“Non si ripara ma si costruisce” La psicologia risponde a Rigon

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Di Massimo Mele il 7 Marzo 2011. Nessun commento

L’Ordine degli Psicologi della Liguria risponde alle dichiariazioni sulle presunte “terapie riparative” per intervenite sull’omosessualità: “Nessuna base scientifica, la psicoanalisi costruisce, non ripara”

GENOVA. Non sono bastate le parole del Presidente del Consiglio “meglio appassionato di belle ragazze che gay” o quelle più recenti dell’Arcivescovo di Siena “l’omosessualità sarebbe ripugnante”. Ci ha pensato anche Monsignor Rigon ha sferrare un nuovo colpo contro la comunità omosessuale e l’ha fatto in occasione dell’inaugurazione dell’anno ecclesiastico dichiarando che “il problema dell’omosessualità è indotto perché non si nasce omosessuali, salvo rarissimi casi di gravi disturbi ormonali. Bisogna dunque prenderla dall’inizio e allora si può superare con la psicoterapia. Ma se l’omosessualità è incancrenita è molto più difficile. Non c’è matrimonio che possa aiutare questa persona. Deve essere affrontata nella prima adolescenza, ne sanno qualcosa i nostri consultori”.

Immediate le reazioni da parte della comunità omosessuale, sostenute dall’Ordine degli Psicologi della Liguria che nel corso dell’incontro pubblico presso la sala Piramide hanno reagito alle parole del vicario giudiziale di Genova, definendole “false e pericolose”. Insieme all’Ordine degli Psicologi anche l’Ordine dei Medici per dare alla cittadinanza un’ufficializzazione scientifica, in contrapposizione alle dichiarazioni di monsignor Rigon, ma anche per prendere una presa di posizione a tutela della minoranza sociale contro i pregiudizi.

Tre i temi sui quali gli ordini hanno voluto dare chiarimenti a partire dal fatto che “l’omosessualità non è una malattina”. Lo illustra con precisione il professor Vittorio Lingiardi, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psciologia clinica della Sapienza di Roma presentando al pubblico in sala le tappe che hanno portato l’organizzazione mondiale della sanità a dichiarare nel 1990 che “l’omosessualità è una variante naturale del comportamento sessuale”. Dispiaciuto per la mancanza di un confronto con chi ha lanciato l’accusa, lo psicologo cerca di capire quali siano le cause e le motivazioni che hanno spinto un personaggio con tale responsabilità sociale a fare tali affermazioni senza considerare l’impatto sull’inconscio e subinconscio delle minoranze a cui sono state rivolte. Minoranze sociali già costrette a confrontarsi quotidianamente con i pregiudizi della nostra società. Parla di “minority stress” il professor Lingiardi, dimostrando come il malessere riscontrato negli omosessuali sia la conseguenza dell’omofobia radicata nella nostra società che genera nell’individuo un autodisprezzo e non accettazione del proprio essere. Oggi gli studi di psicologia si concentrano su quest’ultima individuata come una delle principali cause di disturbo psicologico rilevato nelle minoranze. L’intervento della psicologia in questo caso è “ascoltare aiutando l’individuo a volersi bene per come è”, in netta contrapposizione alle terapie riparative che stando a quanto dichiarato dal monsignor verrebbero applicate nei consultori.

Due i campanelli di allarme sollevati: “quali sono questi consultori” si chiede il presidente dell’Ordine dei Medici, il dottor Enrico Bartolini, invitando i presenti in sala, i cittadini, a segnalare e sollevare particolarità di una cultura complessa non consona mentre il dottor Ferrarini, Presidente Nazionale della Società Italiana Psichiatria, sottolinea che non esistono terapie riparative e non vi è nessun riconoscimenti in termine scientifico verso quest’ultime: “la terapia psicoanalista lavora nella costruzione dell’identità, di senso e di speranza e non di distruzione della propria personalità”.

Alle precisazioni scientifiche e mediche seguono quelle “umane” della comunità Arcigay rappresentata da Rebecca Zini, responsabile salute nazionale Arcigay e Valerio Barbini, Presidente ArciGay Genova, che raccontano la quotidianità e le difficoltà dell’appartenere ad una minoranza attraverso testimonianze dirette. Sono arrabbiati per le parole del Monsignor Rigon, delusi perchè consapevoli delle ferite che arrecano negli animi di chi si deve confrontare ogni giorno con la propria personalità. Concludono l’incontro informativo una Rita De Santis arrabbiata e delusa dalle istituzioni italiane, accusate di non ascoltare le richieste dei cittadini che chiedono maggiori diritti perché considerati di Serie B ma che pagano le tasse esattamente come quelli di Serie A. Gli applausi che seguono dopo l’intervento di una madre, Presidente Nazionale Agedo che lotta non solo per i diritti del figlio ma di tutti i figli conferma l’opinione dei presenti in sala. Segue l’intervento di Gianni Geraci del Gruppo Ricerca fede e omosessualità e incantano le sue parole di cattolico credente e omosessuale mentre racconta le proprie esperienze con le terapie riparative degli anni ’80 e la sua costante lotta per far si che la Chiesa possa tornare ad essere cattolica rivolgendo i suoi valori a tutti i fedeli senza distinzione.

Di Giulia Piaggio, pubblicato da Vivere Genova, 5 marzo 2011

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