Bacio gay al Colosseo. Multato il carabiniero che li denunciò

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Di Massimo Mele il 12 Febbraio 2011. Nessun commento

Una multa salata: trecento euro. Dovrà pagarla il carabiniere Maurizio C. per non essersi presentato a testimoniare nel processo che vede imputati due gay

ROMA. Una multa salata: trecento euro. Dovrà pagarla il carabiniere Maurizio C. per non essersi presentato a testimoniare nel processo che vede imputati due gay per aver compiuto atti osceni in luogo pubblico vicino al Colosseo nel 2007. Li aveva denunciati lui, e ieri sarebbe dovuto comparire in aula per raccontare i fatti. Invece per la seconda volta consecutiva, era assente. Eppure, almeno secondo il giudice, la testimonianza del carabiniere sarebbe stata fondamentale per ricostruire con esattezza ciò che avvenne la notte del 27 luglio di quattro anni fa. Maurizio C. la prima volta non era venuto in aula giustificando la sua assenza con un licenza presa in coincidenza con la data dell’udienza.

Stavolta l’ostacolo che avrebbe impedito al carabiniere di compiere il dovere di testimone sarebbero stati i motivi familiari. Una scusa che non ha retto alla pazienza del giudice. La presenza del carabiniere sulla sedia dei testimoni era importante fu proprio lui e il suo compagno di pattuglia che videro i due fidanzati scambiarsi le presunte effusione oscene vicino al Colosseo. Entrambi in servizio presso la compagnia Celio raccontarono di aver sorpreso i due uomini in atteggiamenti fin troppo discinti in un luogo pubblico. I due carabinieri firmarono il verbale che finora ha costituito la prova regina dell’accusa nel processo alla coppia. Il compagno di pattuglia di Maurizio è già stato ascoltato nella precedente udienza confermando il contenuto della denuncia. Nel corso del dibattimento però sono stati anche interrogati i testi della difesa che hanno scagionato di due fidanzati sostenendo l’impossibilita della coppia di scambiarsi effusioni oscene. Uno dei due imputati, secondo quanto deposto dai testimoni, era appena uscito da un intervento chirurgico che avrebbe reso irrealizzabile le tenerezze troppe spinte viste dai carabinieri. «Siamo fiduciosi di ottenere l’assoluzione», commenta il difensore dei due imputati, l’avvocato Daniele Stoppello.

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