Fiducia, canguro, emendamenti. Monica Cirinnà risponde a Di Battista e ad altre bugie

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Di Massimo Mele il 19 Febbraio 2016. Nessun commento

monica_cirinnaNei giorni scorsi abbiamo assistito a diversi deliri sulla votazione in corso al Senato del disegno di legge sulle Unioni Civili. Dopo l’ostruzionismo in commissione, le manifestazioni di piazza e la sordida campagna contro la GPA (il cd utero in affitto), sostenuta anche da alcune femministe e persino da alcuni omosessuali (che sarebbe meglio chiamare “uominisessuali”) come Aurelio Mancuso, l’impasse di mercoledì causato dalla decisione del M5S di non votare il “canguro”. Panico nel PD e fra le associazioni GLBTQ ma anche nella popolazione comune in gran parte favorevole alla legge. I parlamentari grillini, nel difendersi dalle accuse di sabotare la legge per puro tatticismo parlamentare, hanno scaricato tutto sulla mancanza dei numeri del PD, inchiodato dalla presenza, anche numerosa, di bigotti cattolici fra le sue fila. Tutto vero, se non fosse che questa informazione è di dominio pubblico da anni e che la maggioranza che sostiene il Governo non è la stessa che dovrebbe sostenere la legge. Proprio per questo non è stato fatto un decreto legge ma si è scelta la via più difficile e lunga della proposta di legge parlamentare. Il comportamento dei grillini è certamente lecito, anche in considerazione del fatto che si trovano all’opposizione e che è nel loro diritto mettere quanti più sgambetti possibile al Governo. Ma il punto è: perchè non sono stati chiari dall’inizio? Perchè hanno atteso l’arrivo in Senato per lasciare libertà di coscienza e la mattina della votazione per esplicitare il loro no al “super canguro”? Azioni, queste, che pongono seri dubbi sulla tenuta della maggioranza parlamentare che dovrebbe sostenere il ddl ma che, nel “segreto del voto segreto”, potrebbe giocare più di uno scherzetto.

dibattista_repubblicaMa entriamo nel merito. Di seguito la “video lezione” di Alessandro Di Battista che ci spiega perchè la colpa del ritardo nella discussione della legge non è dei 5 stelle ma del PD e, subito dopo, una spiegazione chiara e semplice di Monica Cirinnà dei singoli punti in discussione come fiducia, maggioranza, canguro, tempi parlamentari ecc. Aggiungiamo solo che i regolamenti parlamentari li conosciamo anche noi e quello che dice Di Battista nel video non corrisponde al vero. Non è possibile votare 7/800 emendamenti in due giorni perchè il regolamento del Senato non lo permette (articolo 109 regolamento Senato). Ed è ancora più falso che il Governo possa mettere la fiducia, dato che non è una legge proposta dal Governo ma di iniziativa parlamentare. Va bene spiegare per i tonti ma prenderci per ignoranti è davvero troppo. Inoltre no, caro di Battista, questo ddl non è uno fra tanti ma è una legge che attendiamo da quasi trent’anni e che cambierà la vita di molti e molte di noi.

Guarda il video di Di Battista, deputato del M5S

Di seguito la spiegazione di Monica Cirinnà, prima firmataria della legge e senatrice PD

Se il PD ha la maggioranza approvasse la legge senza altri partiti:

NO, il PD al senato non ha i numeri per approvare da solo nessuna legge. E’ per questo che governa con altri partiti. Questi ultimi non avrebbero mai approvato una legge efficace sulle Unioni Civili, motivo per cui i voti di forze che si erano dichiarate favorevoli già in commissione al ddl Cirinnà, sono fondamentali per dare diritti a milioni di persone.

Il Governo usi la “fiducia”

NO il Governo non può mettere la fiducia.
Quello sulle Unioni Civili è un disegno di legge parlamentare, fatto lavorando insieme e contando sui voti di forze di opposizione, ma su questi temi più progressiste. Sui disegni di legge, non essendo prodotti dal governo in carica (ma dal parlamento appunto), non può essere chiesto un voto di fiducia delle forze che sostengono il governo stesso.
Per chiedere il voto di fiducia, il PD avrebbe dovuto produrre insieme alle forze di governo un decreto legislativo, ma questo avrebbe significato un inevitabile accordo al ribasso sui diritti delle persone e delle famiglie omogenitoriali.
Stando così le cose, si vuole forse con questo invito annunciare che partiti che non fanno parte della maggioranza voterebbero la fiducia? O, come è più probabile, si sta invece dimostrando che più che l’approvazione di una legge sui diritti delle persone omosessuali, l’obiettivo è solo quello di mettere in difficoltà il Governo e il partito di maggioranza relativa che ne fa parte? Legittima strategia di una forza di opposizione, sia chiaro, basta che questa posizione venga allora esplicitata e spiegata a tutte le persone che da trent’anni, più che una lotta tra partiti si aspettavano e si aspettano un accordo per una legge sui loro diritti negati.

