Dopo il “metrosexual” lo “stray”, nuovo profilo di uomo

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Di Massimo Mele il 7 Dicembre 2010. Nessun commento

Dal raffinato dandy urbano all’eterosessuale con gusti gay

LONDRA – Oltre il metrosexual: dalla Gran Bretagna, dove nel 1994 venne coniato il termine, arriva lo stray, un nuovo profilo di uomo. Ama le donne, dunque e’ ‘straight’, ma nel nocciolo ha il cuore, e i gusti, da GAY. Tim Lott, giornalista e romanziere londinese, spiega la differenza: ”Metrosessuale e’ un giovane dandy metropolitano molto ben curato. Gli uomini che a un livello piu’ profondo si sentono ragazze non avevano ancora una loro definizione”.Il britannico Times, con Lott come ‘musa’, analizza la nuova categoria: ”Uno stray definisce qualcuno le cui tendenze ‘femminili’ superano chiaramente quelle ‘maschili”’, afferma lo scrittore.

Gli stray possono appartenere a ogni eta’ o generazione o ceto sociale, grassi o magri, alti o bassi. Lott si considera’ uno stray (o gayght, invertendo l’ordine dei fattori): Non e’ giovane (ha 54 anni) ne’ modaiolo, ma gli piace cucinare, ascoltare programmi femminili alla radio e meditare sui cataloghi di vendita per corrispondenza della moglie. Nulla a che fare con David Beckham, il superpagato astro del calcio che dagli anni novanta e’ testimonial del dandysmo urbano, dunque: ”A parte il fatto che mi piacciono le donne, c’e’ poco che mi farebbe definire un ‘eterosessuale’ vecchia maniera. E ci sono molti come me. I metrosessuali erano chiaramente una minoranza”.

Nel 1994 era stato un giornalista britannico, Mark Simpson sull’Independent, a definire la metrosessualita’ con una nuova generazione di uomini eterosessuali, tendenzialmente metropolitani consumatori di cosmetica avanzata, curatissimi nell’aspetto (tra i vezzi piu’ diffusi: l’ossessione per il fitness, l’abbronzatura a raggi ultravioletti, la depilazione parziale o totale del corpo).Per Lott, che per anni ha comprato pasti pronti congelati da consumare davanti alla tv e indossato camice spiegazzate perche’ non si voleva prendere la briga di stirarle, il cammino verso la ‘straytudine’ e’ stato facilitato dalla seconda moglie Rachel: e’ stata lei che lo ha reso dipendente dalla ‘chick tv’ (la tv al femminile) con programmi come Sex and the City e i reality show.Poi, quando sono arrivate le due figlie, lo scrittore ha tto il suo ‘coming out’: ”Ho cominciato a cucinare, spesso con un grembiule coloratissimo. Adoro comprare abiti e fare la spesa, soprattutto per alimenti raffinati come i formaggi pregiati e il vino. E preferisco di gran lunga andare dal parrucchiere o a un centro benessere che passare un pomeriggio a guardare il calcio”.

Da Ansa

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