Caso Ruby: Chiesa e destra cattolica nel delirio

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Di Massimo Mele il 1 Febbraio 2011. Nessun commento

Mons. Fisichella si arrabbia per una domanda di troppo, e risponde come farebbe Berlusconi mentre Rotondi, ministro cattolico, si inventa i peccati mortali ..

Mons Fisichella

I cronisti prendono a modello la contestualizzazione che monsignor Rino Fisichella ha proposto sulla bestemmia che il premier Silvio Berlusconi pronuncio’ raccontando una barzelletta. E quando Fisichella arriva alla presentazione dell’ultimo libro di Massimo Franco, gli rivolgono la seguente domanda: Ma secondo lei il caso Ruby si puo’ contestualizzare?

DISCORSI SERI!
– Secca e risentita la replica di monsignor Fisichella: “Ma per l’amor di Dio. Io faccio un discorso serio, non le consento…”, dice prima di abbandonare taccuini e microfoni. Ed è significativo che utilizzi la formula del ‘Mi consenta’, resa famosa proprio da Silvio. Ma c’è anche chi non la pensa così: “”È sotto gli occhi di tutti la debolezza morale del presidente del Consiglio”. Cosi’ monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, intervenuto stamattina a “24 Mattino” su Radio 24, ha commentato l’inchiesta che vede coinvolto il premier. “La debolezza delle diverse forme di governo sta tutta nella approssimazione di coloro che governano le nazioni. Anche in Tunisia c’era una debolezza dovuta al fatto che tutte le leve dell’economia e del potere erano nelle mani del presidente, della sua famiglia e della sua potentissima moglie. In Italia – ha aggiunto Mogavero che si trova ad Algeri – i problemi sono di natura morale. Ma la radice comune e’ la debolezza della personalita’ dei governanti, la mancanza di limpidezza nella loro vita e nei loro affari”.

LA REPLICA DI ROTONDI – “E questo ci riporta al nodo che anche il cardinale Bagnasco ha messo in evidenza la scorsa settimana, e cioe’ la rilevanza degli aspetti della vita privata in chi ha dei ruoli pubblici, personaggi per i quali la vita privata non puo’ essere considerato un accessorio o un elemento indipendente – ha continuato Mogavero – Dalla moralita’ della vita ne nasce la moralita’ del governo, dalla immoralita’ della vita ne puo’ discendere la immoralita’ del governo. E in Italia credo sia sotto gli occhi di tutti la debolezza del presidente del Consiglio. Possiamo discutere sul fatto che tutto questo venga fuori attraverso delle intercettazioni che potrebbero avere per qualcuno il sapore di persecuzioni o di eccessiva ingerenza nella vita privata. Ma i fatti – ha concluso – restano quelli che sono”. Le frasi di Mogavero non sono piaciute al ministro per l’attuazione del Programma Gianfranco Rotondi: ‘Sinceramente e senza ironia preghero’ per l’anima di monsignor Mogavero, che parla di debolezza morale del premier, cadendo nel peccato mortale* di giudicare il prossimo. Nell’Italia del fango cio’ che piu’ colpisce e’ la voglia di giudicare e non essere giudicati’, ha risposto.

*Dal sito del vaticano (che se non lo sanno loro…)

1857 Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: « È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso ».
1858 La materia grave è precisata dai dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre » (Mc 10,19). La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto. Si deve tenere conto anche della qualità delle persone lese: la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo.

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