“Lui è una Modella” il Modello Versatile come un Coltellino Svizzero

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Di Massimo Mele il 23 Marzo 2011. Nessun commento

Zeit Magazine Cover

E’ salito all’undicesimo posto nella classifica dei modelli più richiesti del momento. Il suo nome è Andrej Pejic, un ragazzo di 19 anni di origini serbo croate che grazie al suo aspetto particolarmente androgino è diventato uno dei fenomeni delle principali settimane della moda 2010/ 2011.

Scritturato sia da ateliers di haute couture che dalle case di Menswear, Pejic, come riportato dalla rivista tedesca Zeit Magazine, incarna a 360 gradi il concetto di dissoluzione dei confini estetici culturalmente percepiti come maschili e femminili.

Da quando l’industria della moda ha cominciato a chiedersi “Chi è quella ragazza bionda?” durante gli show maschili nel Giugno 2010, Andrej diventa sempre più il ragazzo copertina per il trend androgino o gender trend. I suoi lunghi capelli platinati ed i tratti piacevolmente femminili hanno attirato l’attenzione di fotografi del calibro di Steven Meisel e  Mert Alas and Marcus Piggott.
Il primo lavoro di Andrej nel fashion system è stata la copertina del settantasettesimo numero della rivista Australiana Oyster magazine nel 2008.
Zeit Magazine dedica al giovane Modello/a un’intervista, del quale presentiamo una parte, assieme alla copertina  del suo ultimo numero firmata da Juergen Teller, presentando un’intestazione che tradotta in italiano dice “Lei è un modella”:

ZEITmagazin: Mister Pejic, si sente più un uomo o una donna?
Andrej Pejic: A volte mi sento più maschile e a volte più femminile. Molti credono che io sia una ragazza ma io mi sento entrambi. Al momento mi sento molto a mio agio così.

ZEITmagazin: Quando hai scoperto il tuo lato femminile?
Pejic: Quando ero molto piccolo ed attirato nell’armadio di mia madre. Fintanto che sei un bambino tutti pensano “che carino”. Fù solo quando sono cresciuto che ho realizzato che c’è solo una sottile linea che divide  ragazzi e ragazze.

ZEITmagazin: E dopo non è stato più “carino”?
Pejic: No, non era per niente OK quel giocare con le bambole e indossare del make-up. Nell’età tra   gli otto e i dodici anni ci sono stati momenti dove ho cercato disperatamente di essere un vero ragazzo. Ma non ha funzionato molto bene.

ZEITmagazin: Sei nato in Bosnia, subito dopo la guerra, e hai vissuto in Serbia fino all’età di otto anni. Questo non mi pare un contesto molto favorevole per la scoperta interiore della propria sessualità ed identità. . .
Pejic: La Serbia è, e non era per niente un paese molto tollerante. Ma sono sempre stato un bambino “carino” che poteva essere facilmente perdonato. I momenti più duri sono arrivati quando sono cresciuto. Sono molto riconoscente verso mia madre che ci ha protetti durante quel periodo difficile.

ZEITmagazin: Quando hai iniziato ad interessarti alla moda?
Pejic: Ho iniziato a leggere fashion magazines fin da piccolo e adoro comprare vestiti. Ma non ho mai sognato una carriera come modello.

ZEITmagazin: hai lavorato come modello per un anno fino ad oggi. Come sei stato scoperto?
Pejic: vendevo frutta in un mercato a Melbourne. Un signore si avvicinò per acquistare delle fragole e mi chiese se volevo passare presso la sua agenzia dopo il lavoro.

ZEITmagazin: Senza sapere che tu non eri una donna?
Pejic: Lo hanno scoperto più tardi presso l’agenzia, ma questo ha solo acresciuto il loro interesse.

ZEITmagazin: Al momento sei l’unico modello famoso a sfilare sia per menswear che per woman’s wear. Quando è stato la prima volta che sei stato scritturato per una passerella femminile?
Pejic: Ho fatto da modello per qualche marchio austialiano ma il primo grande show è stato per Gaultier per le sfilate di Haute Couture a Parigi a Gennaio 2011. C’è voluto un pò di tempo prima che le persone pensassero che fossi anche capace di sfilare per passerelle femminili. All’inizio pensavano non avessi il corpo più appropriato, ma a quanto pare, ce l’ho.

ZEITmagazin: C’è qualche differenza nel momento in cui sfili per show maschili o femminili?
Pejic: la moda femminile è più esigente. Dipende da come cammini e come ti muovi. Per le sfilate maschili devi solo andare.

ZEITmagazin: riesci quasi ad interpretare entrambi i ruoli nella tua testa?
Pejic: so cosa gli altri si aspettano da me. Come donna sono sensuale e sexy, come uomo sono più . . . piatto.

ZEITmagazin: Essere uomini significa essere “piatti”?
Pejic: Quando si parla di moda . . . si.

ZEITmagazin: Come si relazionano con te i tuoi colleghi modelli?
Pejic: Sono corretti e carini. Non sono i miei migliori amici ma neanche scortesi nei miei confronti. Alle sfilate maschili sono solitamente quello più femminile. Ma anche i modelli più mascolini sono a loro agio con questa mia caratteristica.

ZEITmagazin: Come ti vesti normalmente?
Pejic: Indosso sia abiti maschili che femminili, ma sembrare meglio vestito come donna è meno dispendioso. Buoni abiti maschili sono più costosi.

ZEITmagazin: Indossi anche abiti femminili?
Pejic: Se vedo abiti che mi piaciono si, li indosso. Non ho problemi con questo. Indosso anche tacchi alti.

ZEITmagazin: Make-up?
Pejic: Non molto. Non sono una drag queen e non mi voglio trasformare in qualcun’altro. Voglio rimanere naturale.

ZEITmagazin: Quando esci in tacchi alti e un uomo ti offre un drink quando gli dici che non sei quello che loro pensano tu sia?
Pejic: Mi offrono tanti drinks, e non ho mai portato nessuno a casa senza prima informarli che non sono una donna. Ma non è una cosa importante per molti di loro. Mi offrirebbero un drink comunque.

ZEITmagazin: Ti piacciono uomini o donne?
Pejic: Mettiamola cosi: l’amore non conosce barriere.

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