Il canguro non serve a niente!

NO, non è vero. Utilizzare o non utilizzare lo strumento del canguro può voler dire avere o non avere una legge sui diritti, a prescindere dalle diverse posizioni esistenti in tutti i partiti. Questo perché l’emendamento Marcucci (il canguro appunto) toglierebbe di mezzo tutti quei voti segreti che grazie ai molti nemici di questa legge potrebbero non solo peggiorare, ma invalidare e rendere inefficace la legge nel suo complesso.

Il “canguro” (emendamento premissivo di principio) è incostituzionale

No, non lo è. Il cd. “canguro” (emendamento premissivo di principio) rientra a pieno titolo nel potere di emendamento previsto dalla procedura parlamentare, ed è presente nella prassi del Senato da quasi vent’anni.
Dunque artificioso, discutibile quanto si vuole sul piano politico, ma non incostituzionale.

Il “canguro” annulla la discussione

Non è così. Un emendamento premissivo di principio come quello a firma Marcucci (che potete leggere qui:http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp…) non annulla la discussione. Evita semplicemente che si discutano gli emendamenti ostruzionistici, e quelli che vanno in contraddizione con l’impianto della legge.
Insomma: non spariscono tutti gli emendamenti, ma solo quelli pensati per minare alla base l’impianto della legge, che, se approvati, di fatto la distruggerebbero.
Sugli emendamenti che si muovono nel perimetro della legge c’è normale dibattito. Un dibattito – piccola differenza – costruttivo.

Votate col voto palese e metteteci la faccia

Il PD per primo ha chiesto che i voti siano tutti palesi, ma purtroppo non funziona così. Perché si abbia il voto segreto, basta che 20 senatori ne facciano richiesta su temi specifici. Cosa che con ogni probabilità chiederanno proprio quei senatori interessati a fare crollare la legge, e proprio su quegli emendamenti pensati come trappole perché questo accada.

Con due giorni si votano tutti gli emendamenti:

NO, non è vero. Non si potrebbe votare la legge in un giorno, ne in due e neanche in tre.
La discussione con questo numero di emendamenti e di incognite sul voto segreto durerà settimane.
Volete un calcolo di quanto?
Per prima cosa, quanti sono gli emendamenti? Ci sono i 580, (non 500 come viene detto) sopravvissuti degli otre 5000 presentati inizialmente dalla Lega. Ad essi ne vanno aggiunti qualche altro centinaio provenienti da NCD, FI, e destre varie (oltre ai 40 residui del PD).
In tutto, circa circa 800 emendamenti che non si votano in due giorni. E chi lo afferma mente sapendo di mentire. Perché? Andiamo per punti:
• innanzitutto per via del loro contenuto, visto che come abbiamo detto specialmente quelli leghisti sono innanzitutto trappole, 500 trappole;
• per le condizioni in cui lavora l’Aula: senza relatore, senza pareri del Governo e, soprattutto, senza possibilità di contingentamento dei tempi, (massimo 2 minuti a intervento) e previsti solo per i decreti legislativi del governo, (non per un disegno di legge come quello per le Unioni civili in discussione);
• stando così le cose, per ogni emendamento al ddl, ogni gruppo potrebbe parlare 10 minuti. Siccome in parlamento ci sono 10 gruppi, il calcolo del tempo di discussione necessario per gli 800 emendamenti sarebbe di 1333 ore (10 min X 10 gruppi X 800 emendamenti / 60). Circa 166 giornate lavorative di 8 ore ciascuna: un anno di lavoro medio, se l’aula si riunisse tutti i giorni lavorativi occupandosi solo di questo ddl. Dato che potrebbe ridursi a 56 giorni, circa 2 mesi, ma il senato dovrebbe riunirsi in seduta permanente notte e giorno senza mai pause, nemmeno per mangiare o dormire.
• Se, invece, vogliamo guardare il problema da un’altra angolazione, per discutere tutti gli emendamenti in due giorni (l tempo sventolato in questi giorni come realmente necessario), ossia circa 11 ore di aula, il senato dovrebbe e votare un emendamento ogni 50 secondi circa (11H*60Min*60sec/800).

Ci avete messo 2 giorni a votare 900 emendamenti alla Costituzione allora perché dite che è impossibile?

Perché, come già detto prima, il ddl costituzionale era un ddl governativo che aveva un contingentamento dei tempi (non si poteva parlare più di due minuti a gruppo) mentre il ddl cirinnà non ha alcun contingentamento.

Il parlamento non ha avuto tempo per discutere questo ddl

NO non è vero che il parlamento non ha avuto tempo per discutere la. La legge è in discussione dal GIUGNO 2013, e dal giugno 2013 subisce ostruzionismi di ogni forma e da ogni parte proprio per non essere approvata. E iniziamo a pensare che questo sia solo l’ennesimo.

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