Uomo, donna o unisex? In un quartiere di Berlino si sperimentano i bagni per trans

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Di Massimo Mele il 12 Marzo 2013. Nessun commento

Partirà a breve, in fase sperimentale, la creazione di un terzo bagno negli edifici pubblici “Unisex-Toilet”, il bagno per le persone transessuali e per gli “indecisi”.

Immagine tratta da bild.de

Su proposta del partito dei Pirati (Piraten Partei), il parlamentino di Friedrichshain-Kreuzberg, quartiere di Berlino con una maggioranza di sinistra, ha approvato la creazione di un terzo bagno per tutti coloro che non si sentono nè uomo nè donna. Il progetto è stato sostenuto anche dalla SPD, dai Verdi (Grünen) e dal partito di Sinistra (Linkspartei). Scontato il no della CDU di Angela Merkel che l’ha considerato “superfluo” visto anche il basso numero delle persone che ne usufruiranno. L’iniziativa può far sorridere, eppure se pensiamo alla polemica della Gardini, ex parlamentare PdL, contro Vladimir Luxuria per l’utilizzo del bagno delle donne a Montecitorio, forse non è poi così strana.
La fase sperimentale del nuovo bagno pubblico durerà circa tre mesi, fino al 1° Giugno. In seguito le “Unisex-Toiletten” saranno create in tutti gli edifici pubblici più frequentati, come gli uffici comunali, le biblioteche e le scuole del quartiere. Al momento il progetto tecnico delle toilette “unisex” è in fase di studio: probabilmente ospiteranno sia WC che orinatoio, oltre a un piccolo spogliatoio all’ingresso.
L’iniziativa sui bagni pubblici rientra in un vasto programma di lotta alla discriminazione ed all’omofobia che anche in Germania è un grosso problema e non accenna a diminuire. Persino Berlino, che conta un sindaco gay e una comunità GLBT fra le più forti d’Europa, deve fare i conti con una montante omofobia.
Secondo una recente ricerca realizzata dall’Università Humboldt, l’omofobia è in crescita tra i giovani e gli studenti. La maggioranza dei 787 intervistati, di età compresa tra gli 11 ed i 13 anni di età, ha dichiarato di utilizzare le parole “Schwul” (froscio) e “Lesbe” (lesbica) come un’offesa. Un atteggiamento che, sostiene il rapporto, deriverebbe dall’educazione degli stessi insegnanti. E non mancano episodi di bullismo legati a doppio filo con l’identità sessuale delle vittime.
Per questa ragione, i Pirati e la Linke hanno fatto promulgare nei mesi scorsi un elaborato piano d’azione, nell’intento di scardinare le discriminazioni fin dall’infanzia. Un progetto che promuove l’educazione alla diversità seguendo il modello già introdotto – con successo – in alcuni istituti a Mitte e Pankow, due quartieri cittadini. E che potrebbe coinvolgere, in vista del prossimo anno scolastico, anche i libri di testo, su cui, secondo i promotori, «il concetto di famiglia dovrà essere rivisto e allargato».
Il dibattito è apertissimo, e coinvolge anche altri aspetti della società tedesca. Quello giudiziario, ad esempio: alcuni gay conservano le proprie fedine penali “sporche” dopo essere stati pizzicati dalla polizia, quaranta e cinquant’anni fa, ad amoreggiare con il proprio partner, quando ancora atteggiamenti di questo tipo venivano considerati un reato (il paragrafo 175 è stato cancellato solo nel 1994). Questo “affronto morale”, come l’ha definito Klaus Born, che si sta battendo per l’abolizione del pregiudizio e per l’approvazione di un “diritto all’oblio” relativo a casi di questo genere, è un’eredità che il paese si porta dietro dall’epoca nazista.

Fonti bild.de, linkiesta.it

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