Giulia, una donna nata a 35 anni.

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Di Massimo Mele il 13 Aprile 2012. Nessun commento

Nicolas cambia sesso: «Ero in trappola nel corpo di un uomo» La storia. Il dramma dell’adolescenza, il matrimonio e poi la riscoperta della vera identità.

Giulia, sulla porta della sua casa di Riola [FOTO DI ALESSANDRA CHERGIA

Giulia è nata da quattro mesi, ma ha già compiuto trentacinque anni. Ha cominciato a mostrarsi quando Nicolas era piccolo e indossava di nascosto i vestiti di mamma. Ha continuato a scalciare, dentro un corpo maschile, quando Nicolas è diventato grande e si è fidanzato con una ragazza romana. È sempre stata presente, anche il giorno in cui Nicolas si è scambiato gli anelli con una donna del Nuorese. E proprio lei, Giulia l’indomabile, ha fatto finire quel matrimonio dopo meno di cinque mesi. Ora è venuta fuori.

LA STORIA. Giulia ha i capelli lunghi e ricci, un’ombra di barba sotto il mento e un corpo naturalmente femminile. Vive a Riola, ma in paese le uscite sono limitate all’ essenziale. Di Nicolas è rimasta solo la passione per la fotografia che si è trasformata in un lavoro. «Io sono sempre stata Giulia, la donna che era in me bussava alla porta di continuo. Ogni volta che passavo davanti a una vetrina, di fronte a uno specchio, quando parlavo con le amiche. Non potevo più scacciarla». Per trentacinque anni, in realtà, è stata respinta. «È rimasta rinchiusa dentro un armadio e ha avuto pochissime ore d’aria».

LA NUOVA VITA. La rivoluzione (solo estetica) è avvenuta la notte di San Silvestro: «Ho messo gli abiti femminili e mi sono presentata alla festa di Capodanno. Nessuna strana reazione. Tanti occhi addosso, ma niente offese o segni di intolleranza». Da quattro mesi la vita è cambiata: Nicolas è un fantasma che si ripresenta ogni volta che mamma lo chiama, perché quel nome femminile lei non lo vuole proprio accettare. «Giulia è il nome di una figlia che non ho mai avuto. E che non potrò mai avere». Internet e gli incontri sui social network hanno offerto l’ancora per non affondare. «Ho acquisito una certezza: qualcuno lassù, confezionando le anime, ha sbagliato il pacco. Ha spedito la mia dentro il corpo di un uomo. Non è una questione di sessualità, ma di genere».

LA SFIDA. «Quando ero piccola andavo d’accordo soprattutto con le compagne. Qualcuno mi prendeva per gay, ma io ho sempre avuto storie con le ragazze». Durante una passerella di fronte allo specchio si fa la scoperta: «Ho messo i vestiti di mamma e mi sono resa conto che era quella la mia dimensione». Qui comincia il calvario: «La notte pregavo di risvegliarmi donna. Ma non succedeva mai».A vent’anni, il Nicolas che fu, confessa agli amici di essere bisex. «A 24 sono scappata a Roma: speravo di riuscire a essere me stessa, ma non è stato facile. E infatti mi sono innamorata di una donna. Ero attratta solo dalla sua femminilità, non è stato un vero amore». Qualche mese dopo un’altra disavventura. «Appena ha scoperto di avere in casa una transessuale, il mio coinquilino mi ha sbattuto fuori».

IL MATRIMONIO. Tutto accade nel 2009, ma cinque mesi dopo la storia è già conclusa. «Il momento peggiore della mia vita. Speravo di avere un figlio: inconsciamente cercavo una responsabilità per rimanere uomo. Ma Giulia era sempre in agguato. La mia ex moglie sapeva che c’era una donna dentro di me, ma sperava che tutto finisse. Quando ho cercato il suo aiuto mi sono trovata sulla strada come un vecchio frigorifero».

LA FUGA E LA FELICITÀ. «Nel 2010 sono scappata a Perugia e ho lavorato in una trattoria per pochi mesi. Nicolas ha iniziato a morire in questo momento. Ho pianto per cinque giorni e ho deciso di celebrare il funerale dell’uomo che portavo addosso. Avevo due possibilità: aprire il fornello e suicidarmi o spalancare la porta e iniziare la nuova vita. Ho scelto la seconda e sono felice. Ho iniziato la dieta e il cambiamento, tra poco seguirò anche la terapia ormonale. Per ora tutte le curve sono naturali».

Nicola Pinna

Rassegna stampa: articolo dell’Unione Sarda del 28 Marzo 2012

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