Ratzinger confonde celibato con orientamento sessuale per condannare i gay

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Di Massimo Mele il 23 Novembre 2010. Nessun commento

“L’omosessualità non è conciliabile con il ministero sacerdotale, perche’ altrimenti anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso” sostiene Ratzinger nel suo libro intervista “Luce del mondo”. Forse per giustificare il divieto al sacerdozio per le persone omosessuali, o per l’ostinazione con cui il Vaticano continua ad attaccare i diritti di gay e lesbiche e a sostenere i paesi che condannano l’omosessualità financo con la pena di morte. Comunque sia la frase non ha alcun senso. Celibato, nel lessico cattolico, si riferisce all’impegno di un membro del clero di vivere senza contrarre matrimonio. Implicito, in questo, il voto di castità, ossia l’impegno a non avere rapporti sessuali. Che c’entra l’orientamento sessuale con gli impegni che uno decide di assumere per diventare prete? Assolutamente niente. Etero o gay, un ecclesiastico, in quanto tale, deve astenersi da qualunque rapporto sessuale, per quanto questo “sia contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto (riformulazione di una frase estrappolata dal libro di Ratzinger)”. Cosa cambia se l’uomo è etero o gay? In teoria niente, in pratica tutto. Con questa affermazione Ratzingar riduce l’omosessuale ad un essere incapace di determinanrsi e di attenersi ad una scelta di vita così come invece riesce ad un eterosessuale. Non un giudizio sull’atto sessuale quindi, così come vorrebbe il catechismo, ma sulla persona omosessuale, incapace, per via del suo stato, di astenersi dal sesso e dal matrimonio. Si tranquillizzi caro Pontefice, dal matrimonio ci dobbiamo astenere comunque, visto che sarebbe impossibile il contrario. E dal sesso, bè, come mal ci riescono i preti eterosessuali altrettanto male ci riusciranno quelli omosessuali, dove sta la differenza?

Massimo Mele

Omosessualità contro natura, ma i gay vanno rispettati

“Avevo concepito quel discorso come un lezione strettamente accademica, senza rendermi conto che il discorso di un Papa non viene considerato dal punto di vista accademico, ma da quello politico”. E’ uno dei passaggi più intensi e significativi del libro intervista del Papa, che torna sul suo discorso pronunicato a Ratisbona nel 2006. “Luce del mondo”, scritto con il giornalista tedesco Peter Seewald, è stato presentato questa mattina nella Sala stampa vaticana.

A Ratisbona – Seewald, a proposito del celebre intervento di Benedetto XVI all’ateneo di Ratisbona che provoco’ una grave crisi nei rapporti con l’Islam, chiede al Pontefice: “Quel discorso è stato poi catalogato come il primo errore del suo pontificato. Lo fu veramente?”. Il Papa ammette di non aver valutato le conseguenze “politiche” del suo discorso. “Tuttavia – aggiunge il Pontefice a proposito del suo intervento – dopo tutte le cose terribili accadute e per le quali non posso non addolorarmi molto, ha sortito effetti positivi”.

Dialogo con l’Islam – “Durante la mia visita in Turchia – spiega ancora il Pontefice – ho potuto dimostrare di avere rispetto per l’Islam, che lo riconosco come una grande realta’ religiosa, con la quale bisogna dialogare. E così da quella controversia è scaturito un dialogo veramente molto intenso”. Il Papa afferma anche che l’Islam deve chiarire, da parte sua, due questioni: “quella del suo rapporto con la violenza e con la ragione”. Quindi Ratzinger giudica postiviamente che in ambito islamico si sia aviato un dibatito su questi punti.

L’omosessualità: distinguere peccato e peccatore – Per il Papa “rimane qualcosa che e’ contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto”. Il Pontefice spiega: “Se qualcuno presenta delle tendenze omosessuali profondamente radicate – ed oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite oppure se nascano invece con la prima fanciullezza – se, in ogni caso, queste tendenze hanno un certo potere su quella data persona, allora questa è per lui una grande prova, cosi’ come una persona può dover sopportare altre prove”.

Rispetto per i gay – Il Papa poi invita al rispetto verso gli omosessuali e sottolinea che le persone omosessuali “non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze”. Ma poi aggiunge: “L’omosessualità non è conciliabile con il ministero sacerdotale, perche’ altrimenti anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso”.

Nessuno sconto – “Durissimo è invece sul tema degli abusi sessuali commessi da ecclesiastici sui minori e critica – più o meno con le parole del card.Schoenborn che tante polemiche hanno suscitato, ritardi e coperture nella gestione del caso di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo. “Purtroppo – afferma nel libro-intervista presentato oggi in Vaticano – abbiamo affrontato la questione solo con molta lentezza e con grande ritardo. In qualche modo era molto ben coperta e solo dal 2000 abbiamo iniziato ad avere dei punti di riferimento concreti. Era necessario avere prove certe per essere sicuri che le accuse avessero un fondamento”. Negli abusi sessuali e nei casi di pedofilia dei preti, a partire dagli anni Sessanta, dice il Papa, si era dimenticata la necessita’ di punire, applicata invece fino agli anni Cinquanta.

Danni collaterali – In proposito, il Papa ammette di capire quanti lasciano la Chiesa cattolica per protesta dopo lo scandalo della pedofilia. “Penso naturalmente in primo luogo – confida – alle vittime stesse. Posso capire che a loro riescadifficile credere ancora che la Chiesa sia fonte del bene, che essa trasmetta la luce di Cristo, che essa aiuti a vivere. E anche altri, che pure hanno solo questa percezione negativa, non riescono più a vedere l’insieme, quello che è vivo nella Chiesa. Tanto più essa deve impegnarsi affinché questa grandezza e questa vitalita’ tornino ad essere visibili, nonostante tutta la negatività”.

In lotta col Demonio – Il Papa sulla coincidenza tra l’emergere dello scandalo pedofilia e l’anno sacerdotale: “E’ immaginabile che il diavolo non riuscisse a sopportare l’anno sacerdotale e allora ci ha scaraventato in faccia il sudiciume. Ha voluto mostrare al mondo quanta sporcizia c’e’ anche proprio tra i sacerdoti”, aggiunge Benedetto XVI, dicendosi certo che “queste terribili rivelazioni siano state alla fine un gesto della Provvidenza, che ci mortifica, che ci costringe a ricominciare di nuovo”.

Giudizio universale – Nel libro il Papa spiega che vi sarà un autentico giudizio universale, che pertanto non va inteso solo a livello simbolico, e dice di sperare che l’unificazione della Chiesa in Cina, divisa tra ufficiale e clandestina, possa avvenire durante il suo pontificato, mentre matura sempre piu’ il contesto per un incontro col patriarca di Mosca.
Successo planetario La prima edizione del volume “Luce del mondo” scritto da Papa Ratzinger con il giornalista tedesco Peter Seewald, è virtualmente esaurita. Anche se il libro è in vendita da oggi, 50 mila copie sono state subito diffuse e le prenotazioni raccolte consentono di mandare in stampa già la priossima settimana la seconda edizione.

Da rainews24 del 23 Novembre 2010

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