Jerzu. L’assessore Piras risponde all’Agesci “Ascoltate la vostra base”

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Di Massimo Mele il 11 Maggio 2012. Nessun commento

L’assessore del comune di Jerzu, Gianluigi Piras, risponde alla lettera che l’Agesci ha spedito al sindaco “sforzatevi anche voi come noi, un po di più, di conoscere l’opinione dei vostri scout”

In una lettera aperta ai Presidenti nazionali Agesci, Gianluigi Piras riprende un documento firmato da circa 400 capi scout sul tema dell’omosessualità e della decisione assunta dal comune di negare gli spazi in mancanza di una presa di distanza dalle dichiarazioni omofobiche di alcuni dirigenti. Di seguito la lettera integrale

Agesci, omosessualità, Comune di Jerzu: quando il “popolo” è più illuminato dei propri “governanti”.

Lettera aperta ai Presidenti nazionali Agesci.

Spero che su questo “caso” sia stata fatta un pò più di chiarezza: nulla contro gli scout e i capi agesci, nulla contro il lavoro indispensabile che gli associati portano avanti tra le nostre comunità proprio nella direzione della non discriminazione.

Il punto è sempre stato, per quanto ci riguarda, non l’aspetto meramente formale della questione (che si trattasse di “linee guida” o meno); il punto è sempre stato che i vertici nazionali dell’Agesci, si sono limitati a chiarire la qualità formale del seminario di studi ma MAI in nessun comunicato sono voluti entrare nel merito della questione per chiarire la propria posizione per poi dissociarsi dalle gravissime affermazioni di alcuni suoi relatori.

Per questa ragione a Jerzu diciamo no a chi non si impegna contro l’omofobia, per questa ragione aderiremo al gay pride, per questa ragione istituiremo i registri per le unioni civili, per questa ragione faremo qualunque tentativo per sensibilizzare ed informare la nostre gente.

La conquista storica dei diritti nella storia dell’umanità, è sempre passata da battaglie che, per il lungo, paziente e faticoso impegno che le ha contraddistinte, anche attraverso il sacrificio di vite umane, non potevano e non possono non passare anche dallo schierarsi in maniera netta da una parte o dall’altra, poiché diversamente, dietro il continuo voler “riflettere”, “approfondire”, “interrogarsi”, per arrivare sempre alla conclusione che “non si ritiene di avere una risposta preconfezionata”, si rischia di non essere utili agli uomini e alle donne di questo paese; se cosi non fosse stato, forse oggi avremmo ancora una Chiesa che brucia “le streghe”, o avremmo ancora la schiavitù o, per stare ai tempi più recenti, alle nostre donne non sarebbe riconosciuto il diritto al voto o avremmo ancora la pena di morte.

Dopo aver letto un lungo comunicato dell’ordine degli psicologi della lombardia che, in riferimento a quanto espresso all’interno del seminario dell’agesci, scrive:

“in quanto psicologi e psicoterapeuti condanniamo ogni tentativo di patologizzare l’omosessualità, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce una ‘variante naturale del comportamento umano’”, “il consiglio di riferirsi allo psicologo dell’età evolutiva per il semplice fatto che un ragazzo scout si dichiari omosessuale significa dare per scontato che il ragazzo o la famiglia non abbiano le risorse per far fronte e gestire un orientamento sessuale non maggioritario visto come qualcosa di problematico in sé”,

la mia maggiore soddisfazione arriva quando apprendo e leggo un comunicato di quasi 400 capi scout dell’Agesci che, intervenendo a titolo personale ( ma nulla toglie al fatto che siano capi scout dell’agesci) , riferendosi all’omosessualità e alla polemica degli ultimi giorni scrivono:

“Nessun articolo del nostro Statuto, del nostro Patto Associativo, del nostro Regolamento né del nostro Regolamento metodologico opera discriminazioni in questo senso. Manifestiamo il nostro più completo disappunto per le modalità con le quali il giornalista ha riportato i contenuti del documento pubblicato sul sito AGESCI selezionando e generalizzando solo le dichiarazioni rilasciate a titolo personale dai relatori più radicali, quando avrebbe dovuto render conto anche delle più miti posizioni dei capi stessi, che hanno preso parola a conclusione dell’incontro e che chiudono l’ultimo capitolo del documento.”

Continuano i quasi 400 capi scout:

“Tuttavia, ci duole constatare da un lato che il seminario non sia stato adeguatamente pubblicizzato attraverso gli ordinari canali comunicativi dell’Associazione, al fine di consentire la più ampia partecipazione vista l’estrema rilevanza del tema, e dall’altro che, negli atti del seminario, che abbiamo letto con interesse ed attenzione, l’omosessualità sia definita uno “specifico problema”, evidenziandone un’accezione prettamente negativa. “

In particolare, non possiamo fare a meno di prendere le distanze dall’intervento di Padre Compagnoni, il quale, tra un luogo comune e l’altro, definisce l’omosessualità come “problema educativo”, e sottolinea il rischio che da essa possa derivare una testimonianza problematica. Non ci riconosciamo neppure nell’affermazione secondo la quale, a priori, sarebbe sconsigliabile il coming out del capo omosessuale”

“L’Associazione, forse in preda allo stesso perbenismo e agli scrupoli del politicamente corretto che purtroppo rappresentano una deriva della nostra società, ha assunto una posizione troppo tiepida nel suo comunicato stampa affidato al sito istituzionale, e siamo addolorati che a tutt’oggi non abbia invece condannato fermamente l’immagine distorta che l’articolo del 4 maggio offre del nostro movimento, dei principi che lo caratterizzano e del nostro fare educazione nell’umiltà. “

Ecco, questa è la vera agesci che conosco, questa è l’agesci migliore, se non altro più coraggiosa e orgogliosa dei propri dirigenti.

Cari Sig.ri Presidenti del Comitato nazionale Marilina Laforgia e Matteo Spanò, per riprendere le espressioni da voi usate nella  lettera che avete inviato al mio Sindaco, “conoscere, comprendere, agire di conseguenza, è il percorso che gli scout usano”, sforzatevi anche voi come noi, un po di più, di conoscere l’opinione dei vostri scout, comprendete fino in fondo e agite di conseguenza, con lo stesso orgoglio, con la stessa determinazione per amor di verità, perché ognuno di noi “non può non interrogarsi con metodo, costanza e onestà intellettuale”.

Con stima

Gianluigi Piras

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