Master and back nell’isola, tassate le borse di studio

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Di Massimo Mele il 14 Ottobre 2010. Nessun commento

Il deputato Giulio Calvisi

Master and Back è un progetto ideato dalla giunta Soru per sviluppare in Sardegna lavori e servizi assenti per mancanza di formazione specifica. L’idea, tanto semplice quanto efficace, è di mandare studenti e studentesse sarde in Italia o all’estero, con una borsa di studio regionale, per acquisire conoscenze e professionalità da spendere poi sulla nostra terra. E’ attraverso il Master and Back che Andrea Argiolas ha potuto formarsi al M.I.T. (Movimento Italiano Transessuali) di Bologna ed avviare il consultorio per l’identità di genere a Cagliari. Crediamo anche noi che la formazione sia alla base dello sviluppo di un territorio. La giunta di destra di Cappellacci, il figlio dell’ex commercialista di Berlusconi, non ha mai mostrato grande interesse verso il progetto e, in più occasioni, ha cercato di ridimensionarlo. Per questo pubblichiamo l’articolo della Nuova Sardegna sull’allarme lanciato dal deputato Giulio Calvisi.

La Nuova Sardegna 14/10/2010

CAGLIARI. «Ti aiutiamo a volare oltre la laurea» è lo slogan della Regione che accompagna i bandi per il Master and back, non più un’azione una tantum ma una scelta strategica per far crescere i giovani sardi. La Regione aiuta «a volare» i giovani che vanno a compiere esperienze professionali fuori dall’isola ma la scoperta amara per gli interessati è che ora sull’assegno ricevuto dovranno pagare le tasse.
Il deputato Giulio Calvisi («è un autentico scandalo») ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia e delle finanze per sapere come intenda garantire «nei limiti della somma corrispondente alla quota a carico del Fondo sociale europeo, pari al 50 per cento, l’inapplicabilità della ritenuta», (prevista da un decreto della Regione).
Sono centinaia i giovani sardi che hanno beneficiato dei finanziamenti previsti dal programma Master and back e dal bando «Giovani ricercatori» gestiti rispettivamente dall’Agenzia per il lavoro e dal Cnetro regionale di programmazione. Tutte e due le borse di studio sono parzialmente finanziate con risorse provenienti dal Fondo sociale europeo. Dalla parte dei giovani c’è il regolamento dello stesso Fondo sociale europeo che stabilisce l’integrità del contributo in modo che i beneficiari ricevano l’importo senza nessuna detrazione o trattenuta né alcun onere specifico. «La partecipazione della Regione all’operazione», scrive Calvisi nell’interrogazione che ieri è stata sottoscritta dagli altri deputati sardi del Pd, «avviene come intermediaria tra la Commissione europea e il beneficiario» cioè il giovane.
L’agenzia regionale per il lavoro, però, ha dato un’interpretazione diversa. Il direttore dell’Agenzia, Stefano Tunis, dice: «Il termine beneficiario utilizzato dal regolamento Ce identifica l’operatore, organismo o impresa, pubblico o privato, che realizzano un singolo progetto e ricevono l’aiuto pubblico». In sostanza non il giovane ma la stessa Agenzia del lavoro. Un parere della Regione in totale accordo con l’Agenzia delle entrate.
Un parere opposto da parte della Regione sarda rispetto a quanto ha deciso la Regione Puglia che dopo aver acquisito il parere dell’Agenzia delle entrate ha stabilito che «il beneficiario della specifica forma di aiuto europeo, individuato secondo la formulazione del regolamento del 2006, risulta essere il soggetto al quale viene assegnata la borsa di studio». Il risultato è uno solo: i giovani laureati nell’isola che, per premio e non per diritto – come sottolinea il sito della Regione – hanno ricevuto l’assegno del programma Master and banck (finanziato dall’Europa) dovranno pagare le tasse; al contrario dei pugliesi.

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