Violenti e fondamentalisti. I supporter di Silvio come i seguaci di Bin Laden

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Di Massimo Mele il 9 Maggio 2011. Nessun commento

Le vicende giudiziarie, gli scandali, l’arricchimento personale: niente può incrinare la devozione fideistica degli adepti del PdL e seguaci di Silvio. Urla di giubilo, lacrime agli occhi e sempre pronti a picchiare chiunque osi pronunciare il nome di Silvio invano.
Ora che escono i video dell’ultimo Bin Laden, invecchiato e indebolito nel privato ma sempre giovane e guerriero in pubblico, è difficile non pensare al Berlusconi culo flacido e “più di la che di qua” (come lo descrivono le escort nelle intercettazioni) nel privato e matatore del PdL in pubblico. Chirurgia estetica, capelli finti, scene di isteria pagate (si, proprio come nei funerali del sud italia dove alcune donne vengono pagate per urlare e straziarsi dal dolore), ed accorgimenti scenici ne hanno fatto una divinità … Ma solo per i più ignoranti, per quelli che non leggono mai un giornale e vivono di canale 5 e raiuno, per quelli che nascondono una vita misera e il sogno di diventare come lui: ricco, potente e pieno di donne. Non importa se la sua è una vita triste, non importa se deve pagarle quelle donne così come gli amici che lo circondano. Non importa se nella sua vita tutto ha un prezzo e se la miseria umana lo circonda. I suoi fedeli non sentono ragioni: lui è un Dio e, prima o poi, gli farà il miracolo. Poi un giorno si sveglieranno e scopriranno che l’unico miracolo Berlusconi l’ha fatto alle sue aziende e al suo patrimonio, decuplicato da quando governa in Italia. Speravamo di non dover assistere a tutta questa miseria umana anche in Sardegna, eppure, ad Olbia, i servi si moltiplicano. Un articolo della Nuova Sardegna.

Tifo da stadio tra politica e barzellette

Un contestatore lo chiama «ciarlatano»: schiaffeggiato da un supporter

OLBIA. Assistere a un comizio di Berlusconi in mezzo alla torcida dei suoi supporter è quasi un’esperienza mistica. Scene di delirio collettivo a metà strada tra la liquefazione del sangue di San Gennaro e la curva sud che ribolle dopo un gol nel derby. Il sacro che si confonde con il profano, la politica con la barzelletta, il miracolo con la patacca. E il risultato è sempre lo stesso: tanti applausi e una devota ammirazione che nulla sembra scalfire. Processi e scandali tritati e digeriti come nulla fosse.
Mai una voce contraria. Perché se accade ci pensano gli stessi fan del Cavaliere a zittirla in malo modo. A Olbia come a Milano. Proprio come è accaduto ieri sera a un isolato contestatore che, temerario, nella gabbia dei leoni ha gridato «Ciarlatano, vergogna! Vattene dalla nostra terra». Prima ha incassato uno schiaffo da un supporter, poi è stato identificato dagli agenti della Digos.
Fa caldo e nelle ultime file della sala si suda da matti. Accalcati qui non ci sono candidati o dirigenti di partito, solo ragazzi qualunque e famiglie con il vestito buono della festa. Si ride e si canta, si sventolano le bandiere e le magliette, si sfoggiano le minigonne e i tacchi a spillo. «Me ne succedono di tutti i colori – dice Berlusconi e racconta subito una storiella, per rompere il ghiaccio – una giornalista giovane e bella durante un’intervista mi ha detto di voler essere invitata al bunga-bunga. Mi ha anche detto di aver appena lasciato il fidanzato di 38 anni perché troppo vecchio. Le ho chiesto: e io allora cosa sono? Lei mi ha risposto che sono un mito e i miti non hanno età».
Già al momento dell’apparizione, nella sauna del Geovillage, si capisce che la giornata è propizia e tira aria di miracolo. Quattro corsie per la Sassari-Olbia e altre quattro per la Olbia-Palau, ci sono strade, traghetti e promesse per tutti. E giù applausi. Qualunque problema è già stato risolto o lo sarà domani. Una pacchia, proprio quello che la torcida vuole sentire. Potere dell’incantesimo, anche il dramma dei lavoratori Meridiana è solo un ricordo. Ancora applausi e tutti a cantare «Meno male che Silvio c’è». E lui è proprio lì. I suoi fan lo possono vedere e quasi toccare, dopo il comizio si può fare una foto ricordo. Lo aspettano sin quando non sale in macchina per raggiungere l’aeroporto. A Milano lo aspetta un fastidioso processo in tribunale. «I pm vogliono sapere di un tale Mills che neppure conosco – sibila rabbioso prima di lasciare il palco – è surreale».

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