Il bue dice cornuto all’asino: USA critici con l’Italia sui diritti umani

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Di Massimo Mele il 9 Aprile 2011. Nessun commento

Come lo scorso anno, nel rapporto annuale del dipartimento di Stato americano sui diritti umani nel mondo è presente un capitolo fortemente critico sull’Italia.

“Il governo italiano rispetta in generale i diritti umani dei suoi cittadini anche se vi sono problemi con la lunghezza delle detenzioni pre-processuali, la lunghezza eccessiva dell’iter giuridico, la violenza contro le donne, il commercio di persone, gli abusi nei confronti di omosessuali, zingari e altre minoranze”. Così nel rapporto 2010 del dipartimento di Stato americano.

Nel rapporto pubblicato negli scorsi giorni, i temi rimangono gli stessi ma con un peggiornamento della situazione “In primo piano i tempi troppo lenti della giustizia italiana e l’eccessivo ricorso al carcere preventivo. Poi la violenza sulle donne e i maltrattamenti ai danni dei gay, le lesbiche i rom e le altre minoranze” .

Secondo il rapporto i diritti umani non godono di particolare salute nel mondo. Dalla Cina alla Russia passando per l’Est europeo si moltiplicano i casi di corruzione e violazione continua dei diritti umani fondamentali. In Russia, dice il rapporto, il governo ha calpestato le libertà di espressione, di riunione e di associazione, mettendo in stato di fermo alcuni oppositori, e continua a fare pressione su alcune organizzazioni non governative, i mezzi d’informazione indipendenti, alcune minoranze religiose, i sindacati autonomi e l’opposizione politica. In Bielorussia, dopo le elezioni presidenziali del dicembre 2010, le autorità hanno attuato un giro di vite contro gli avversari, arrestando oltre 700 di loro e perquisendo gli uffici e le abitazioni dei membri dell’opposizione e degli affiliati ai mezzi d’informazione indipendenti e a organizzazioni non governative. In Cina vi sono stati assassinii ed esecuzioni senza processo, prolungate detenzioni illegali in prigioni segrete, torture sistematiche, minacce nei confronti di scrittori e giornalisti dissidenti. Un pò quello che succede normalmente in Israele con la complicità degli USA che, ricordiamolo, prevedono, in diversi Stati, la pena di morte per i minorenni e le persone con handicap fisico e mentale. Infatti la Cina ha reagito accusando a sua volta gli Stati Uniti di usare i diritti umani come “strumento politico per interferire negli affari interni di altri Paesi, diffamare le altre nazioni e perseguire i propri interessi strategici”. Il Consiglio di Stato cinese ha diffuso l’undicesimo contro-rapporto sulle violazioni dei diritti umani negli Usa, in cui denuncia le restrizioni alla liberta’ di stampa e di espressione, le intercettazioni telefoniche a tappeto e il monitoraggio di Internet avviati dopo gli attentati dell’11 settembre. Inoltre, sottolinea il contro-rapporto, sono in aumento gli abusi di potere e i reati violenti. “Ma gli Usa sorvolano o addirittura coprono e lampanti violazioni sul loro territorio”, si legge nella nota d’accompagnamento del Consiglio di Stato. E non dimentichiamo la pena di morte per i minorenni e le persone con hadicap fisico e mentale in vigore in diversi Stati USA.

Un centro di detenzione per migranti

I principali problemi dell’Italia, sul fronte della tutela dei diritti umani – leggiamo nel rapporto – sono la lunghezza dei tempi della detenzione preventiva, prima del processo, l’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari, le violenze contro le donne, il traffico di esseri umani e rapporti di atteggiamenti negativi e molestie e maltrattamenti nei confronti dei gay, delle lesbiche, dei rom e di altre minoranze”.

Sul sistema giudiziario italiano. “Secondo osservatori indipendenti, analisti e magistrati i ritardi accumulati sono dovuti al grande numero dei processi, alla mancanza di rimedi extra-giudiziari, all’insufficiente e inadeguata distribuzione degli uffici e delle risorse economiche, inclusi i giudici e gli impiegati di cancelleria”.

E sul nostro sistema penitenziario: “Molti centri di detenzione italiani rispondono agli standard internazionali, sebbene alcune carceri siano gravemente sovraffollate e antiquate”.

Citando i dati forniti il 30 novembre dal ministero della Giustizia italiano, il rapporto ricorda che sono 69.155 i detenuti in Italia che vivono in un sistema penitenziario adeguato a ospitarne 44.066. Inoltre, sottolinea il rapporto, “alcune prigioni, soprattutto le piu’ vecchie, mancano di spazi all’aperto o dove fare esercizio fisico e di un’adeguata assistenza medica”.

Infine il dato che allarma piu’ di tutti il Dipartimento di stato Usa, e’ quello della carcerazione preventiva: “A settembre circa il 54% della popolazione carceraria stava scontando la sua pena, mentre il 43% era in attesa di processo”. Come nel caso di Bruno Bellomonte, attivista politico sassarese in carcere da due anni senza alcuna prova e accusa specifica, aggiungiamo noi.
Citando una ricerca indipendente, il rapporto ricorda che tra gennaio e novembre 2010, sono morti 160 detenuti, di cui 61 suicidi. “Secondo le denunce – osserva il Dipartimento di Stato – solo un piccolo numero di queste morti sono state il risultato di abusi o negligenze da parte di agenti di custodia carceraria”. Il rapporto cita infine l’opera di Antigone, l’organizzazione non governativa che si batte a favore dei diritti dei detenuti.

Fonte TMNews, AGI, Rainews24, Repubblica.it,

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