I cattolici contro i diritti di gay e lesbiche: rinunciamo agli aiuti umanitari

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Di Massimo Mele il 30 Dicembre 2011. Nessun commento

Meglio morire di fame che rinunciare a perseguitare gay e lesbiche. E’ questa la posizione delle Chiese cattolica e anglicana nelle nazioni africane dove l’omosessualità è considerata un reato punito con il carcere o con la pena di morte. Un odio tanto profondo, quello verso le persone omosessuali, che in nessun caso può essere giustificato dalla religione o dalla fede. L’orrore della violenza e dell’odio, fino all’omicidio vero e proprio, giustificati da una croce insanguinata che assomiglia sempre di più a quella uncinata dei nazisti.

Quello che segue è un articolo sul tema del sito di news Vatican Today:

LUSAKA – Sta suscitando non pochi malumori nelle Chiese cristiane in Zambia la decisione dell’Amministrazione americana di utilizzare gli aiuti economici come strumento di pressione sui Paesi che discriminano le persone omosessuali. La decisione – riferisce l’agenzia Cns – è stata annunciata dal Segretario di Stato Hillary Clinton nei primi giorni di dicembre ad appena un mese da una dichiarazione analoga del Premier conservatore inglese David Cameron. Un’iniziativa giudicata inaccettabile dalla Conferenza episcopale zambiana (Zec). “Gli aiuti umanitari non possono essere condizionati dalla promozione dell’immoralità”, ha dichiarato il portavoce dei vescovi, padre Paul Samasumo. Dello stesso tenore il giudizio di altri leader cristiani che hanno invitato il governo zambiano a non cedere a simili pressioni. “Come nazione non possiamo andare in questa direzione, perché è indecente e mina le basi morali della società. Dobbiamo rimanere una nazione cristiana” anche a costo di rinunciare agli aiuti, ha dichiarato il rev.do Gibson Nyirendra, portavoce del Consiglio dei vescovi pentecostali. Per il vescovo John Jere, Presidente della “Zambia United Christan Action” è scandaloso che i Paesi occidentali continuino ad usare gli aiuti allo sviluppo per costringere altri Paesi ad accettare pratiche contrarie alle loro tradizioni. Il Governo zambiano guidato dal neo-presidente Michael Sata, cattolico, ha comunque assicurato che non cederà alle pressioni per modificare le politiche sui diritti degli omosessuali. Quella dei leader cristiani zambiani non è l’unica voce critica che si è levata in Africa sulla questione. Una posizione analoga è stata espressa in questi giorni dal card. cardinale tanzaniano Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-Es-Salaam, nel suo messaggio per il 50° anniversario dell’indipendenza della Tanzania. Va ricordato che in molti Paesi africani l’omosessualità è considerata un reato che in alcuni casi viene punito anche con pene molto severe.

Fonte news.va

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