Crollo dei liberali di Westerwelle. L’alleanza con la CDU non funziona

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Di Massimo Mele il 27 Marzo 2011. Nessun commento

Secondo gli exit poll la FdP, il partito del ministro degli esteri Westerwelle, perde in Baden-Wuerttenberg circa la metà dei consensi. I liberali si attestano sul 5%, avevano il 10,7, mentre i Verdi volano al 25%. Il primo ministro degli esteri apertamente gay della Germania, non regge alla prima prova elettorale dopo la sua scelta di formare un Governo con i conservatori di Angela Merkel. Crolla anche la CDU, dal 44 al 38% e la SPD si posiziona subito dietro ai Verdi, con il 23,5%. Rimane fuori la Linke, la cosiddetta sinistra radicale, che, con il 3%, non raggiunge il quorum fissato al 5.
Forte impatto sulle elezioni ha avuto il terremoto in Giappone e il rischio nucleare che ha rafforzato il movimento che da anni si batte contro i treni che trasportano le scorie nucleari attravreso la Germania. E non ha aiutato nemmeno la presenza di un omosessuale dichiarato in un Governo che non strizza certo l’occhio a gay e lesbiche. Il voto di ieri peserà molto sul Governo di Berlino e, secondo molti osservatori, l’unica possibilità per la Merkel rimane ora un’alleanza con i Verdi e l’abbandono dei liberali in caduta libera.

Un articolo di Repubblica.it:

Debacle della Merkel, trionfano i verdi, crollo Cdu in Baden-Wuerttemberg

Il partito del Cancelliere perde il land dopo 60 anni. Volano i Gruenen che esprimeranno il prossimo governatore. In Renania-Palatinato la coalizione che guida il Parlamento nazionale resta all’opposizione. La Spd perde la maggioranza assoluta ma potrà governare con gli ecologisti

BERLINO – Pesantissima e duplice disfatta di Angela Merkel e del suo vice Guido Westerwelle in Germania. La Cdu della Cancelliera perde clamorosamente il potere nel ricchissimo Baden-Wuerttemberg dove governava dalla fondazione della Repubblica federale. E resta all’opposizione in Renania-Palatinato. Nel Baden-Wurttemberg, da sempre simbolo del centrodestra tecnocratico ed efficiente e della prosperità del “modello Germania”, probabilmente il prossimo governatore sarà il leader locale dei Verdi, Winfried Kretschmann. Per la prima volta nella Storia cioè un ecologista guiderà uno dei 16 Stati della federazione.

Non è dunque bastato ad Angela Merkel e al leader liberale, vicecancelliere e ministro degli Esteri Guido Westerwelle promettere l’addio al nucleare, con un voltafaccia clamoroso, dopo la tragedia in Giappone; non è servito cavalcare i sentimenti pacifisti dell’opinione pubblica schierandosi con Cina e Russia e contro la maggioranza dell’Unione europea e della Nato sul caso Libia. Il voto di oggi appare il più importante nel ‘Superwaljahr 2011’, e il più catastrofico per la cancelliera e per il suo centrodestra. Da stasera la ‘donna più potente del mondo’ appare piuttosto un lame duck, un’anatra azzoppata. Le basi del suo potere vacillano, i nemici interni nel centrodestra rialzano la testa. I più pessimisti vedono nei risultati persino un possibile inizio del suo tramonto. L’instabilità politica tedesca pesa su tutta l’Europa, il governo federale
che su ogni tema, dal nucleare alla Libia all’austerità per salvare l’euro, cerca di dar lezione e impartire ordini ai partner europei, si trova davanti alle macerie del suo potere.

westerwelle, FdP

Secondo le prime proiezioni derivate come di consueto dagli exit polls resi pubblici subito dopo la chiusura dei seggi alle 18 (dati di consueto molto precisi) in Baden-Wuerttemberg la Cdu che era al potere da quasi 60 anni crolla dal 44,2 per cento delle ultime elezioni (2006) al 38 per cento, i suoi alleati liberali (il partito di Westerwelle) escono addirittura più che dimezzati, precipitando dal 10,7 per cento a un risultato attorno al 5 per cento. Possono cioé rischiare di finire di poco al di sotto del quorum del 5 per cento necessario a entrare nel Landtag, il parlamento dello Stato. Volano invece i Verdi, che dall’11,7 per cento passano al 25 diventando prima forza della sinistra. Sorpassano persino la Spd (socialdemocrazia) che dal 25,2 per cento cala al 23,5. La linke, la sinistra radicale, è al 3 per cento, quindi sotto il quorum.

La protesta ecologista e antinucleare, che contro il governatore democristiano uscente, il falco Stefan Mappus, aveva trovato un duro avversario, ha dunque vinto le elezioni, a grave svantaggio della Merkel. A Stoccarda anche il movimento di massa contro lo sventramento e rifacimento del vecchio quartiere della stazione centrale e giardini annessi, guidato dagli ecologisti, era diventato una protesta trasversale, bipartisan, portando borghesia e ceti medi a schierarsi contro il centrodestra. I Verdi stanno diventando sempre di più la nuova forza politica ‘in’, che attira elettori di sinistra ma anche centristi, borghesia, conservatori illuminati.

Non va meglio, per il governo federale, nella Renania-Palatinato, e anche qui il fattore di crisi del centrodestra è il trionfo dei Verdi. Il socialdemocratico Kurt Beck, potentissimo governatore locale, resta saldo al potere, la sua Spd crolla di dieci punti scendendo al 35,5 per cento e perdendo così la maggioranza assoluta, ma potrà continuare a governare insieme ai Gruenen che crescono di 12 punti passando al 17 per cento. La Cdu invece aumenta di appena un punto e mezzo al 34 per cento, quindi fallisce nel tentativo di sorpassare i socialdemocratici. E soprattutto, la Fdp (liberali) precipita di quattro punti e quindi al 4 per cento, sotto il quorum per la rappresentanza.

E’un terremoto, e fara sentire la sua onda lunga a Berlino. Westerwelle aveva messo le mani avanti dicendo che in nessun caso si dimetterà né da capo della Fdp né da vicecancelliere e ministro degli Esteri. Ma certo va gravemente indebolito al consulto con gli alleati sulla Libia martedì a Londra. La situazione più pesante appare quella di Angela Merkel: è la prima capo di governo democristiana sotto il cui potere a livello nazionale la Cdu perde lo Stato-bastione, il simbolo della sua ricetta di governo. La situazione è così problematica per lei che qualche osservatore non esclude che il suo potere potrebbe sopravvivere, a medio-lungo termine (elezioni legislative 2013) solo con un’alleanza con i Verdi, scaricando i liberali in caduta libera.

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