Fuck positive: la nuova campagna antiaids dell’Aiuto Aids Svizzero (AAS)

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Di Massimo Mele il 23 Gennaio 2013. Nessun commento

Il sito della campagna

Vogliamo svegliare il paese con questa campagna” è il motto di “Fuck Positive” la nuova campagna svizzera dell’Aiuto Aids Svizzero (AAS) rivolta ai cittadini omosessuali.
Secondo gli ultimi dati ministeriali, tra la popolazione gay svizzera ben il 10% risulterebbe sieropositiva. Per questo l’associazione d’oltralpe ha deciso una campagna mirata particolarmente provocatoria “Il fatto che i farmaci aiutino a mantenere in vita i pazienti di malattia ha banalizzato la ferocia dell’HIV ma noi vogliamo ricordare la sua pericolosità”. Era partito proprio dalla commissione Nazionale Aids Svizzero la notizia che in presenza di una carica virale a zero per più di 6 mesi, la possibilità di trasmissione del virus è pressochè nulla. Ma tale comunicazione scientifica è stata percepita, da i più, come la fine dell’incubo “hiv” e ha dato il via, o perlomeno incrementato, il fenomeno “bareback”, il sesso senza precauzioni, che ora va per la maggiore non solo nelle grandi realtà metropolitane. E senza alcun limite dato dall’assenza della carica virale o addirittura di infezioni opportunistiche, come la Sifilide e altre MTS.
La nostra campagna dice chiaramente che, prima di tutto, le regole del sesso sicuro vanno rispettate ma chi è sieropositivo deve essere leale”. Attualmente, è possibilmente assumere dei farmaci in grado di inibire la replicazione virale ma il risultato dipende dai singoli e dallo stato della malattia ma il fatto che il virus sia inibito non ne impedisce la trasmissione. “I partner devono discutere tra di loro circa la prevenzione e il virus e sentirsi liberi di fare come meglio credono. Chi ha partner nuovi, dovrebbe sempre proteggersi” sottolinea Doris Fiala, neo presidente dell’AAS. Una festa a Zurigo, con ospite Gloria Viagra, ha dato l’avvio alla campagna che vede diverse foto di uomini intenti in rapporti sessuali.
Sul sito della campagna chiariscono il senso dell’iniziativa: “Per un approccio aperto nei confronti dell’HIV e contro la discriminazione delle persone sieropositive”. Si, perchè “Anche se un decimo degli uomini omosessuali è sieropositivo, negli ambienti gay il proprio status rispetto all’HIV è un tabù. Vogliamo parlarne e fare in modo che l’HIV diventi un argomento di discussione”. E, rispetto al sesso “Non è nemmeno negativo scopare con un uomo che sia sieropositivo, se ci si protegge con le regole del sesso sicuro e il preservativo. E se un partner sieropositivo si sta curando e risponde bene alla terapia, in certe condizioni è addirittura possibile fare sesso senza protezione“. L’importante è evitare qualunque rischio “Non è nemmeno negativo, a seguito di una situazione rischiosa, sottoporsi a un test, il più rapidamente possibile e comunque al massimo entro 72 ore. Come è noto, infatti, nei primi tre mesi la contagiosità è da 20 a 100 volte superiore“.
Sul sito della campagna alcune regole da seguire per diminuire il riscgio di trasmissione del virus e un indirizzo mail al quale è possibile richiedere le magliette “Fuck Positive”.

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