancora nessun commento.

E ‘stato sindaco di Mosca dal 1992 e, una volta, era vista come un possibile futuro presidente russo.
Tuttavia, ha perso il sostegno del Cremlino ed è stato accusato di corruzione e anche di aver raso al suolo degli edifici storici a Mosca.

Un canale TV lo accusa di aver canalizzato soldi e affari verso la moglie, un agente immobiliare, che è oggi una delle donne più ricche della Russia.
La partenza del signor Luzhkov sarà accolta positivamente dagli attivisti per i diritti gay a Mosca, che hanno visto i loro piani per il Pride ostacolati per anni.

Dal corrieredellasera.it del 29 Settembre 2010

Medvedev silura il sindaco di Mosca «Ha perso la fiducia del Cremlino»

Destituito Yuri Luzhkov, in rotta di collisione con il presidente. Al suo posto nominato Resin

MOSCA – Dmitri Medvedev licenzia il sindaco di Mosca Iuri Luzhkov, alla guida dell’amministrazione della capitale russa dal 1992. «Ha perso la fiducia del presidente della Federazione russa» riferisce l’agenzia d’informazione Itar-Tass. La costituzione russa consente al presidente di destituire il sindaco della capitale e i governatori regionali se viene a mancare la fiducia del presidente. Medvedev, attualmente in visita in Cina, ha designato Vladimir Resin nuovo primo cittadino di Mosca. Proprio lunedì Iuri Luzhkov, 74 anni, in conflitto con il Cremlino, aveva annunciato di non avere alcuna intenzione di dimettersi dalla carica.

IN ROTTA DI COLLISIONE COL CREMLINO – Potente avversario politico di Medvedev, Luzhkov era entrato di recente in rotta di collisione con il Cremlino, che aveva criticato dicendo che la Russia ha bisogno di un’amministrazione più forte e decisa (un riferimento letto da molto come un avvicinamento al premier Vladimir Putin). Il super-sindaco di Mosca è sposato a Elena Baturina, la donna più ricca di Russia, l’oligarchessa del cemento, terza nella classifica Forbes delle donne più facoltose del mondo e che avrebbe creato il suo impero -dicono i detrattori- proprio grazie alle attenzioni particolari ricevute durante gli anni al potere del marito.

I MOTIVI DEI DISSAPORI – Luzhkov, 74 anni, aveva ribadito anche lunedì di non volersi dimettere, dopo una decina di giorni trascorsi in Austria, che secondo il Cremlino avrebbero dovuto servire al sindaco come «pausa di riflessione» dopo lo scontro aperto con il presidente Medvedev. Il suo siluramento arriva con un anno di anticipo sulla scadenza naturale del mandato, dopo 18 anni ininterrotti di governo, da Ieltsin a Putin, che lo avevano trasformato in uno degli uomini politici russi più potenti, l’ultimo rimasto in sella dopo l’arrivo di Medvedev. I dissidi con il Cremlino sono nati dopo che Luzhkov aveva tentato di dividere il tandem Putin-Medvedev con un articolo sull’organo del governo Rossiskaia Gazeta e aveva sostenuto il progetto di un’autostrada sospeso da Medvedev per le proteste ambientaliste. Ma contro il primo cittadino si erano accumulate negli ultimi tempi sempre più critiche e accuse di corruzione, nepotismo, favoritismo nei confronti della moglie Elena Baturina, l’imprenditrice immobiliare diventata durante i quattro mandati del marito la donna più ricca di Russia. Un altro passo falso di Luzhkov era stato il ritardo con cui era rientrato dalle ferie durante l’emergenza caldo ed incendi dello scorso agosto. Il presidente ha designato il vice di Luzhkov, Vladimir Resin, come sindaco ad interim, ma a breve ci sarà una nuova nomina. Il partito putiniano Russia Unita sta già lavorando alla rosa di nomi da sottoporre a Medvedev e si è detto rammaricato che Luzhkov abbia perso la fiducia del presidente «per errori propri». Nel toto sindaco circolano da tempo i nomi dei vicepremier Serghiei Sobianin, Serghiei Ivanov e Igor Shuvalov, del ministro della protezione civile Serghiei Shoigu, del vicecapo dell’amministrazione presidenziale Aleksandr Beglov e del tesoriere del Cremlino Vladimir Kozhin.

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