Il Senato USA apre l’esercito a gay e lesbiche

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Di Massimo Mele il 19 Dicembre 2010. Nessun commento

Con una ampissima maggioranza, 65 voti a favore e 31 contrari, il Senato degli Stati Uniti ha dato oggi il via libera ad una legge che riconosce appieno il diritto dei gay e delle lesbiche nelle forze armate Usa.

USA. La nuova legge, che il presidente degli Stati Uniti intende firmare la prossima settimana, abroga la cosiddetta politica del ‘Don’t Ask Don’t Tell” (non te lo chiedo ma non me lo dire), che ha regolato i rapporti all’interno delle Forze Armate Usa per circa 17 anni.

Ora ai “patrioti americani”, gay o lesbiche, “non sara’ piu’ chiesto di vivere nella menzogna per servire il Paese che amano”. Cosi’ il presidente Obama ha commentato l’abrogazione definitiva da parte del Senato della norma che vieta agli omosessuali dichiarati di far parte delle forze armate.
Se il voto rappresenta una grande vittoria per Obama – che ne aveva fatto uno dei temi della sua campagna elettorale – e per i Democratici, tra i Repubblicani non sono mancate le voci assai critiche come quella dell’ex candidato John McCain, che ha definito quello di oggi “un giorno molto triste”.

Va notato però che non pochi senatori Repubblicani hanno votato a favore della messa al bando del “Don’t ask, don’t tell”, dopo che i vertici del Pentagono avevano assicurato che non vi sarebbero stati rischi legati alla revisione delle regole.

Dove si colloca? Si colloca molto alto “, ha detto Nancy Pelosi, relatrice del provvedimento ed ex Presidente della camera a The Advocate “Penso che la gente vedrà questo [voto] come una celebrazione del nostro paese. L’approvazione di questa legge rende l’America più forte su tutti i livelli, non solo la sicurezza nazionale, ma i nostri valori. Francamente è una forte spinta morale per la nazione e sarà ricordato come il momento in cui abbiamo detto basta alle discriminazioni”.

Attivisti gay e lesbiche hanno attaccato l’inerzia del Congresso sulle proposte bloccate – tra cui l’Employement Nondiscrimination Act, che dovrebbe contrastare le discriminazioni sul lavoro derivanti dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. La portavoce Pelosi ha sostenuto fermamente, nel congresso, le proposte democratiche sui diritti GLBT, e, ha detto, il suo partito si è mosso sul “Don’t ask, don’t tell” come apripista per l’ENDA (la legge antidiscriminatoria sui posti di lavoro) così come richiesto dai leader della cominità gay. Dopo aver ricordato che la maggioranza del congresso è in mano ai repubblicani, la Pelosi ha esortato a non mollare perchè “Se noi continuiamo a lottare, se continuiamo a persuadere che ENDA deve essere approvata, avremo successo”.

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