Il TAR azzera la giunta “maschile” di Cappellacci

Home » featured » Il TAR azzera la giunta “maschile” di Cappellacci

Di Massimo Mele il 3 Agosto 2011. Nessun commento

Un nuovo terremoto scuote la politica regionale. Dopo il clamore dell’uscita dal Pdl del governatore, il Tar dichiara che la Giunta è illegittima: la sua composizione non rispetta le “quote rosa”. Cappellacci ha accolto con serenità la decisione dei giudici: “Le sentenze si rispettano, sarò lieto di uniformare la Giunta ai criteri indicati”. Il ricorso era stato presentato dalle donne dell’opposizione, guidate da Francesca Barracciu che commenta: “Giustizia è fatta”.

Il Tar di Cagliari ha azzerato la Giunta regionale: le donne non sono rappresentate. Dopo il terremoto che ha colpito il Comune di Roma, adesso tocca al Governo della Regione sarda. L’annuncio è stato dato in Consiglio da Giulio Steri, in quota Udc.

CAPPELLACCI – “Le sentenze si rispettano”. Così, il presidente Ugo Cappellacci ha commentato la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale che ha annullato i decreti di nomina dell’Esecutivo. “Nella prima Giunta ho nominato per scelta politica e per convinzione diverse donne”, ha aggiunto il presidente nel ricordare anche i numerosi ruoli ricoperti da figure femminili nell’amministrazione e negli enti regionali. “Sarò lieto, pertanto, di poter uniformare la composizione della Giunta ai rilievi del Tribunale Amministrativo Regionale”.

IL RICORSO – L’azzeramento della Giunta regionale sarda ha acceso i lavori del Consiglio regionale. “La Giunta non è titolata a stare oggi sui banchi del Consiglio – ha detto Barracciu – è azzerata per la grave irregolarità e lesione dei diritti delle donne”. Davanti alla presidente dell’Assemblea regionale, Claudia Lombardo, siede solo il presidente, Ugo Cappellacci, e nessun assessore.

LE REAZIONI – Francesca Barracciu, commenta: “Giustizia è fatta. Il Tar ha annullato la giunta di soli uomini. Sono felice per la Sardegna e per tutte le donne”.

LOMBARDO – Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale , plaude “come donna e presidente dell’Aula alla lungimiranza della sentenza del Tar Sardegna in materia di equa rappresentanza fra i generi nella Giunta regionale”. “Questa decisione – prosegue Lombardo – colma un deficit di democrazia in quanto trova finalmente piena applicazione il dettato dell’articolo 51 della Costituzione. Un articolo fondamentale che viene così affermato nella sostanza, e non più solo nella forma, fissando il principio che l’equa rappresentanza non è una questione di genere, ma un problema di qualità della nostra democrazia. Di fatto in ragione della sentenza emessa dal Tar, la scarsa presenza delle donne non deve più esistere sia nelle istituzioni regionali, così come in ogni altro settore della società sarda”. “Oggi si aprono nuovi orizzonti nell’Isola verso la strada del raggiungimento di una effettiva parità fra i generi – conclude la presidente dell’Assemblea regionale – fornendo la medesima opportunità a donne e uomini che potranno finalmente confrontarsi, in politica come nelle istituzioni, sul piano delle qualità e capacità individuali senza steccati e limitazioni”.

IL PD – “Una vittoria di cui gioire e festeggiare, un monito su cui riflettere per tutti i partiti e le istituzioni nei vari livelli, di cui si deve fare tesoro per l’immediato futuro”. Questo il commento delle parlamentari del Partito democratico, Amalia Schirru e Caterina Pes, sulla sentenza del Tar “che obbliga alla presenza delle donne nella giunta regionale”. “Una vittoria non solo per le donne, escluse totalmente dall’esecutivo sardo e per il rispetto delle pari opportunità, ma per tutti i cittadini e per la democrazia. Dopo l’azzeramento nel luglio scorso della giunta romana – concludono Pes e Schirru – arriva questo segnale importante anche per la nostra Regione. Ora, dal presidente Cappellacci ci aspettiamo l’immediato azzeramento della Giunta”. Il segretario regionale del Pd, Silvio Lai attacca: “Dopo la sentenza del Tar Sardegna, Cappellacci e la sua maggioranza devono fare solo una cosa per il bene dei sardi: rassegnare le dimissioni. E’ l’ennesima conferma di quanto sia inadeguata la maggioranza, ormai a pezzi, che governa la Regione”.

LA PROVINCIA
– Graziano Milia, presidente della Provincia di Cagliari, commenta: “Superando il concetto di quote rosa, finalmente i tribunali amministrativi giudicano direttamente applicabile l’articolo 51 della Costituzione, senza necessità di ulteriori riferimenti negli statuti delle singole amministrazioni. Riceviamo con soddisfazione la sentenza del Tar. Insieme ad altri rappresentanti della Provincia di Cagliari, come l’assessore del Bilancio, Laura Pulga e la consigliera, Rita Corda, abbiamo a suo tempo sottoscritto il ricorso che ha portato a questo importante risultato”.

SEL – “La sentenza del Tar Sardegna sulla Giunta Cappellacci è un atto di straordinaria importanza: è la fine del Medioevo in Sardegna e apre finalmente la strada a un percorso di reale democratizzazione delle nostre istituzioni”. Lo ha dichiarato il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Michele Piras. “Cappellacci e il centrodestra hanno ormai palesemente fallito su tutti i fronti. E’ ora che ne prendano atto e – conclude Piras – compiano un gesto semplice e dignitoso: dimettendosi e restituendo rapidamente la parola ai sardi”.

IL PRECEDENTE L’esponente del Pd Francesca Barracciu aveva presentato il ricorso alla seconda sezione del Tar della Sardegna, sostenendo che nella composizione della giunta regionale non erano state rispettate le quote rosa nell’assegnazione dei vari assessorati. Tesi che è stata accolta dal collegio presieduto da Rosa Panunzio. Lo scorso 15 luglio anche il Tar del Lazio aveva azzerato la giunta del Comune di Roma per il mancato rispetto della rappresentanza femminile imposta dallo Statuto.

Fonte Unione Sarda

Pubblica un commento