Sassari, storie di ordinario razzismo

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Di Massimo Mele il 18 Novembre 2010. Nessun commento

manifestazione contro il razzismo a Sassari

Un senegalese, dopo aver rischiato di investire un cagnolino nel centro storico, scende dall’auto e chiede scusa. Ma i proprietari della bestiola non si accontentano delle scuse e lo aggrediscono. Il giovane di colore però ha mani grosse e coraggio: affronta i due e li mette in fuga. Poco dopo la coppia torna armata di bastoni per chiudere la partita. Anche questa volta l’extracomunitario non si perde d’animo: schiva bastonate e parte all’attacco. La zuffa viene interrotta dalla polizia che alla fine denuncia uno degli aggressori per resistenza

di Luigi Soriga, La Nuova Sardegna

SASSARI. I fatti sono questi: fallito pestaggio di un senegalese in via Battisti e una mancata spedizione punitiva contro una famiglia di extracomunitari sempre al centro storico. Il primo episodio risale a domenica sera, il secondo a lunedì. Come leggerli, invece, è tutta un’altra storia. Perché il confine tra intolleranza e predisposizione alla rissa, o tra razzismo e litigiosità di condominio, può essere malleabile.

E’ domenica sera, un giovane senegalese sta uscendo dal parcheggio. E’ in fase di retromarcia, i riverberi delle luci non aiutano la visibilità. Dietro di lui, infatti, due persone passeggiano con un cagnolino al guinzaglio. Il senegalese non se ne accorge e la bestiola sta per finire formato sottiletta. Fortunatamente il proprietario batte i pugni sul finestrino e il conducente schiaccia immediatamente il freno. Il cane scodinzola ignaro. Il senegalese, invece, scende dall’auto. È un armadio a tre ante, ma dai modi gentili: «Mi dispiace, ma non vi avevo visto». Ma le scuse non bastano. I due lo insultano. L’extracomunitario però non si intimorisce, e risponde a muso duro alle minacce: «Vi ho chiesto scusa, che altro volete da me?».

Arrivano gli spintoni e poi l’aggressione. Solo che il senegalese ha buoni riflessi e mani pesanti e i due devono battere in ritirata. Però ritornano poco tempo dopo, ancora più temerari, e con in mano dei bastoni. Niente da fare, il senegalese schiva, disarma, e parte al contrattacco. Nel frattempo via Cesare Battisti si sveglia dal letargo. La gente si affaccia alle finestre, qualcuno avvisa il 113. E infatti, da lì a poco, una pattuglia arriva al centro storico.

I poliziotti riescono a salvare in tempo i due aggressori: il senegalese, infatti, stava avendo ancora una volta la meglio. Però uno dei due sassaresi ci resta male. Perché invece di immobilizzare l’extracomunitario, gli agenti fermano proprio lui: gli chiedono le generalità, fanno domande su come sia scoppiata la lite, e sembrano capire subito che, nonostante il vincitore del match fosse lui con verdetto unanime, da un punto di vista legale il senegalese rimaneva pur sempre la vittima dell’aggressione. I poliziotti cercano di calmare il sassarese. Ma lui reagisce male, si divincola, non vuole seguirli in questura, li ricopre di insulti.

A questo punto la sua posizione si aggrava, e scatta la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. La passeggiata col cane non poteva finire peggio.

L’altro episiodio, invece, si verifica all’interno di un condominio. Alcuni inquilini non vanno d’accordo con una famiglia di extracomunitari. Li considerano particolarmente maleducati, specialmente uno di loro ha modi di fare indisponenti. Prima c’è la fase degli avvertimenti, poi si passa al regolamento di conti. I maschi di casa decidono di fare una visita di cortesia. Il problema è che sbagliano pianerottolo e obiettivo. Così, un professore che abita nel piano di sopra, in piena notte sente il portoncino d’ingresso preso a spallate, e poi aprirsi con violenza.

Quattro energumeni entrano con fare non troppo amichevole. La sorpresa però è reciproca: il padrone di casa è basito-imbufalito per quella visita inaspettata, il commando è meravigliato dal pallore di quell’uomo: o era diventato bianco per la paura, oppure avevano sbagliato piano. Però, dato che il padrone di casa protestava troppo vivacemente, allora qualche spintone e uno schiaffo gliel’hanno regalato lo stesso. Il professore ha presentato denuncia al comando dei carabinieri.
(18 novembre 2010)

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