L’eccessivo orgoglio dei Pride può essere un boomerang

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Di Massimo Mele il 28 Maggio 2012. Nessun commento

In vista delle prossime manifestazioni per l’orgoglio Gay, lesbico e transgender, crediamo sia utile aprire una discussione sul significato stesso del Pride e del concetto di visibilità, considerato dal movimento GLBT un valore fondamentale della militanza. Le critiche al Pride quale carnevalata, ostentazione, eccesso ecc., con l’accusa di diventare un boomerang per le stesse persone omosessuali descritte, dai mass media, solo nel loro aspetto più folkloristico o eccessivo, sono molto frequenti, sopratutto nel mondo GLBT. Eppure bisognerebbe sforzarsi di capire che i media tendono a concentrarsi più sul clamore e lo spettacolo, su tutto ciò che fa audience, tralasciando tutto il resto. Dei Pride conosciamo bene le tette al vento delle trans, le piume e le paillettes, mentre nulla sappiamo delle associazioni e dei gruppi GLBT che riempiono le manifestazioni di contenuti politici. Eppure sono due facce di un mondo variegato, plurale, colorato così come la bandiera rainbow che lo rappresenta. Il movimento GLBT si batte per il rispetto delle diversità, per il diritto all’autodeterminazione sul corpo e nelle scelte di vita, sulla libertà di ognuno di noi di esprimersi nelle forme in cui meglio si realizza. Per questo crediamo sia utile aprire una discussione e lo facciamo con una lettera di condanna senza appello delle manifestazioni dell’orgoglio GLBT, considerate “un circo o un carnevale” che avrebbero un effetto negativo sulla vita delle stesse persone gay, lesbiche o bisex. La discussione è aperta, il confronto, pacato e rispettoso, è sempre il benvenuto.

Una riflessione sul PRIDE

Considerando le notizie di questo utile blog, cerco di andare un po’ contro corrente.
Per anni, anche prima di scoprire la mia bisessualità perfetta ( intesa come 50 %), mi sono sempre chiesto l’utilità del GayPride.
Come la maggioranza dei ragazzi e delle ragazze scopertesi ( termine che non mi è mai piaciuto) gay, ho affrontato anni difficili dovuto al mio sentirsi inappropriato non perché provassi attrazione per persone del mio stesso sesso, ma perché non potevo dimostrare, quando ho avuto il mio primo ragazzo, l’affetto che provavo per lui apertamente in pubblico, considerando comunque che ho sempre odiato le eccessive dimostrazioni di affetto sia gay che etero in pubblico. Ho sempre pensato che l’errore più grande del mondo gay, sia sempre stata l’eccessivo orgoglio di ciò che si è, alcuni esempi: non esiste un etero pride (eng, orgoglio) , per cui mi sono sempre domandato per quale motivo noi dovessimo manifestare in piazza?
Il significato delle manifestazioni, di qualsiasi tipo, è sempre stato quello di dimostrare un’insofferenza o un sopruso, ma manifestare come un circo o carnevale può ottenere l’effetto contrario.
Io vengo da un piccolo paese, ma da una famiglia vecchio stile, numericamente eccessiva. Grazie all’eccessivo numero di parenti di primo grado, vivendo a stretto contatto quotidiano con tutti loro, ho potuto conoscere sin da piccolo personalità svariate. Nella mia famiglia sono presenti omofobi, liberali, comunisti, fascisti, cristiani incalliti, omosessuali etc, ma tutti nell’insieme sono sempre stati in armonia, senza che le loro caratteristiche caratteriali potessero ledere i rapporti… perché? Perché la volontà di armonia familiare può riuscire a azzerare le differenze. Ognuno di loro mantiene salde le proprie convinzioni, ma non per questo il comunista arriva ogni giorno con la falce e martello, il fascista col fascio e il cristiano con la croce grandezza naturale alle feste di famiglia…
Quello che penso per cui è che il modo migliore per ottenere parità sia mostrarsi pari, pretendere di essere visti pari, e in questo gli eccessi non aiutano. Il ghettizzarsi dietro stereotipo non fa altro che aumentare gli stessi. Per cui se per strada un bambino vede un ragazzo truccato e piastrato, non associa questo ad un eccessivo narcisismo, ma alla frase sfuggita alla madre omofoba durante il gaypride… se invece lo stesso bambino capisce che la diversità non è pericolosa, ma che serve a crescere non avrà mai problemi se vede un ragazzo che dimostra amore per un altro ragazzo.
L’essere gay non è perline e strass ma amore.
L’amore non ha sesso, l’amore non ha razza, l’amore non ha tempo. Per cui bisogna vivere la propria vita di tutti i giorni nel proprio mondo, con la consapevolezza di essere uomini, di essere vivi. Uomini capaci di grandi gesti di fratellanza, ma capace di credersi unici, talmente tanto unici che quelli diversi da noi gli escludiamo, e non solo per il sesso.
Con questo vorrei una Sardegna in cui non ci si ponga agli altri come qualcuno di diverso, ma come qualcuno di ugualmente diverso.
Vorrei che non ci ghettizzassimo dietro la paura, dietro la convinzione che nessuno ci capisca e accetti, ma che lentamente facessimo crescere la cultura verso un pansessualità… anche il più duro degli omofobi protegge il proprio fratello gay.

Luca

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