Gay aggrediti con violenza a Roma e Palermo. I colpevoli rilasciati dopo poche ore

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Di Massimo Mele il 1 Maggio 2013. 13Commenti

"Questo è il volto dell'omofobia" ha scritto Wilfred de Bruijn's sotto la sua foto pubblicata su Facebook

Diverse aggressioni di stampo omofobico denunciate negli ultimi giorni in Italia. Da Arezzo a Palermo passando per Roma. Aggressioni particolarmente violente, come quella avvenuta qualche giorno fa a Parigi, a ridosso dell’approvazione dei matrimoni gay in Francia, probabile reazione di uno scontro ideologico che la chiesa cattolica ha voluto esasperare. In Italia il mancato riconoscimento dell’omofobia come fattispecie di reato e le continue esternazioni omofobiche di politici e religiosi contribuiscono ad alimentare un clima di odio ed una coscienza di impunità. Gli aggressori di Roma, arrestati dai carabinieri, sono stati rilasciati dopo nemmeno 48 ore.

Roma. All’uscita dal locale in cui lavorano, Luigi Esposito e Nicolas Garcia, sabato notte, sono stati aggrediti da un gruppo di sette persone, composto da quattro ragazzi e tre ragazze; questi li hanno avvicinati con fare minaccioso, prima gli insulti e poi le botte.
Luigi ha provato ad entrare in auto, ma, “è stato tirato fuori a forza, buttato per terra e preso a calci e pugni. L’altro ha cercato invano di difendere l’amico, ricevendo un pugno in un occhio. Gli aggressori hanno utilizzato anche una bottiglia rotta”. Un terzo ragazzo, che ha assistito alla scena ma fortunatamente è riuscito a mettersi in salvo, ha allertato le forze dell’ordine che in poco tempo sono riuscite ad arrestare i colpevoli. Per loro non è la prima aggressione. Nicolas era già stato aggredito, sotto casa, in zona Appia, ma questa volta gli è andata peggio. Gli hanno rotto uno zigomo e hanno intaccato un muscolo. Lo stanno operando di urgenza e rischia la paralisi di un occhio. Luigi è ingessato. A dare la notizia è stata Imma Battaglia, presidente di D’gay Project e amica personale degli aggrediti e dei loro compagni con cui collabora da tempo, Mauro e Carmelo, in arte Karma B, direttori artistici del Gorgeus I’m, la discoteca in cui avevano appena finito di lavorare i due ragazzi aggrediti.

Imma Battaglia denuncia il fatto che: “Roma è ormai diventata terra di nessuno, abbandonata a se stessa, alla criminalità, alla violenza e al caos: si percepisce con chiarezza un senso di pericolo, precarietà e insicurezza, dovuto all’assenza della politica. Le politiche sulla sicurezza devono andare di pari passo con un grande lavoro di educazione alle differenze e formazione nelle scuole”.

Palermo. Aggressione anche a Palermo, città che tra poco più di un mese ospiterà il Pride nazionale. Un rumeno di 24 anni è stato aggredito a colpi di martello all’interno di un internet point in via Torino. Il giovane stava navigando su internet e aveva aperto un sito, dove c’erano numerose immagini di giovani uomini.
Uno dei clienti lo ha ingiuriato. Ne è nata una lite. A questo punto l’aggressore da una valigia ha estratto un martello e ha colpito la vittima. I medici hanno soccorso la vittima che è stata trasportata al pronto soccorso del Policlinico. Gli stati dati alcuni punti di sutura. Gli agenti della polizia stanno cercando l’aggressore che sarebbe un immigrato.

Se a Palermo la ricerca continua, a Roma gli autori dell’aggressione, arrestati sul posto dai carabinieri, sono già stati rilasciati in attesa di processo e liberi di girare per la città. “Dopo l’aggressione denunciata a Roma, arriva oggi la notizia di altro epidodio di violenza a Palermo e di un altro ad Arezzo: le aggressioni omofobe sono all’ordine del giorno. Occorre intervenire concretamente per dare un chiaro segnale di contrasto”. Lo denuncia in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, invitando il neo premier Enrico Letta a presentare un decreto legge ad hoc. Anche secondo la Battaglia uno dei problemi è “la mancanza di una legge impedisce che certe problematiche vengano superate. Chi fa certe cose deve capire che quello che ha fatto è grave, anche se ha vent’anni, e non parlo di giustizialismo, ma di risarcimenti economici, fare quello che si fa in America. Lì il sistema prevede l’arresto, la condanna e un anno di volontariato presso un’associazione gay e lesbica. Chi sbaglia deve stare lì e deve impegnarsi in campagne contro l’omofobia, è l’unico modo.”

Fonte: Articolotre.com, D’gay project

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