Il censimento 2011 apre alle coppie gay

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Di Massimo Mele il 21 Gennaio 2011. Nessun commento

L’Istat fa sapere: nei questionari sarà presente la barra dei “conviventi dello stesso sesso”

Lo scrive Maria Novella De Luca in un articolo pubblicato da Repubblica. Per la prima volta in Italia, chi vorrà definirsi “coppia” con una persona dello stesso sesso, ossia due uomini o due donne legati tra di loro da un vincolo affettivo ma non da un vincolo matrimoniale, potrà farlo. Potrà cioè dichiarare di essere una coppia gay. Una coppia

Da raccontare e fotografare, esattamente come tutte le altre forme di relazione o convivenza, nel nuovo censimento della popolazione che metterà sotto la lente d’ingrandimento della statistica 60 milioni di cittadini italiani e 25 milioni di famiglie. E affinché non ci siano equivoci, come già avvenuto nel passato (nel 2001 era già presente una domanda simile ma poi i dati vennero elaborati con un’altra definizione) la coppia “convivente dello stesso sesso” sarà nei questionari ben distinta da coppie di fratelli o sorelle (legami parentali), ma anche da altri tipi di relazione, come ad esempio due amici o un’anziana e la sua badante convivente. Per questo sarà prevista una domanda ad hoc, alla fine del questionario, dove si potrà dichiarare di essere “altra persona coabitante senza legami di coppia, parentela o affinità”.

Un cambiamento di rotta a 360 gradi, come da tempo chiedevano buona parte delle associazioni omosessuali. Anche se questo non significherà un “censimento della comunità gay”, non saranno cioè i numeri ad essere significativi, quanto la fotografia di una realtà fino ad ora non “riconosciuta” tra le forme di coppie esistenti.

Spiega Carlo D’Ippoliti, ricercatore di Economia Politica all’università La Sapienza, che già un anno fa aveva lanciato un appello perché l’Istat non dimenticasse, anche nel 2011, le coppie gay: «Mi sembra che l’Istituto di Statistica abbia fatto un ottimo lavoro, perché con questo tipo di formulazione, ossia coppia convivente dello stesso sesso, non ci possono essere equivoci. È un messaggio di parità, e anche la presa d’atto che in Italia ci sono sempre più forme di famiglie, e di famiglie di fatto. I risultati però, bisogna dirlo, saranno parziali: non saranno molte le coppie omosessuali che dichiareranno di esserlo, soprattutto nei piccoli centri. Ma potrebbe essere un punto di partenza, e poi ciò che conta è che la domanda sia stata inserita».

Da Giornalettismo.com

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