Grande successo del Sardegna Pride: a Cagliari più di 20000 persone

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Di Massimo Mele il 13 Luglio 2015. Nessun commento

Il Sardegna Pride è ormai diventato un appuntamento imperdibile in Sardegna. Anche quest’anno una folla impressionante ha preso parte alla grande manifestazione che Sabato 27 Giugno ha sfilato per le vie di Cagliari al motto di “Impari pro is deretos” (Insieme per i diritti). E aumenteremo perchè il Pride è veramente la festa di tutte e tutti quelli che non accettano l’omofobia, la trasnfobia come qualunque altra discriminazione o razzismo. In piazza per i diritti, le libertà e la piena cittadinanza di tutte e tutti, per dire no alla violenza ed al razzismo, per imparare a convivere nel pieno rispetto dei singoli percorsi. A seguire l’intervento di Barbara Tetti, presidente del MOS, alla partenza del corteo e il documento di ringraziamenti del coordinamento del Sardegna Pride

L’intervento di Barbara Tetti presidente del MOS

Dopo una giornata come quella di sabato 27 giugno, in cui decine di migliaia di persone da tutta la Sardegna sono scese in piazza e hanno manifestato lungo le strade del centro di Cagliari per il Sardegna Pride 2015, la quarta parata per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer nella nostra Isola, ci sentiamo in dovere di ringraziare tutte e tutti coloro che hanno reso possibile un successo così straordinario.

sardegna_pride_15_bCrediamo che in tutto il mondo i Pride siano, ancora oggi, un importantissimo strumento per portare alla luce del sole e all’attenzione dell’intera cittadinanza le istanze dei movimenti lgbtq… e non solo: anche di tutte quelle persone che – consapevoli che una società migliore debba essere anche più giusta, più equa, più libera e debba riconoscere i diritti di tutte e tutti all’auto-determinazione e all’auto-rappresentazione – hanno voluto esser parte e far proprie le battaglie di una minoranza, trasformandole in questo modo in battaglie universali.

Certo, i Pride hanno un significato più rilevante in quei luoghi del mondo in cui l’omosessualità, la transessualità e qualsiasi “difformità” dalle norme precostituite, sono ancora punite, represse, limitate o osteggiate; in cui l’omofobia si fa legge o comportamento appoggiato da quello stesso Stato che dovrebbe piuttosto difendere i propri cittadini e cittadine. Ma anche in un Paese come sardegna_pride_15_al’Italia, in cui sembra impossibile – a differenza delle altre nazioni europee e “occidentali” – approvare una qualsiasi norma che preveda delle aggravanti per reati commessi con odio omo-transfobico, o tanto meno una legge che preveda l’equiparazione dei diritti sul matrimonio e sull’adozione, i Pride restano un inestimabile mezzo di contestazione: una commemorazione e una festa insieme, una marcia politica, un’occasione per la liberazione e l’orgoglio di ciascuna e ciascuno, con la quale scuotere i sonnolenti palazzi delle istituzioni, ancora ignave, confuse, titubanti, fuori dalla storia.

E l’importanza dei Pride è testimoniata soprattutto dalla partecipazione, non solo quantitativamente impressionante (considerando tutti gli appuntamenti dell’Onda Pride, a livello nazionale si parla di più di un milione di persone scese in piazza dal Trentino alla Sicilia), ma anche trasversale per età e composizione: dai giovanissimi alle famiglie (etero e omoparentali, senza distinzioni), dai rappresentati delle istituzioni locali e dei partiti ai gruppi autonomi e auto-organizzati, dalle associazioni culturali agli artisti, alle singole persone interessate e motivate. E, inutile negarlo, questo risultato straordinario in Sardegna è frutto anche dell’attivismo e di quell’inedito percorso “preparatorio” che, nelle settimane precedenti, tra la QueeresimaDiritti al Cuore e le tante altre occasioni di incontro e approfondimento, hanno preceduto la grande parata del 27 giugno.

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