Il conte di Cavour era frocio?

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Di Massimo Mele il 13 Marzo 2011. Nessun commento

Repubblica dedica un articolo al pezzo dello scrittore Francesco Gnerre, pubblicato sul nuovo numero di Pride, sul “risorgimento gay”.

Il conte di Cavour era frocio? Se lo chiede il mensile Pride che dedica un dotto articolo al Risorgimento gay. Purtroppo esistono solo vaghe notizie sulla vita privata dell´augusto scapolone, e tutte probe. Eppure di una sua eventuale passione per gli uomini favoleggia il molto divertente Un´avventura galante del conte di Cavour di F. Tripeleff, pubblicato nel 1992. Tutto qui? Non proprio. Ci si chiede: come è possibile che tra i Mille di Garibaldi, per esempio, non si formassero coppie di innamorati, come del resto si immaginano Maurizio Micheli, (Garibaldi amore mio) o Giorgio Ansaldo (Sangue garibaldino). In tempi di assoluta vergogna per l´omosessualità, pare certo che almeno un padre della patria trovò il coraggio di scriverne, e fu Luigi Settembrini, autore di I neoplatonici, piccolo romanzo rimasto inedito per cent´anni, per non infangare la memoria del patriota. Pubblicato per la prima volta nel 1977 con una nota di Giorgio Manganelli, racconta di Callicle e Doro che nell´antica Grecia decidono di godere “a sorso a sorso tutte le dolcezze” omo, descritte con esattezza porno. In omaggio ai 150 anni dell´Unità d´Italia e al suo lato gay, il libriccino viene ripubblicato adesso a cura di Vincenzo Palladino che nell´amore neoplatonico vede adombrato il legame tra Settembrini e il patriota Silvio Spaventa, suo compagno di carcere per 8 anni.

Fonte repubblica.it

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