David Cameron rischia di cascare sui gay

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Di Massimo Mele il 9 Ottobre 2011. Nessun commento

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un articolo sulla chiara presa di posizione di David Cameron a favore dei matrimoni gay, anche in chiesa, davanti ai delegati del congresso Tory. Ma non tutti nel partito la pensano allo stesso modo. Un’analisi di rischiocalcolato.it

Dopo anni di flip-flop, cambiamenti di posizione, marce avanti e indietro, il premier britannico David Cameron ha finalmente finito la consultazione con la propria coscienza e al congresso annuale del partito conservatore in quel di Manchester s’è definitivamente espresso a favore del matrimonio omosex. Non l’avesse mai fatto, prima la reazione divisa tra tiepidi applausi di circostanza e gelidi silenzi della platea di Manchester, ora la minaccia di una fronda interna. Guida i difensori del matrimonio tradizionale il ministro della difesa Gerald Howarth che tuona “Il matrimonio è una questione di coscienza e pertanto ai parlamentari conservatori va lasciata libertà di voto […] per me il matrimonio è tra uomo e donna”. Howarth minaccia dimissioni a catena dalle fila del governo qualora passasse la cosa. Visto l’argomento mi si passi la battuta boccaccesca, sui matrimoni gay David Cameron rischia seriamente di pigliarselo nel didietro. Sarebbe veramente comico, visti i gravi problemi economici e di ordine pubblico che affliggono il Regno Unito, se il governo conservatore dovesse cadere su una tematica decisamente secondaria che non appare nè nel programma ufficiale del partito nè in quello di coalizione concordato con Clegg, e non per un disaccordo con gli alleati Lib-Dem, ma per una fronda interna al partito conservatore. Oltre alla fronda interna David Cameron si piglia anche una, prevedibile, lavata di capo dai vertici della chiesa anglicana e della minoranza cattolica, che per una volta sono assolutamente d’accordo nel dire che questo matrimonio non s’ha da fare ne domani ne mai. Va però detto che i sudditi della regina Elisabetta non sono poi molto devoti negli ultimi tempi, quindi il Vaticano e il vescovo di Canterbury poco possono. L’opinione pubblica britannica però resta piuttosto fredda all’idea di concedere le nozze a Elton John, secondo un sondaggio di “Angus Reid” infatti i britannici in caso di referendum sarebbero spaccati a metà tra favorevoli e contrari alle nozze gaie. Se Atene piange, Sparta non ride. Anche il Labour sulla faccenda non sembra così compatto. Ed Miliband, contrariamente a Cameron, s’è sempre detto favorevole all’equiparazione tra matrimonio etero e matrimonio gay, ma tutt’oggi il programma ufficiale del Labour non menziona la cosa, e qualcuno suggerisce che i deputati cattolici e delle minoranze etniche del Labour possano non essere molto d’accordo con il loro leader e che questo abbia finora impedito a Red-Ed di mettere la cosa nero su bianco. La politica britannica litiga sulle nozze gaie insomma. Intanto il debito pubblico cresce, le strade dei quartieri malfamati sono impercorribili, la microcriminalità dilaga, nelle scuole pubbliche regna il caos, i tagli riducono allo stremo il già scarno welfare britannico, ma queste si sa, son bazzecole in confronto a tali grandi questioni. Dio salvi la Regina visto che i suoi politici sembran in tutt’altre faccende affaccendati

Fonte rischiocalcolato.it

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