MOS: poliziotti alla sbarra, giovedì forse il verdetto

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Di Massimo Mele il 5 Ottobre 2010. 2Commenti

Sassari. Giovedì 7 Ottobre nuovo, e forse ultimo, appuntamento del processo che vede coinvolti i due poliziotti che nel Maggio 2005, a pochi giorni dal voto, trattennero una notte in Questura Massimo Mele, allora candidato a Sindaco per la lista Liberiamo Sassari, e Paolo Giuliani e Gianuario Muntoni candidati nella stessa lista. Fermati nei pressi di Corso Vico verso le 2:00 di sabato notte, mentre si recavano ad un comizio al Governo provvisorio, i tre vennero perquisiti in mezzo alla strada e, in seguito, condotti in Questura da cui uscirono solo alle 6:00 del mattino. “Circolare a quest’ora di notte è sospetto” sostennero i due poliziotti pugliesi, mandati in Sardegna come rinforzo per avvalorare la tesi dell’allora ministro Pisanu sull’eversione armata dei gruppi anarchici nella nostra isola. Teorema smentito dai fatti ma che vide il territorio estremamente militarizzato per diversi anni.

L’ispezione – In Questura i tre vennero condotti, uno per volta, in una piccola stanzetta dove vennero fatti denudare e ispezionati meticolosamente. “Ora divarica le gambe e fai delle flessioni” e, con guanti di lattice alle mani, ispezionarono anche l’orifizio anale in cerca, si legge poi nel verbale, di armi e oggetti esplosivi [..sic!].

Le motivazioni – Dopo la prima percuisizione in strada, e dopo aver trovato il materiale di campagna elettorale con foto e informazioni personali, ovvero l’appartenenza al Movimento Omosessuale Sardo di tutti e tre i candidati, i due poliziotti mutarono il comportamento e, con voce autoritaria, cercarono di intimorire i tre miltanti in tutti modi, concludendo con un esplicito “Adesso vedrete chi comanda qui!”.

Il rilascio – Verso le 5:00 del mattino soppraggiunsero in Questura diversi altri candidati della lista ed esponenti di IRS (Indipendentia Repubrica de Sardigna) guidati da Gavino Sale per richiedere l’immediato rilascio dei tre fermati. Solo dopo un’ora, e per il timore che altre centinia di persone giungessero in Questura, Massimo, Paolo e Gianuario vennero rilasciati. Nei verbali redatti in seguito sparì miracolosamente sia l’ispezione “profonda”, illegale per la ricerca di armi, sia la perquisizione in strada, anche questa illegale.

Il processo – Dopo due richieste di archiviazione da parte del pm Andrea Garau, che i poliziotti sotto accusa indicano come il magistrato in servizio che avrebbe accordato l’autorizzazione alla perquisizione, il GIP accoglie il ricorso del MOS e impone al PM di formulare le accuse. nelle carte ci sono tutti i presupposti per l’avvio di un processo. L’ostinazione del MOS, rappresentato dell’avvocato Pina Zappeto, e il dettagliato lavoro di raccolta di prove e testimonanzia è stato alla fine premiato.
A cinque anni di distanza dai fatti, il processo volge finalmente al termine. Sentiti tutti i testimoni della difesa, fra cui Gavino Sale e Giovanni Masia di IRS e alcune delle tante persone che accorsero in questura per chiedere l’immediato rilascio die tre candidati. Sentite le persone offese, Massimo Mele e Paolo Giuliani, che ripercorsero, nel dettaglio, l’andamento di quella orribile nottata. Evidenziate le discrepanze fra il verbale redatto la notte e quello  scritto il giorno dopo, probabilmente dietro consiglio di qualche superiore o direttamente di un avvocato. Interrogati anche i due imputati che tra “non ricordo” e “non mi sembra” non risultarono granchè credibili, sopratutto nel contro-interrogatorio dell’avvocato Zappetto.

Le reazioni – “Ci aspettiamo una condanna ed un risarcimento simbolico che, ovviamente, utilizzeremo in una nuova campagna contro l’omofobia nelle forze dell’ordine” è il commento di Massimo Mele. “Dopo anni di impunità per poliziotti e dirigenti di polizia, da Genova in poi, continua Paolo, questa condanna avrebbe un significato importante: i poliziotti non sono al di sopra delle leggi e gli abusi che loro compiono su persone innocenti devono essere severamente puniti”

Giovedì forse la sentenza e, salvo fatti clamorosi, la condanna dei due poliziotti e l’avvio della causa civile di risarcimento.

2 Responses to MOS: poliziotti alla sbarra, giovedì forse il verdetto

  1. queerrilla   6 Ottobre 2010 a 00:32

    Che storiacce. E pensare che in Inghilterra e in altri Paesi civili ci sono addirittura divisioni GBLT delle forze dell’ordine!!

    Questo è proprio fascismo.

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