No ai matrimoni gay, no all’aborto, no alle donne in politica: Habemus Papam!

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Di Massimo Mele il 14 Marzo 2013. Nessun commento

Con il nome di Francesco è stato eletto ieri Papa il vescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. E’ considerato come un rigido custode della morale cattolica.

L’argentino 76enne Jorge Mario Bergoglio, capo dei gesuiti e vescovo di Buenos Aires, è stato eletto ieri, alla quinta votazione, con una maggioranza di almeno due terzi dei cardinali presenti al Conclave, come nuovo capo della Chiesa cattolica. La tanto auspicata svolta nel Vaticano sembra esserci solo a metà. Di sicuro hanno pesato più gli scandali economici dello IOR e gli intrighi nella curia romana dell’aspetto sociale e dell’odio che per anni ha dominato le parole di Ratzinger e del Vaticano.
Il matriomonio gay “Non è solo un disegno di legge ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio”, scrisse Bergoglio ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires nel 2010, quando il parlamento argentino si apprestava ad istituire il matrimonio per persone dello stesso sesso. “E’ l’invidia del Demonio che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio” disse, esortando i preti ad entrare in “guerra”, con la preghiera, contro i senatori che avrebbero votato la legge nel mese successivo “Questa guerra non è vostra, ma di Dio“. Parole che risuonano più come una chiamata alle armi che come un invito a portare la parola di Dio. Netta la denuncia di una delle principali associazioni omosessuali cilene che in un comunicato non risparmia nulla al nuovo Pontefice: “Ancora una volta – si legge in un comunicato – la Chiesa pone a capo del Vaticano a un promotore dell’odio verso la diversità sociale e una figura del riferimento dell’omofobia e del disprezzo delle minoranze sessuali“.
Parole non meno felici ebbe l’argentino verso le donne. Nel 2007, l’allora arcivescovo di Buenos Aires, in riferimento alla candidatura di Cristina Kirchner, attuale presidente dell’Argentina, rilasciò questa dichiarazione: “Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l’uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell’uomo, ma niente più di questo”. E pesa anche l’invito del cardinale argentino a non votare candidate favorevoli all’aborto. Pratica che considera deplorevole anche quando la gravidanza è il frutto di una violenza sessuale, come ebbe modo di esternare nel 2010 quando attaccò il sindaco di Buenos Aires che cercava di regolamentare gli aborti necessari dopo uno stupro. Sarà per questo che sia la presidente argentina che quella brasiliana, Dilma Rousseff, hanno salutato con freddezza l’incoronazione di Bergoglio a capo della Chiesa apostolica romana.
E sul nuovo Papa anche un’accusa pesante, quella di essere stato in qualche modo colluso con la dittatura mlitare argentina che fu responsabile dello sterminio di 9 mila persone e per aver denunciato, forse non direttamente ma soltanto togliendo loro la copertura dei gesuiti, due preti ai militari.
Comunque sia, Francesco si è presentato al mondo in maniera umile e spoglio di quelle ricchezze terrene in cui la Chiesa sembra aver perso la sua verginità. Anche questo è un passo avanti, seppure piccolo. Speriamo ora che Francesco abbassi i toni e smetta di propagandare odio contro gay e lesbiche come fece il suo predecessore, non abbiamo bisogno di altri fanatici ma di profeti di amore e di speranza.

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