Censura e consenso. Anche Biancaneve nel tritacarne mediatico

Home » News » News Sardegna » Censura e consenso. Anche Biancaneve nel tritacarne mediatico

Di Massimo Mele il 7 Maggio 2021. Nessun commento

Impazza sui media nell’ultimo periodo, e forse sempre più a sproposito, lo sproloquio sul tema del “politicamente corretto”. Si alternano così esternazioni che passano da una sorta di caccia alle streghe nella ricerca di “qualcosa da condannare”, al più classico “non si può più dire niente, dove andremo a finire?!”.

La polemica di turno riguarda il rinnovo di una famosa attrazione nel parco a tema Disneyland ad Aneheim in California. La giostra in questione è Snow White’s Scary Adventure, inaugurata nel 1995 e rinnovata proprio nel 2021 in Snow White’s Enchanted Wish, che riprende le vicende del film del 1937 Biancaneve e i sette nani. Con la recente ristrutturazione, l’attrazione ha subito diverse variazioni tra cui il finale: inizialmente terminava con la sconfitta della strega cattiva da parte dei nani, mentre ora si conclude con il famoso bacio del principe che risveglia la principessa dal suo sonno mortale. Ed è proprio questo epilogo la pietra dello scandalo che ha scatenato la polemica: il bacio non consensuale.

Ma andiamo con ordine: tutto nasce con l’articolo senza alcun fine scandalistico pubblicato lo scorso 1° maggio da due giornaliste, Julie Tremaine e Katie Dowd, sul giornale locale di San Francisco SFGATE, dove hanno recensito la nuova giostra e tra le altre cose sottolineato la problematicità del famoso bacio.

In pochi giorni, l’articolo che al 6 maggio conta solo ben 8 like su Twitter, ha sospettosamente fatto il giro del mondo fino ad arrivare in Italia con un commento sarcastico di Salvini per poi essere pubblicato da Libero Quotidiano. Arrivata alle orecchie del populismo italiano, tra vari meme e risate, scoppiano le grida di indignazione contro l’apparente ennesima censura degli ultimi tempi, addirittura rivolta contro i prodotti artistici, in questo caso della Disney.

Occorre fare subito chiarezza su su un dato oggettivo: il bacio che il principe da a Biancaneve mentre dorme, dunque non cosciente, non è consensuale! Volente o nolente un bacio dato ad una persona che non è nelle piene facoltà per poter rispondere, positivamente o negativamente che sia, non è consensuale.

Ma appurato ciò, resta ancora aperto a questo punto, un altro quesito a cui dare risposta: data la non consensualità del bacio, sarebbe quindi opportuno censurare/cancellare il film Biancaneve e i sette nani?

In questi ultimi anni sono state diverse le opere culturali, compresi alcuni dei classici Disney, a finire nel mirino delle polemiche per il loro messaggio e la loro rappresentazione negativa: film come Dumbo (1941) per la rappresentazione caricaturale e razzista nei confronti delle persone nere attraverso i personaggi dei corvi, Le avventure di Peter Pan (1953) per la modalità stereotipata con cui raffigurava gli indiani d’America, Lilli e il Vagabondo (1955) per i personaggi dei gatti siamesi fortemente caricaturali nei riguardi delle persone asiatiche.

Si potrebbe continuare ancora con un lungo elenco, ma questa volta è il turno di Biancaneve e il dibattito sulla necessità di una sua eventuale censura o meno. La desolazione riguardo tutta questa vicenda risiede proprio dentro questa domanda, che non dovrebbe certo essere l’argomento di discussione; piuttosto dovremmo approfittare dell’attenta osservazione delle due giornaliste per aprire il dibattito circa la capacità del pubblico televisivo e cinematografico di saper fruire del prodotto offerto in maniera critica e consapevole.

Piuttosto che l’eliminazione di un prodotto problematico realizzato ormai quasi più di 100 anni fa, bisognerebbe imparare a contestualizzarlo nell’epoca di realizzazione, riflettere sui suoi contenuti con pensiero critico, analizzarlo per poter capire a pieno ciò che si guarda e imparare così dal passato per evitare di ripetere determinati tipologie di rappresentazione che, ormai nel 2021, sono datate e decisamente riconosciute come negativi.

Anche il celebre film Via col vento di Victor Flemming del 1939, non solo vede la personaggia Mami, interpretata da Hattie McDaniel, come una donna nera che fa da serva ad una donna bianca, ma addirittura nel doppiaggio italiano non sa neanche coniugare i verbi ed utilizza sempre il tempo infinito presentando un ritratto fortemente razzista che oggi sarebbe giustamente inaccettabile.

A questo punto è ancora importante focalizzare l’attenzione sulla necessità di censurare o meno un film? Abbandonando le poco edificanti frasi comuni come “non si può più dire niente” sarebbe invece molto più fruttuoso aprire il dibattito su quanto siano sbagliate questo genere di rappresentazioni, figlie di culture e periodi storici che hanno però lasciato in eredità latenti concezioni che ancora oggi viziano il pensiero comune.

In attesa di scoprire chi farà scoppiare la prossima bufera quando si accorgerà che ne La bella addormentata è riproposta la stessa scena del bacio di Biancaneve, non possiamo che invitare il pubblico a utilizzare spirito critico nel riconoscere e non perpetrare tutti quegli stereotipi che hanno a lungo rappresentato in maniera negativa comunità e categorie di persone.

Gabriele Stacca

Pubblica un commento