Politica: singolare, maschile .. ed eterosessuale

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Di Massimo Mele il 3 Novembre 2010. 2Commenti

di Massimo Mele

Sabato scorso il direttivo del Partito Sardo d’Azione ha eletto, per acclamazione, il nuovo segretario cittadino: è Manuel Pirino, 33 anni, gioielliere e consulente di marketing aziendale e omosessuale. Credo che, nella storia del PSd’Az, come di tutti gli altri partiti sardi, questa sia la prima volta che un omosessuale visibile viene eletto segretario del partito, anche se solo di quello sassarese. Diversi politici sardi sono gay e hanno ricoperto, o ricoprono tutt’ora, incarichi prestigiosi sia nei partiti che in amministrazioni pubbliche. Ma non sono visibili e, per continuare a nascondere un segreto ben poco segreto, arrivano al punto da negare i propri diritti o, perlomeno, a sfuggire tutte quelle situazioni in cui la loro presenza potrebbe segnare un punto a favore dei diritti di gay e lesbiche. Fu così a Nuoro quando l’allora sindaco Mario Zidda disertò il consiglio comunale che bocciò la proposta di istituzione di un registro delle Unioni civili. Ed esempi di questo tipo ce ne sono tanti nella storia politica sarda degli ultimi anni. Un politico, che non è un militante gay, non deve necessariamente fare della propria omosessualità una bandiera, ma nemmeno negarla a tal punto da cancellarla totalmente. La politica, contrariamente a quanto avviene oggi, dovrebbe essere l’Arte di governare le società, sia in senso amministrativo che ideale. Un bravo politico è colui che si batte per i propri ideali, per quello in cui crede e, normalmente, anche per quello che è. Per un politico nero è normale sostenere i diritti dei neri e condannare il razzismo, così come per una donna in politica sostenere le pari opportunità e condannare il sessismo, eccezioni a parte. Ma essere neri o essere donne non lo si può nascondere, mentre l’essere gay, sopratutto in Italia, è qualcosa che meno si dice meglio è. Ma, come ci insegna il femminismo, la nostra analisi della realtà deve necessariamente partire da noi stessi attraverso la rielaborazione delle nostre esperienze e delle situazioni di disagio, emerginazione o discriminazione che viviamo direttamente o indirettamente. “Il personale è politico”, riferito evidentemente alla sfera pubblica della nostra condizione e non a quella privata dei nostri comportamenti, è il principio femminista meno interiorizzato dai politici gay non visibili, talmente deboli e ricattabili che bastano un trans e un paio di carabinieri corrotti a metterli fuori gioco. I pochi che riescono a coniugare una dimensione politica complessa con la propria omosessualità spiazzano gli avversari e creano imbarazzo nelle proprie fila, ma, indubbiamente, assumono una credibilità superiore. Vendola insegna.
L’elezione di Manuel, in un partito che si è spostato molto a destra e che qualche anno fa era guidato da Efisio Trincas, contrarissimo ai diritti delle coppie gay contrapposte alle “coppie normali”, è un fatto positivo e il segno che forse, anche in sardegna, qualcosa si muove. La sua elezione non cambierà di certo i rapporti di forza nel PSd’Az nè la mentalità di quegli eletti sardisti che si sono condraddistinti per sessismo e omofobia ma è sicuramente in controtendenza rispetto alla progressiva maschilizzazione della politica come dimostrano la Giunta regionale e quella della provincia di Oristano che non contano nemmeno una donna, figuriamoci gay visibili.
A Sassari persino Sinistra e Libertà, il partito di Vendola, nelle ultime elezioni, pur avendo diversi candidati gay visibili, ha negato a tal punto la questione omosessuale da cancellare la parola gay dal suo programma.
A quando un segretario gay nei partiti della pseudo sinistra?

