Denuncia il marito per violenze e il carabiniere abusa di lei

Di Massimo Mele il 31 Marzo 2011. 1 Commento

Incredibile storia di violenza sessuale accaduta ad una donna che si era recata dai carabinieri per denunciare le violenze del marito. Il militare che raccolse la sua denuncia la perseguitò telefonicamente e, dopo essersi introdotto nella sua abitazione, abusò sessualmente di lei. La difesa del carabiniere: era consenziente!

Un articolo dell’Unione Sarda

Cagliari. Avrebbe abusato di una donna che due giorni prima si era presentata in caserma per denunciare le percosse subite ad opera dell’ex marito: un carabiniere all’epoca dei fatti in forza al comando di via Nuoro, Carmelo Cicchella, dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale e molestie telefoniche.
Accogliendo la richiesta del pubblico ministero Rossana Allieri, ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Cristina Ornano ha rinviato a giudizio il militare: il processo si terrà in Tribunale il 7 luglio.
Non era presente ieri all’udienza il militare (difeso dall’avvocato Adriana Cordella), non c’era neanche la vittima che, comunque, si è costituita parte civile con l’avvocato Renata Serci.
Durante le indagini preliminari il carabiniere aveva respinto tutte le accuse: in sostanza, il rapporto sessuale con la donna c’era stato ma non si era trattato di violenza, lei era consenziente. Aveva perfino chiesto un accertamento tecnico per provare di aver usato il profilattico ma, alla fine delle indagini, gli inquirenti si sono convinti del contrario: la violenza c’è stata.
Cicchella è accusato anche di molestie telefoniche: per due giorni, dal momento della denuncia al giorno della violenza, ha tempestato di telefonate la donna, e ha continuato a farlo pure dopo.
La donna non aveva denunciato subito il fatto ma soltanto un mese e mezzo dopo e per il militare era subito scattato il trasferimento in un’altra sede.
I fatti di cui si è discusso ieri mattina in un’aula al terzo piano del palazzo di giustizia risalgono al 3 dicembre 2008: il giorno prima la donna aveva telefonato al 112 perché al culmine di una lite il marito l’aveva picchiata. Una Gazzella dell’Arma si era precipitata nella sua abitazione, della pattuglia faceva parte pure Cicchella. Dopo aver soccorso la donna il carabiniere le aveva dato il numero del suo cellulare di servizio, nel caso decidesse di sporgere denuncia o di farsi visitare in ospedale. Il giorno dopo i due si erano visti, a casa di lei. Da questo momento le due versioni divergono vistosamente: la donna ha riferito di aver aperto la porta a Cicchella che voleva sapere se avesse bisogno di qualcosa, era entrato in casa e l’aveva violentata. Aveva poi cominciato a perseguitarla con telefonate e sms. Lei non aveva detto niente a nessuno ma poi, il 19 gennaio, si era presentata in caserma e aveva denunciato Cicchella per la violenza sessuale e per le molestie telefoniche. Cicchella non si era sottratto all’interrogatorio e al magistrato aveva offerto tutta un’altra storia: era andato a casa della donna perché così si erano accordati il giorno prima, il rapporto c’era stato, consensuale. Quanto alle telefonate, erano reciproche.