La sindaca, la medica, la dottora «Ciò che non si nomina non esiste»

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Di Massimo Mele il 21 Novembre 2010. Nessun commento

La commissione Pari Opportunità di Sassari

Appuntamento giovedì alle 17.30 nella Sala Sassu del conservatorio

SASSARI. La sindaca, l’avvocata, la magistrata, la chirurga. Suona bizzarro, ma si dice così. Lo sostiene la commissione comunale alle Pari Opportunità, che stamattina, in una conferenza stampa, ha presentato “Il linguaggio: la violenza di negare alle donne di esistere”. Il convegno si terrà a Sassari il 25 novembre alle 17.30 nella Sala Sassu del Conservatorio. La data non è casuale: giovedì prossimo si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Interverranno Luciana Tufani, fondatrice del Centro documentazione donna di Ferrara, e Luigi Matt, docente di Storia della lingua italiana nell’Università di Sassari. «Sappiamo che di solito, per parlare di violenza sulle donne, si elencano i numeri impressionanti dei femminicidi – ha detto la presidente della commissione Maria Antonietta Sale – ma questa volta abbiamo scelto un approccio diverso: abbiamo scelto di partire dall’origine». Perché, come insegna la neurolinguistica, il linguaggio è la radice del pensiero, una sorta di griglia che filtra la realtà e ne influenza la percezione da parte dei parlanti.

Ma il passaggio dalla verità scientifica all’uso pratico non è automatico: è raro leggere “la medica” al posto del “medico” “la segretaria di Stato Hillary Clinton” al posto del “segretario di Stato Hillary Clinton”. Tutto questo, nonostante siano passati 23 anni dalla pubblicazione del trattato “Il sessismo nella lingua italiana” di Alma Sabatini. Un’opera sollecitata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla commissione nazionale per le Pari Opportunità. Ma a distanza di anni, poche persone, e certamente poche donne, ammettono l’uso di “direttora, dottora, professora”. Un po’ perché manca l’eufonia, un po’ perché si tende a considerare la lingua come un blocco immutabile, e non come un organismo vivo e in costante evoluzione, pronto a prendere in prestito parole nuove dai gerghi e dalle lingue straniere. «Ma è proprio l’eufonia che offre il pretesto alla discriminazione», continua Maria Antonietta Sale.

Il ragionamento è semplice: non si nomina ciò che non esiste e, di conseguenza, non esiste ciò che non viene nominato. All’organizzazione dell’evento collaborano anche le associazioni Noi donne 2005, Arci, Acos e Fidapa.

da Sassarinotizie

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