Il MOS invita tutte e tutti a partecipare alle manifestazioni previste per Sabato 5 Marzo in protesta per il modo in cui sono state approvate la Unioni Civili e in sostegno del matrimonio egualitario e la piena cittadinanza di gay, lesbiche e trans. Nella foto un momento dell’azione di ieri in piazza d’Italia. Di seguito il comunicato:
Dopo mesi di accesa discussione e 30 anni dalla prima proposta, il Senato italiano ha approvato una legge sulle Unioni Civili. Dovremmo essere felici ma non riusciamo a nascondere l’amarezza per un’altra occasione persa. Per la prima volta nel Parlamento italiano, e nel Paese, c’era una larghissima maggioranza favorevole ai diritti di gay e lesbiche, ma i partiti hanno preferito farsi la guerra che collaborare per portare l’Italia nell’Europa civile. Il testo approvato, infatti, è stato modificato perchè non contenesse alcun riferimento al matrimonio e privato di una sua parte fondamentale: la stepchild adoption. Diritti si ma nessuna uguaglianza: le nostre sono “formazioni sociali specifiche” e non famiglie e i nostri bambini sono figli di nessuno e privati dei loro diritti fondamentali.
Lo stralcio della stepchild adoption, da una proposta che giè era un compromesso al ribasso, confina le persone omosessuali in un limbo nel quale la genitorialità non è nè ammessa nè contemplata e quella già esistente è negata al genitore non biologico.
L’adozione sarebbe servita solo a mettere un sigillo legale su una situazione già esistente e a garantire a quella bambina e a quel bambino il diritto ad un futuro anche in caso di morte del genitore biologico.
Non approvare quella norma, stralciarla, significa semplicemente snaturare l’intera legge, renderla ingiusta, perchè soddisfa alcuni bisogni di una parte e come contropartita nega diritti all’altra parte, guarda caso quella più debole.
Inoltre l’invito ai giudici a continuare nella strada intrapresa, di legalizzazione delle adozioni, significa riconoscere implicitamente la capacità genitoriale di gay e lesbiche ma, vigliaccamente e abdicando al proprio ruolo, rifiutando di codificarlo per legge. Perchè i nostri non sono diritti ma concessioni. E a concederci queste cose sono gli stessi che vanno in piazza a gridare contro il gender, contro il pericolo della genitorialità gay e lesbica, contro la nostra stessa esistenza.
Ora basta, alziamo la voce. Scendiamo in piazza per l’unica cosa che vogliamo davvero: UGUAGLIANZA. Il 5 Marzo saremo in piazza, a Cagliari e a Roma, per il matrimonio egualitario, per le adozioni, per la piena cittadinanza di gay lesbiche e trans.
Movimento Omosessuale Sardo