Cagliari: sotto la pioggia migliaia in corteo contro l’omofobia

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Di Massimo Mele il 23 Maggio 2011. 1 Commento

Cagliari. “Liberi di essere liberi di amare”. Con questo slogan sono scese in piazza sabato a Cagliari alcune migliaia di persone per manifestare contro l’omofobia di stato. Dietro lo striscione d’apertura “L’omofobia è contro natura”, decine di striscioni, bandiere, cartelli che esprimono tutta la rabbia e l’ironia di cittadine e cittadini che trovano abberrante che ancora oggi ci si chieda se sia giusto combattere o no l’omofobia. Solo qualche giorno fa, la commissione giustizia della Camera ha bocciato, a larga maggioranza, il disegno di legge Concia contro l’omofobia. Sabato tre grandi manifestazioni: Torino, Palermo e Cagliari hanno aperto la stagione delle manifestazioni contro l’omofobia e per i diritti di cittadinanza a tutti e tutte a partire dai diritti di gay e lesbiche. “La discriminazione è follia” scrivono i lavoratori del teatro lirico, seguito dagli striscioni dell’ARC, della CGIL uff. nuovi diritti, “Liberi di amare, liberi di reagire” scrivono invece alcune ragazze su uno striscione di raso azzurro. E ancora Amnesty, con un grande striscione giallo, alcune ragazze reggono invece un lenzuolo con tanti angioletti e la scritta  “L’amore è così ‘ndo pija pija”, le lesbiche sarde con “Lesbians fieras e galanas”. Lungo il corteo sventolano le bandiere dell’ARC e del MOS, con i suoi inconfondibili 4 mori che si baciano, logo che ricorre anche sui palloncini colorati che i volontari dell’associazione distribuiscono ai partecipanti. E tante anche le bandiere rainbow, simbolo del movimento di liberazione omosessuale, che accompagnano il lungo striscione arcobaleno sorretto da decine di manifestanti. Ma i più numerosi sono sicuramente gli ombrelli, per ripararsi da una pioggerellina che seguirà la manifestazione tutto il percorso e anche dopo, durante il concerto in piazza Garibaldi. Ma è nei cartelli personalizzati che si trovano le frasi più simpatiche. “Vuoi guarire dall’omofobia? Chiamaci”, ironizza una ragazza sulle terapie riparative, “La mia omosessualità non è propaganda politica” polemizza un altro cartello; Una ragazza “sandwich” porta grandi cartelli con la scritta “Le lesbiche non hanno bisogno del cavaliere” seguita dall’immagine di Berlusconi. E ancora le drag queen con i cartelli “Guardatevi intorno non ci sono solo drag queen” in riferimento alla polemica sulla “carnevalata”. Eppoi i più scontati “Meglio froci che fascisti”, “Gay” con la freccia rivolta verso il basso, che troviamo anche nella versione “Etero”. “Dai Mara, ancora uno sforzo e ti vorremo bene” porta invece una ragazza sorridente, rivolto a Mara Carfagna, recentemente ravveduta e diventata paladina dei diritti di gay e lesbiche. Ci sono le bandiere dell’UAAR, di Sinistra Ecologia e Libertà con i volontari del comitato a sostegno di Massimo Zidda, presente nel corteo insieme a Renato Soru, aggredito verbalmente da alcune sostenitrici di Fantola che minacciano la sua casa di Villassiamius. E proprio davanti alla sede elettorale di Fantola, candidato a sindaco per il centro destra, che scatta la protesta contro la maggioranza di Governo e le sue poltiche sessiste e razziste. E l’auspicio che Fantola non diventi il prossimo sindaco di Cagliari. Episodi poi strumentalizzato dalla destra, messo in grande evidenza dall’Unione, in un pessimo articolo di M.G. (che riportiamo sotto) e riportato da Fantola sul suo blog che pubblica un video tagliato ad arte dove l'”omofobi di merda” indirizzato al Governo ed alle sue politiche, non ultima la bocciatura della proposta di legge contro l’omofobia, diventa un attacco diretto nei suoi confronti. Fantola deve essere proprio alla frutta per usare stratagemmi di questo tipo. Noi di Mosinforma possiamo dire che il candidato del PdL, dopo aver accettato con entusiasmo l’intervista, ha poi rifiutato a rispondere alle domande che parlavano di omofbia e diritti di gay, lesbiche e trans.
Ecco la ricostruzione video dell’accaduto fatta da youTG

Nessuno parla di numeri, ma la manifestazione nel complesso, e considerata la pioggia, è più che riuscita. prossimo appuntamento ora a Sassari il 4 Giugno, con la manifestazione contro l’omofobia, il razzismo e il sessismo “Diritti al cuore”.

Ecco il vergognoso articolo dell’Unione Sarda di domenica 22 Maggio

Bandiere e fischi alla manifestazione contro l’omofobia

Una pioggia fine, penetrante, pareva averli dissuasi. Alle 17, ora del concentramento in piazza Garibaldi c’erano poche decine di persone. E invece no, alla fine in oltre trecento ieri sono accorsi in piazza Garibaldi per la manifestazione contro l’omofobia. Un corteo pacifico e allegro con una sola nota stonata, le scaramucce verbali avvenute davanti al comitato elettorale di Massimo Fantola, in via Sonnino.
In piazza Garibaldi si prova l’audio dell’impianto che servirà per lo spettacolo che conclude la manifestazione. I primi arrivati attendono sotto gli alberi, al riparo dalla pioggia battente. Come il truccatore Riccardo Macera: «Sono qui perché sono gay ma anche se non lo fossi sarei qui lo stesso, perché è un’ottima occasione per manifestare per i diritti umani». Hanno manifestato anche turisti come Nivya Coelho e Letisia Librelo, brasiliane: «Abbiamo saputo del corteo e siamo volute venire».
Qualche minuto dopo le 18 il corteo riesce a partire. Tante le associazioni presenti. Da Amnesty International, ai lavoratori del Teatro lirico. Colorano il corteo le bandiere arcobaleno, i cartelli e soprattutto un furgoncino che diffonde musica e alcune drag queen che fanno da speaker.
Al passaggio davanti al comitato elettorale di Massimo Fantola, una delle speaker accusa il candidato sindaco di centrodestra di essere omofobo. «A quel punto tanti manifestanti ci hanno gridato buffoni», afferma l’esponente del Pdl, Giuseppe Farris. Mentre Fantola stigmatizza il comportamento del «candidato delle sinistre e dell’ex governatore Soru che, assieme, chiudevano la manifestazione: non hanno sentito la necessità di dissociarsi da quanto è accaduto. Io sono contro l’omofobia e contro ogni forma di intolleranza». Secca la replica di Zedda: «Chi si sforza di cercare argomenti e occasioni di provocazione sappia che non intendiamo accettare questo terreno di competizione. La nostra scelta è profondamente democratica, di rispetto anche per coloro che non la pensano come noi». Mentre il senatore Pdl Piergiorgio Massidda accusa i manifestanti di essere degli intolleranti: «Volevo partecipare al corteo perché ne condivido le ragioni ma mi hanno dato del leghista. A quel punto ho deciso di andarmene per non alimentare tensioni». (m. g.)

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