Il caso gay, ora nell’IDV è rissa

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Di Massimo Mele il 19 Ottobre 2010. Nessun commento

Alessandro Cresci

Scambio di accuse tra gli aspiranti segretari su favoritismi per parenti o partner

Congresso Idv, è guerra aperta. Dopo le polemiche sulle accuse omofobe al candidato Alessandro Cresci, l’avversario Fabio Evangelisti lo accusa di aver copiato il programma «dal Pd e da internet». Di più: «Via gli omofobi dal partito», dice Evangelisti, ma l’accusa che veniva fatta a Cresci su Iltribuno.com era di «familismo, per aver indicato tesoriere il suo compagno». Cresci ribatte: «Copiato? Ho citato fonti, molti dei contributi sono di nostri iscritti. E Evangelisti non ha detto nulla quando è stata eletta suo moglie coordinatrice delle donne Idv». Al congresso Idv scordatevi il fair play e il politically correct. Fabio Evangelisti, commissario uscente del partito e candidato contro Alessandro Cresci per i vertici toscani, parte all’attacco del suo avversario, bollandolo di «immaturità e irresponsabilità politica» per il polverone scatenato sulla vicenda dei commenti omofobi. Certo, rimane la solidarietà a Cresci per la lettera che parlava di un «partito di checche», rivolto a quello fiorentino guidato da Cresci. Non per quelli invece arrivati sul Tribuno.com, di cui Evangelisti dà una versione diversa: «L’accusa era di familismo», cioè aver fatto eleggere come tesoriere il proprio compagno senza aver detto che lo fosse. Per il resto, è guerra aperta. Anzi, a Google aperto.

È attraverso il motore di ricerca che Evangelisti ha scoperto che la mozione di Cresci per la segreteria fiorentina «è la copia della stessa di due anni fa», e quella per la segreteria regionale «è copiata da internet». Cioè Evangelisti accusa Cresci di avere cannibalizzato testi (soprattutto) del Pd, di Micromega, dell’ufficio tecnico della Camera, l’Ansa, giuristi democratici, Quotidiano.net e un’altra decina di fonti.

La sala conferenza dell’hotel Michelangelo non è strapiena, ma il clima è di grande tensione. Evangelisti parte da lontano, e prima di arrivare al «copia incolla» si difende dalle accuse di Cresci che lo aveva accusato di aver manifestato in ritardo la sua solidarietà per i commenti omofobi. «Nella riunione di venerdì scorso del partito Cresci parlò solo genericamente di clima omofobo, per questo ho chiesto di abbassare i toni dello scontro ribadendo che il nostro è un partito laico e tale rimarrà, e non l’ho salutato freddamente, gli ho stretto la mano e dato una pacca sulla spalla». Poi, alle «5,27 di mattina» del giorno dopo, racconta Evangelisti, gli arriva la lettera di Cresci in cui cita il «partito delle checche» e chiede ad Antonio Di Pietro di prendere provvedimenti. «Un atto interno» nota Evangelisti, convinto che il partito debba espellere l’autore della lettera.

Ma non la pensa così sulla vicenda de Iltribuno.com «scoperta leggendo il Corriere Fiorentino, sempre quella mattina. L’anonimo Enrico da Pisa pone un problema chiaro: non dice che non ti devi candidare perché non hai detto che sei gay, ma parla di familismo» attacca Evangelisti. Esegesi del commento di Enrico da Pisa a parte, il punto nodale è che l’anonimo accusa Cresci di non aver dichiarato che il suo compagno «ci risulta essere anche stato il suo tesoriere nella passata gestione provinciale, tuttora è il referente provinciale dei tesseramenti. Scoprirlo a posteriori ci ha lasciato il dubbio della affidabilità sulla persona o sulla sua ricattabilità politica». «Fu Cresci a proporre il nome del suo compagno, chiamo a testimone l’ex segretario Giuliano Fedeli, io non sapevo che lo fosse e non trovai niente da dire tuona Evangelisti Per carità, niente di penale nè di illegale: solo un problema di opportunità politica. Ma dato che cita il familismo nella sua mozione, ci vorrebbe un po’ di coerenza politica». E se Cresci ha tirato fuori queste accuse dal sito, il suo è un «gesto della disperazione», insomma ha capito di stare per perdere, gettando però «un’ombra di omofobia sul partito». Ecco, l’«irresponsabilità».

«Familismo? Il mio compagno è stato eletto e votato da Fedeli ed Evangelisti, era tesoriere del regionale mentre io ero al provinciale ribatte Cresci Ma perché invece Evangelisti non ha detto nulla quando sua moglie è stata eletta coordinatrice delle donne? Lo disse che non era politicamente opportuno?». Entrambi gli incarichi, è bene precisarlo, sono da volontari.

Uno scontro, visto così, solo personalistico: invece per Evangelisti le «citazioni» di ampi brani presi da documenti del Pd nella mozione di Cresci sono il vero problema politico. «Il problema del nostro rapporto col Pd, da subalterni o meno». Ovviamente, Cresci sarebbe subalterno. «Per piacere: citiamo sempre la fonte ribatte Cresci altre citazioni arrivano dai nostri consiglieri nel territorio, che certo lavorano con i partiti dell’alleanza: e fanno approvare anche nostre proposte».

martedì 19 ottobre 2010 , di Corriere fiorentino

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