Un saluto a Cloe Bianco

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Di Simone Sanna Venerdini il 18 Giugno 2022. Nessun commento

Un saluto a Cloe che ha scelto di abbandonare la vita dopo aver lottato duramente. La docente era stata allontanata dall’insegnamento. Lavorava nelle segreterie scolastiche e viveva nella “piccola casa a quattro ruote”. Sul blog l’annuncio del suicidio: “Così termina tutto ciò che mi riguarda”.

Una scelta forzata forse dagli avvenimenti che hanno fatto seguito al suo coming out, avvenuto nel 2015. Perché studenti e (soprattutto) genitorə non presero bene la decisione. E ancor meno la Scuola che prima la sospese per tre giorni e poi la reputò incompatibile con l’insegnamento e la spostò in segreteria.

“La cosa peggiore è che i genitori in primis erano delle merde che la vedevano come un fenomeno da baraccone facendo code lunghissime ai colloqui con lei (cosa che prima non succedeva mai) solo per vederla di persona e poi deriderla”, dice una “sua studentessa”. 

“Il possibile d’una donna brutta è talmente stringente da far mancare il fiato, da togliere quasi tutta la vitalità. Si tratta d’esistere sempre sommessamente, nella penombra. In punta di piedi, sempre ai bordi della periferia sociale, dov’è difficile guardare in faccia la realtà. Io sono brutta, decisamente brutta, sono una donna transgenere. Sono un’offesa al mio genere, un’offesa al genere femminile. Non faccio neppure pietà, neppure questo” scriveva Cloe Bianco sui suoi social.

Nel ricordarla vorremmo riproporre le delicate parole di Porpora Marcasciano che condividiamo pienamente:

“Il mal di vivere, la nuda vita, difficile,dolorosa a volte insopportabile. Procedere in un mondo avverso non è semplice tantomeno scontato. Aldilà dell’emancipazione ottenuta e sostenuta, dei tanti piccoli passi percorsi, della vivibilità/visibilità conquistata, la cultura vetero patriarcale continua a opprimere a volte visibilmente, altre subdolamente. Essa ti assale nei momenti di debolezza spingendoti all’angolo. Quando la famiglia ti abbandona, quando il gruppo dei pari si disgrega, quando l’anomia sociale dilaga e il mondo attorno ti distrugge con lo sguardo, le scelte si restringono e diventano tragicamente coatte. La decisione estrema se da una parte è cosa profondamente personale dall’altra è costruita sulle circostanze cupe e insostituibili.”

Ciao Cloe, adesso finalmente puoi essere te stessa.

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