Elezioni regionali 2019: Mosinforma incontra Maria Paola Curreli

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Di Massimo Mele il 23 Febbraio 2019. Nessun commento

Maria Paola risponde alle Sentinelle in piedi

Maria Paola risponde alle Sentinelle in piedi

In vista delle prossime elezioni regionali del 24 Febbraio 2019 abbiamo incontrato Maria Paola Curreli, candidata indipendente nella lista del PD per la coalizione che sostiene Massimo Zedda come Presidente. Maria Paola, ex dirigente scolastica e sindacalista, è esponente dell’Agedo, l’associazione dei parenti ed amici di persone omosessuali e collabora con il MOS in diverse attività fra cui il Gruppo Scuola.
Maria Paola, perchè hai deciso di candidarti?
Per anni mi hanno chiesto di candidarmi e ho sempre rifiutato perchè tra il lavoro e il mio impegno nel volontariato non avevo il tempo per affrontare seriamente un mio eventuale ingresso in politica. Lo scorso anno ho deciso di concludere la mia esperienza lavorativa e ho chiesto un prepensionamento, per cui ho molto più tempo a disposizione e ho pensato che avrei potuto utilizzare le mie competenze e l’esperienza maturata nella scuola e nell’attivismo associativo per contribuire ad un rinnovamento della politica e della classe dirigente. Eppoi non posso negare di essere piuttosto preoccupata della realtà che stiamo vivendo. Tutto questo odio, questa violenza dialettica che si traduce sempre più spesso in violenza fisica e psicologica contro le donne, le persone LGBT, le e i migranti. Per restare in tema, credo che questa alleanza “contronatura” che ci governa (Lega-5s), stia diventando un pericolo per la convivenza sociale e per la democrazia. E mi terrorizza la sudditanza di un partito, storicamente antifascista come il Psd’Az, alla Lega salviniana, che si delinea sempre più come un partito non solo populista ma fortemente autoritario.
Dopo le proteste contro la “buona scuola” e le critiche alla riforma sanitaria regionale, come mai hai deciso di candidarti proprio con il PD?
Ho criticato il PD dall’arrivo di Renzi, di cui la legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”, è sicuramente il livello più basso. Sono stata da subito in piazza contro la riforma ma ho cercato anche di studiarla a fondo per trovare le soluzioni migliori in un’interpretazione “estensiva” del provvedimento. Lavoravo 80 ore la settimana per poter svolgere il normale lavoro amministrativo ed adempiere anche alle “molestie burocratiche” della legge. E’ anche per questo che ho deciso per la pensione anticipata. Ma credo che il PD non sia solo Renzi, soprattutto adesso. Dentro c’è molto di più. L’esperienza di questa candidatura mi ha fatto conoscere un aspetto del partito che non conoscevo, mi ha permesso di incontrare tante persone valide e competenti che mi hanno accolto con calore ed entusiasmo. Devo dire che nel gruppo con cui lavoro mi sento a casa.
maria_paola2Lo scorso 4 Marzo non ho votato PD ma devo ammettere che a sinistra non è nato niente di nuovo, se non piccole esperienze autoreferenziali per cui penso che si possa lavorare per cambiare un partito che ha visto passare di tutto al suo interno, da Adinolfi alla Binetti, ma che può ancora fare la differenza. E oggi la battaglia vera è quella contro la destra sessista, omofoba e razzista.
Riguardo alla riforma sanitaria la penso come Zedda. Fino ad ora abbiamo visto solo gli effetti peggiori della riforma che è stata proposta e attuata piuttosto male, con tagli lineari che non hanno avuto come obiettivo la salute delle persone ma solo dei conti. Ma la logica dell’ATS, cioè di una struttura unica regionale che permette di tagliare gli sprechi e di standardizzare le prestazioni migliorandone la qualità per tutti e tutte, non è sbagliata. Per cui andrà sicuramente rivista e rimodulata ponendo sempre al centro le persone reali e non i numeri.
La rete di associazioni LGBT del coordinamento del Sardegna Pride ha proposto una legge contro l’omo/transfobia. Non ti chiediamo se la condividi poiché da anni ti batti contro l’omofobia e sei impegnata nell’educazione ad una cultura del rispetto sia nella scuola che nella società. Pensi che sia esaustiva o che si possa fare di più?
Credo che si potrebbe pensare al coinvolgimento dell’Università nella formazione sulle differenze, inserendo la formazione delle e degli insegnanti su queste tematiche nelle scuole di specializzazione. L’educazione al rispetto, partendo dal contrasto degli stereotipi di genere, è essenziale in una logica di lotta alle discriminazioni, al sessismo ed alla violenza e dovrebbe iniziare dalla scuola dell’infanzia per impedire che i pregiudizi, dettati dall’ignoranza, vengano assorbiti ed interiorizzati.
Concludiamo con una considerazione sulla presenza di genere nel consiglio e nella Giunta. Pensi che questa tornata elettorale farà la differenza?
Credo che la legge elettorale approvata non “garantisca” una rappresentanza di genere, ma solo la presenza in lista di un numero di donne uguale agli uomini. Ma senza una reale educazione di genere, difficilmente la sola presenza in lista può determinare l’elezione delle donne. Io spero che saremo in molte nel prossimo consiglio ma spero soprattutto che vengano elette le donne più competenti, perchè penso che potremmo fare la differenza.
Grazie del tuo tempo e in bocca al lupo
Grazie e viva la lupa

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