2 Responses to Politica: singolare, maschile .. ed eterosessuale

  1. Michele Piras   5 Novembre 2010 a 10:55

    Caro Massimo, non saprei trovare motivazioni plausibili per contestare queste tue considerazioni, né riterrei utile la cosa, visto che sono fra coloro che ritengono che la questione della libertà di amare e degli annessi diritti rappresenti un fatto (e una battaglia) di civiltà, che allude a questioni assolutamente profonde del nostro modo di essere individui, società e politici.
    Ho militato per anni in un’organizzazione nella quale l’omofobia (e il machismo) era un connotato culturale molto presente, ho speso anni della mia vita a contrastarla e a cambiare le cose. Ho dovuto prendere atto – addirittura nell’ultimo congresso nazionale al quale ho partecipato – che la situazione (anche da questo punto di vista) era ormai precipitata. Pensa solamente che gli insulti più squallidi che vennero rivolti a Nichi Vendola (oltre al più classico “traditore” di staliniana memoria) furono proprio quelli sul suo orientamento sessuale.
    Sinistra Ecologia e Libertà nasce con tutt’altro background culturale e con tutt’altra idea della politica e della società. Ma appunto è in fase nascente e non pretende (in alcuna maniera) di essere un partito già fatto. Un “ponte” piuttosto, verso una più generale rigenerazione della sinistra politica, della sua cultura e delle sue pratiche.
    E se il ponte può essere l’efficace metafora dell’attraversamento dal vecchio al nuovo allora è evidente che le contraddizioni esistono, anche se ritengo che siano assolutamente minoritarie (ma non per questo meno gravi) e che vadano cancellate dallo spazio della sinistra nuova che vogliamo costruire.
    Da questo punto di vista – per ciò che posso contare – dentro SEL troverai in me sicuramente un alleato – sicuramente diverso da te nel modo di ragionare e di fare politica – nella tua (nostra) battaglia per una società migliore e per il diritto ad amare, senza limiti di orientamento sessuale né di nessun’altra natura.
    Mi corre solo l’obbligo di correggerti su un passaggio del tuo articolo che trovo scorretto. Alle ultime elezioni sassaresi (quindi immagino le provinciali e le comunali) SEL (in quanto tale) non era presente. Semmai lo erano i suoi dirigenti ed i suoi iscritti nelle liste di “Sinistra Unita”, che ho sempre (personalmente) ritenuto altra cosa rispetto al progetto di Nichi Vendola.
    Quindi era “Sinistra Unita” e non SEL a rimuovere il tema (e la parola gay) dal suo programma. Cosa che anch’io considero inaccettabile ma che va imputata a SEL di Sassari solamente per “quota parte” di responsabilità.
    Su questa quota-parte mi impegno personalmente, così come ci stiamo impegnando in tanti e tante nella nostra fase congressuale.
    Perché il problema più generale torna ad essere quello della coerenza e della linearità fra ciò che si dice di essere e ciò che si è realmente, fra ciò che si dice e ciò che si fa.
    E se trovi uno solo che “ridacchia” sulle idiozie di Berlusconi hai il dovere morale di apostrofarlo, combatterlo, allontanarlo.
    Ti assicuro – per ciò che vale – che i movimenti glbtq sono parte integrante non solo dei nostri programmi ma (cosa che più conta) della nostra pratica politica, che in molti luoghi della Sardegna (vedi il caso dell’ARC a Cagliari) condividiamo le sedi e i momenti di discussione e di socialità.
    Non penso sia necessario ricordarti – da ultimo – ciò che tutti gli italiani (ed anche i sardi) sanno: ovvero che il presidente di Sinistra Ecologia e Libertà è un gay – come dici tu – “visibile”, direi visibilissimo.
    Spero anche che presto la stessa persona di cui si parla – con la sua straordinaria umanità, capacità politica e di emozionare – possa essere il candidato di tutto il centrosinistra alla guida del paese. Spero che questo non ti sembri poco. Secondo me nelle condizioni date è tantissimo.
    Ed allora diciamolo che laddove la sinistra sta praticando la strada dell’uscita dal “singolare maschile” quella parola “pseudo” che tu provocatoriamente utilizzi potremmo anche cominciare a rimuoverla. Insieme. Se ti pare.

    Con stima
    Michele Piras

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    • Massimo Mele   5 Novembre 2010 a 12:58

      Ciao Michele,
      grazie della risposta e accetto la tua correzione in quanto vera. Era Sinistra Unita e non SeL da sola. Credo a quanto dici e sono d’accordo che le fasi di passaggio presentino dei lati oscuri, primo fra tutti la presenza, ingombrante, dei tanti con una lunghissima storia politica alle spalle e che, a mio avviso, erano solo in cerca di una poltrona e non disponibili a gettare le basi di un nuovo progetto politico. L’esito delle elezioni e l’occupazioni dei posti lo dimostra. Ma fino a quando il potere rimarrà nelle loro mani, nelle mani di quelli che le decisioni se le prendono nascosti in qualche stanzino mortificando le assemblee e i momenti decisionali collettivi, il progetto di SeL così come quello di una nuova sinistra non potranno mai nascere. Io non sono adattissimo alla vita di partito, nè mi fa impazzire l’idea di ammuffire in qualche amministrazione, ma sono sempre pronto a spendermi e a sostenere progetto per la ricostruzione di una sinistra del rispetto, della contaminazione, dei diritti e di un nuovo modello economico e sociale. Ma sopratutto una sinistra capace di essere esempio, anche nel comportamento delle e dei singoli, di un nuovo di concepire le relazioni, la democrazia e la rappresentanza.

      Spero che riusciremo a trovarci presto insieme a lottare per il cambiamento.

      Con affetto
      Massimo Mele

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