Disastro ambientale a Platamona: una scia di catrame lunga chilometri

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Di Massimo Mele il 14 Gennaio 2011. Nessun commento

Quello di Platamona è un disastro ambientale senza precedenti. Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha annunciato che aprirà un confronto con i vertici delle aziende che gestiscono grosse industrie nell’isola, alla luce dell’episodio di inquinamento ambientale a Platamona causato martedì? scorso dalla fuoriuscita di combustibile dagli impianti E.On di Fiumesanto. L’episodio ha creato forte allarme anche a Stintino, anche se al momento la scia di olio si è diretta solo verso est. Sul fatto sono intervenuti anche due consiglieri regionali del Pd: “L’incidente è più grave di quanto si pensasse”

SASSARI. La paura è quella di un ritorno al passato, quando la grande industria stava nascendo e lasciava segni indelebili in mare e sulle spiagge. «Catrame», dicevano a Porto Torres, Platamona e Marina di Sorso. Ora il «timbro nero» dell’inquinamento arriva da un’altra direzione, da una condotta della centrale E.On di Fiume Santo. Migliaia di litri di olio combustibile riversati in mare da una tubazione in banchina, dove era ormeggiata una petroliera che pompava combustibile per i due vecchi gruppi della termocentrale, dei primi Anni Ottanta, tenuti in marcia a colpi di deroghe.

L’olio combustibile è uscito da un foro grosso quanto uno spillo (difficile da vedere in un punto dove c’è una “frattura del masso”), quando gli operatori se ne sono resi conto il mare aveva già cambiato colore e l’olio denso viaggiava verso il largo. Diecimila litri – secondo E.On – molti di più secondo le prime valutazioni dei tecnici che hanno cominciato a studiare il problema. Ed è l’incertezza, l’approssimazione e l’apparente tranquillità che preoccupano.

Il fenomeno è grave e la procura della Repubblica di Sassari ha aperto una inchiesta per accertare le cause dell’ennesima emergenza ambientale nel Golfo dell’Asinara e individuare le responsabilità. Il caso è stato affidato dal procuratore capo Roberto Saieva al sostituto Paolo Piras e già oggi potrebbero esserci i primi iscritti nel registro degli indagati.

Appena la Capitaneria di porto di Porto Torres – che procede nell’inchiesta – avrà depositato un rapporto sull’accaduto. L’ipotesi è che in mare siano finiti almeno 30mila litri di olio pesante, roba che lascia il segno. Il combustibile, guidato dalle correnti, ha vagato in mare aperto e si sta spiaggiando – con il passare delle ore – tra Porto Torres, Platamona e Marina di Sorso, ma potrebbe arrivare fino a Castelsardo. Sono stati avvistati i primi gabbiani morti, «paralizzati» dopo il bagno di olio combustibile.

Sulla sabbia blocchi di catrame grandi come palloni da basket. Non è un bello spettacolo, ed è solo una magra consolazione che l’incidente sia capitato d’inverno e non in piena estate, quando il litorale è invaso da migliaia di bagnanti.

E’ emergenza totale, comunque. I sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso – Gianfranco Ganau, Beniamino Scarpa e Giuseppe Morghen – ieri pomeriggio hanno emesso le ordinanze per vietare l’accesso alle spiagge sino a quando non saranno ripristinate le condizioni di normalità. Si tratta di una misura legata alla potenziale pericolosità del materiale finito in mare (classificato R45, quindi tra quelli cancerogeni). Non c’è certezza sulla quantità di combustibile disperso accidentalmente, sicuramente senza trovare ostacoli perchè le panne galleggianti – secondo quanto emerso finora – non erano presenti nel tratto dove si è verificata la perdita.

«Gli addetti di E.On si sono accorti del problema solo quando il materiale è emerso a galla – ha detto il sindaco Gianfranco Ganau – chiediamo totale chiarezza sull’accaduto».

Sarebbe davvero grave se dalle indagini dovesse emergere che il fatto è stato sottovalutato, specie nelle fasi iniziali quando la tempestività degli interventi avrebbe potuto notevolmente limitare i danni.

E.On ha dato piena disponibilità a fare la sua parte per riportare la situazione alla normalità nell’arco di una settimana. Ma gli enti locali rimarcano il livello alto dell’emergenza, denunciano un «danno all’immagine del territorio, quindi anche economico» e vogliono portare la società tedesca a un tavolo di confronto che consenta di «eliminare» gli elementi di rischio per l’ambiente, a cominciare dalla demolizione dei gruppi uno e due a olio combustibile. E chiedono il rispetto degli accordi con la Regione (compresa la costruzione del quinto gruppo a carbone inserito nel quadro di un miglioramento dell’impatto ambientale).

Ieri mattina l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Denegri ha tenuto un vertice nel centro di Baldinca con i sindaci, una delegazione di E.On (guidata dal direttore della centrale Marco Bertolino) e i vertici della Capitaneria di porto. Le operazioni di bonifica procedono sotto la supervisione del tecnici dell’Arpas e sono state affidate alla società «Verde Vita»: è attiva una task-force di oltre 100 persone, in mare e a terra, con cinque autobotti e due autocisterne. Questa mattina in Capitaneria è previsto un tavolo tecnico per fare il punto delle situazione.

Da La Nuova Sardegna

L’ondata di catrame fino a Platamona. Cappellacci: “Vertice con le aziende”

SASSARI. Un confronto con i vertici delle aziende che gestiscono grosse industrie dell’isola: è quello annunciato dal presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, alla luce dell’episodio di inquinamento ambientale a Porto Torres. Martedì scorso c’è stata una fuoriuscita di combustibile dagli impianti E.On di Fiumesanto (diecimila litri secondo la multinazionale, molti di più secondo i tecnici. Un centinaio di persone sono impegnate nelle operazioni di bonifica, ma si pensa che ci vorranno più dei dieci giorni previsti per eliminare i grossi grumi neri di catrame dal litorale di Platamona. E si teme che l’ondata possa spostarsi ancora verso est, fino a Castelsardo.

«Guardiamo con grande preoccupazione a quanto avvenuto a Porto Torres, ha detto Cappellacci, durante una conferenza stampa a Villa Devoto convocata sulla manovra finanziaria 2011 approvata l’altra sera dal Consiglio regionale. La Sardegna ha scelto di puntare sulla green economy- ha aggiunto- Ho in mente un confronto con gli operatori delle principali industrie dell’isola che possono comportare problemi di tipo ambientale».

Da Sassarinotizie.it

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