Omofobia: la “natura” dell’ignoranza

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Di Massimo Mele il 14 Dicembre 2010. 1 Commento

Pubblichiamo una lettera apparsa oggi sulla Nuova Sardegna del sig. Satta Maniga, che fa seguito ad altre sue lettere, sempre di condanna dell’omosessualità e di esaltazione del machismo sessista berlusconiano, e la risposta di Massimo Mele, presidente del Movimento Omosessuale Sardo:

Cresciamo i nostri figli secondo le leggi di natura

Violenza in famiglia

Sono davvero commosso nel vedere che la lettrice Maria Paola Curreli, (mi pare di capire mia collega-docente) mi segua con tanta attenzione e senta di rispondere alle mie «sollecitazioni di altissimo livello culturale». Ne sono lusingato.
Poi però alla commozione, segue – purtroppo! – un moto di tristezza profonda interiore nel leggere che per la signora, madre di adolescente, è ininfluente il sesso di chi s’innamorerà il figlio o la figlia! Io – da padre e da docente – sento questa risposta come una concausa della rovina della nostra società.
Ecco come crescono i nostri figli, ma ciò non significa affatto istigazione alla omofobia bensì indicare loro le regole.
Ho avuto studenti omosessuali (più o meno evidenti) e li ho stimati e apprezzati.
Con qualcuno continuo anche ad avere contatti per avere uno scambio di idee sempre interessanti.
Ma se una mamma afferma: «Preferirei che mio figlio o mia figlia iniziassero una relazione con una persona che amano» non indicando ai propri figli le regole e gli steccati – previsti, badate bene!!, dalla natura e non certo dalle norme – mi domando “come possono crescere questi ragazzi? Senza regole!
La signora – poi – afferma (un po’ demagogicamente!) che «soffrirebbe a scoprire l’omofobia, il razzismo o la disponibilità a prostituirsi coi potenti di turno per un posto in tv o per un buon voto all’esame».
La lettrice – inoltre – si augura che i figli non incontrino a scuola «docenti che basano i loro ragionamenti sulla Bibbia o il catechismo e non sulla scienza».
Forse però ignora due cose semplici semplici:
1. Che – è vero che anche in natura – ci sono accoppiamenti tra animali dello stesso esso, ma sono modi di sottomissione al gruppo di una stragegia fortemente gerarchizzata come quella animale (dai quali noi ci differenziamo per la razionalità!)
2. La scienza è stata più volte annientata dalla legge morale che – kantianamente parlando – portiamo dentro. La scienza tenta – spesso maldestramente e cocciutamente! – di spiegare ciò che è inspiegabile.
Infine – da educatore – ho potuto imparare moltissimo da figure come don Giussani che ha dedicato tutta la vita all’educazione dei ragazzi, mentre – sinceramente – non ho molta stima di altri sacerdoti che – affiancando ragazzi socialmente borderline – invece di riportarli sulla retta via, abbiano assecondato le loro stravaganze!

P.S. Ho notato due cose:
– La lettrice si definisce “ex cattolica”. Da questa definizione esplode tutto l’astio degli “ex”. Non ho ancora trovato nessuno che possa parlare bene di uno status rispetto al quale si ritiene “ex”.
– Poi chiama con la sola iniziale “B.”, il nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quasi schifata di doverne scrivere il nome per intero.
Anche questo rivela il fatto di essere prevenuta verso una personalità istituzionale che può anche non piacere. Ma anche il peggiore di noi ha diritto di essere chiamato per nome.

Di Emanuele Antonio Satta Maniga

Omofobia: la “natura” dell’ignoranza

La lettera del sig. Satta Maniga “Cresciamo i nostri figli secondo le leggi di natura” permette di comprendere appieno il disagio e la sofferenza di molti adolescenti omosessuali e non solo. Il termine “natura” è spesso utilizzato in maniera impropria da esponenti religiosi incapaci di trovare motivazioni convincenti a sostegno delle loro teorie sessiste ed omofobe. Teorie che sono alla base di emarginazione e sofferenze, suicidi di adolescenti, pedofilia, che nell’80% dei casi avviene in famiglie eterosessuali e nelle parrocchie, violenza e stupro sulle donne. Il sig. Satta Maniga non solo confonde la sua convinzione religiosa con la Natura, ma evidenzia una concezione fortemente autoritaria e maschile dell’educazione dei figli, incentrata sull’imposizione di “regole e steccati”, con un forte disprezzo dei sentimenti e, quindi, della stessa felicità dei figli. Arriva persino a bollare come “concausa della rovina della nostra società” il desiderio, di una madre per il proprio figlio, di una vita ricca di amore, a prescendire dal sesso del partner.
Ho sempre pensato che compito di un genitore fosse l’educazione al rispetto ed alla responsabilità per uno sviluppo consapevole della personalità nell’ottica di una piena realizzazione e della felicità dei propri figli. Così come ritengo che l’imposizione di modelli culturali e comportamentali, ovvero un’educazione intesa solo come trasmissione di regole e paletti derivanti da convinzioni personali, sia la causa prima del disagio adolescenziale e della deriva violenta e razzista della nostra società. I figli non sono soldati, nè discepoli di una setta religiosa da indottrinare ma persone che hanno bisogno dell’amore e, sopratutto, del sostegno della propria famiglia nel difficile percorso di formazione della propria identità.
In un’altra lettera, sempre il sig. Satta Maniga, esortava la Chiesa a difendere Berlusconi per la sua infelice frase “meglio guardare le belle ragazze che essere gay”, asserendo che, a prescindere dalla forma, rispecchiava la posizione della Chiesa in materia di sessualità. Considerato che la suddetta battuta venne pronunciata in riferimento al caso della minorenne Ruby, dovremmo forse pensare che la Chiesa condanna l’omosessualità ma approva lo sfruttamento di prostitute minorenni da parte di anziani danarosi?

Di Massimo Mele, Movimento Omosessuale Sardo

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