“A sinistra sale l’odore di becero frosciame”. Paolo Trudu, PdL, delira su Facebook

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Di Massimo Mele il 22 Gennaio 2013. Nessun commento

Ieri pomeriggio, sulla bacheca della pagina facebook di Paolo Trudu, addetto stampa del PdL in regione, è apparso questo post: “C’è qualcuno che può rispondere a Vendola il quale, con l’acidità di una vecchia isterica dichiara che a destra sente puzza di camorra, dicendogli che nella sua sinistra sale alto l’odore di becero frociame“.
“Abbiamo letto, con un certo disgusto,” scrive il Movimento Omosessuale Sardo “il post pubblicato su Facebook da Paolo Trudu, addetto stampa del PdL in consiglio regionale, su Nichi vendola e i sostenitori di SEL. Con un linguaggio gretto e volgare, Trudu esprime non solo l’omofobia ma anche il “profondo” senso della legalità del primo partito politico attualmente in regione. Nel suo sfogo delirante, il giornalista infatti paragona l’omosessualità, o, meglio, il “becero frosciame” alla Camorra. Nessuno, fino ad oggi, aveva osato sostenere che essere criminali fosse “una variante naturale del comportamento umano”.
Affermazioni gravissime che vengono non da un semplice militante ma proprio da colui che dovrebbe curare la comunicazione di un partito, il PdL, che si definisce moderato. Per molto meno qualsiasi esponente di un partito conservatore occidentale avrebbe rassegnato le dimissioni spontaneamente o su richiesta del partito. Nel tentativo fallito di scusarsi, il signor Trudu oppone ai suoi deliri omofobici gli attacchi a Berlusconi “che lo accusano di essere mafioso, pedofilo, e violentatore di minorenni”, ovvero le accuse nei processi, si autodefinisce non omofobo e vanta numerosi amici gay. Sarà un caso ma nessun omofobo si definisce tale e tutti hanno sempre degli amici gay.Concludiamo dicendo al signor Paolo Trudu che siamo orgogliosi di puzzare di “becero frosciame” piuttosto che condividere con lei l’odore nauseante della becera omofobia”

Michele Piras

“Non ci offendiamo per le affermazioni su facebook dell’addetto Stampa del PdL Trudu – scrive Michele Piras, segretario regionale di SEL e candidato alle prossime elezioni -. Piuttosto proviamo un senso profondo di nausea per una persona così volgare, omofoba e triste. L’omofobia è un cancro. Una delle peggiori malattie della nostra società, che va contrastata sul piano culturale ed anche legislativo, normando la materia in maniera appropriata e inserendo il reato fra le fattispecie previste dalla Legge Mancino.”
Sul caso interviene anche l’ARC, associazione GLBT di Cagliari “Ancora una volta quello che si auto definisce “partito dei moderati” mostra la sua faccia reazionaria, omofoba, e questa sì, «becera». La cosa ancora più grave rispetto alle solite dichiarazioni è che stavolta non sfuggono per caso, pronte ad essere immediatamente smentite, ma sono rese pubbliche (in modo indelebile) con un post su Facebook dalla persona che si occupa della comunicazione per il gruppo regionale Sardo del PDL. All’interno di una frase marcatamente omofoba il signor Paolo Trudu è arrivato a espressioni come«becero frociame» riferendosi agli elettori di un movimento politico avversario. In qualsiasi altro paese civile, una persona che ricopre un così delicato incarico, avrebbe immediatamente visto i propri committenti dissociarsi e ricercare qualcuno più adatto al ruolo”.
Immediata la reazione del consiglio dei giornalisti che, per bocca del presidente Filippo Peretti, annuncia che “Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna ha avviato un’indagine preliminare nei confronti di un iscritto che, nel proprio profilo Facebook, ha scritto frasi omofobe e oltraggiose rivolte a una formazione politica e al suo leader”.

Pubblichiamo, senza commenti, il post di “scuse” pubblicato da Paolo Trudu:
In un momento di rabbia dettata soprattutto da attacchi che quotidianamente vengono rivolti al partito a cui sono iscritto e al Presidente dello stesso, attacchi spesso pilotati che lo accusano di essere mafioso, pedofilo, e violentatore di minorenni, sicuramente ho avuto uno scatto di ira nel rispondere alle infamie che anche Vendola, quotidianamente e impunemente lancia, compresa quella di tacciare di camorristi i militanti e gli iscritti al PdL. Se queste accuse vi paiono poco o comunque normali, allora davvero si è su altri pianeti.

Chi mi conosce sa bene che l’omofobia non fa parte della mia cultura. È i tanti amici anche gay lo sanno bene. Se qualcuno si è sentito offeso, me ne scuso profondamente, ma mai nessuno si è scusato quando gli attacchi gratuiti provengono da altre parti verso la mia parte politica, religiosa, culturale sessuale, come se attaccare con veemenza il PdL e i suoi iscritti (il meno che ti dicono e’ “fascista”), o la Chiesa cattolica di cui faccio parte, sia la cosa più normale, ma soprattutto legittima e lecita.

Su quanto scritto ieri, non c’entra nulla la mia professione e il partito in cui milito. Sono mie considerazioni personali che non possono e non debbono coinvolgere nessuno, tantomeno la mia professione e, per questo, ripeto per chi ha orecchie oneste, che mi scuso se qualcuno si è sentito offeso, di più credo non possa fare e aspetterò il mercoledì delle ceneri per cospargermi il capo di cenere, come faccio ogni anno.

Ho sempre sostenuto che i social sono un’arma a doppio taglio e tanti, in occasioni come queste vogliono bagnarci il biscotto per fini propagandistici per magari montare casi su cui spendere qualche colonna di inchiostro e coinvolgendo chi non c’entra affatto. È la logica che la sinistra porta avanti da sempre in cui a loro tutto e’ legittimato, ad altri, invece, la libertà va limitata. E se viola questa limitata libertà, allora va epurato, messo nella gogna o nella lista nera dei proscritti. Una cosa e’ certa e la anticipo qui. Questo post non subirà in Tam Tam dell’altro, perché non conviene pubblicizzarlo“.

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