I fratelli musulmani sono davvero un pericolo?

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Di Massimo Mele il 18 Febbraio 2011. Nessun commento

Il portavoce del partito islamico aveva affermato che l’omosessualità rappresentata tutto ciò al quale l’Egitto è contrario

I fratelli musulmani sono il nuovo fantasma che si aggira per il Medio Oriente. Si teme che dopo la caduta di Mubarak un loro arrivo al potere possa trasformare l’Egitto in un nuovo Iran. Le loro affermazioni sui gay sembrano confermare questi timori: dopo la proiezione del film “The Yacoubian Building” avevano chiesto di cancellare ogni scena di amore omosessuale perchè contrastava con i valori egiziani. Uno dei tanti esempi che mostra la loro intolleranza verso la comunità LGBT. Il sito Queer.de si chiede se la situazione per gli omosessuali egiziani possa migliorare o peggiorare con la loro, eventuale, ascesa nel Paese che si è appena liberato del suo trentennale dittatore.

OMOFOBIA MAGGIORITARIA
– Quando il regime di Mubarak aveva condannato in un processo di massa 52 uomini per i loro orientamenti sessuali deviati, i fratelli musulmani avevano subito dato ragione al governo così tanto odiato da loro. All’epoca il portavoce del partito islamico aveva affermato che l’omosessualità rappresentata tutto ciò al quale l’Egitto è contrario. E quando il partito musulmano chiede il rispetto dei diritti umani, rimarca sempre come questi non valgano per la comunità LGBT. Ma le dichiarazioni omofobe dei fratelli musulmani sono purtroppo la rappresentazione della maggioranza degli egiziani. Secondo un sondaggio dell’istituto americano Pew del 2007, solo l’1% della popolazione dell’Egitto si dichiara disponibile ad accettare i gay. Un grado estremo di omofobia anche in corrispettivo agli altri Paesi della regione: in Giordania la percentuale sale al 6%, in Libano al 18. Certo, sempre lontanissimo dalla tolleranza europea.

DESTABILIZZAZIONE POSSIBILE – Rimane però il pericolo di una destabilizzazione del Paese, ed una difficile organizzazione per le altre forze di opposizione al regime. Nel caso in cui la costante mancanza di beni alimentari colpisse ancora la popolazione, il partito islamico potrebbe diventare il portavoce del movimento di protesta. Secondo le analisi demoscopiche il gruppo principale che sostiene i fratelli musulmani sono gli elettori a reddito bassissimo o quasi nullo, che posseggono poco altro oltre alla loro fede religiosa. La fratellanza musulmana è stata fondata nel 1928, poco dopo la fine del mandato britannico. All’epoca le parole d’ordine erano la cancellazione dell’alcolismo e della prostituzione introdotte dal regime coloniale. Anche l’espulsione degli ebrei era uno degli slogan principali del movimento. La giovane guardia dei Fratelli musulmani è però più orientato al modello turco dell’AKP, il partito di Erdogan ora al potere, piuttosto che all’edificazione di una dittatura islamica. In Turchia l’AKP si è distanziata da tempo dal fondamentalismo musulmano, e non ha particolari problemi neppure con l’omosessualità, che è legale a differenza che negli altri Paesi della regione.

POSSIBILE EVOLUZION
E – Un’eventuale trasformazione dei fratelli musulmani in un partito simile all’AKP turco sarebbe il miglior risultato per la comunità LGBT egiziana. In questo modo i partiti religiosi non diventeranno mai difensori dei diritti dei gay, ma, un po’ come succede in Europa coi partiti popolari, evitano che gli elettori ispirati ai valori delle religioni monoteiste sostengano forze fondamentaliste, la cui opposizione all’omosessualità è radicale e radicata. Le due condizioni perché questo avvenga sono però una situazione economica stabile e un sistema democratico efficiente, ed entrambi non sono assicurati in questo momento. Senza questi presupposti la situazione per i gay e le lesbiche egiziane continuerà a non essere per niente positiva.

Da giornalettismo.com

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