Gay a Istanbul: «Abbiamo le palle per dirlo ad alta voce»

Home » News » Gay a Istanbul: «Abbiamo le palle per dirlo ad alta voce»

Di Massimo Mele il 20 Novembre 2010. Nessun commento

Sakir Yilmaz, 40 anni, proprietario del Frappé Istanbul (Foto: ©Cédric Audinot)

Insieme al suo compagno, Sakir Yilmaz è il proprietario di quello che definisce il primo bar e ristorante apertamente gay di Istanbul, nella zona di Beyoğlu, rinomata per la sua vita notturna. Il rapporto 2009 dell’Unione Europea, stilato in vista del possibile ingresso della Turchia nell’Unione, mostra che l’omofobia e gli omicidi di transessuali e travestiti sono in questo Paese in preoccupante ascesa. Nonostante questo, Istanbul va sempre di più coltivando una cultura apertamente gay. 5.000 persone hanno partecipato alla gay parade del 2010, e in giugno si è tenuta la prima parata transessuale. Abbiamo incontrato i ragazzi del Frappé Istanbul il giorno dopo il primo anniversario del locale.

cafebabel.com: Qual è stata la reazione all’apertura del Frappé Istanbul, nell’ottobre 2009?

Sakir Yilmaz: Siamo stati i primi in Turchia ad avere cubisti fuori dal locale, e la polizia non ha detto niente. Il punto è che ballavano e basta: non c’era sesso in vetrina, ma solo un po’ di divertimento. La città è ancora piuttosto conservatrice. La comunità omosessuale gestisce e possiede dei locali gay e vive una “vita gay”, ma senza ostentare in pubblico il proprio orientamento sessuale. Ci si preoccupa di quello che penserebbe la famiglia e c’è ancora molta pressione a livello pubblico. Pochi mesi fa ha aperto un altro gay club, il 34.5, nella parte nord della città, ma è durato solo due settimane.

cafebabel.com: Perché il 34.5 ha dovuto chiudere?

Sakir Yilmaz: Non c’erano abbastanza clienti. Il proprietario è un famoso imprenditore, ma solo la comunità gay sa della sua doppia vita. Ha aperto il locale con il nome del suo fidanzato ma tutti nel giro sanno che è suo. Non posso rivelare il nome. Il locale, inoltre, era troppo fuori mano. Alla gente piace uscire da un club ed entrare in un altro. Il nostro quartiere, Taksim, è una zona molto rilassata, il cuore della vita notturna di Istanbul. I locali gay in Turchia chiudono piuttosto in fretta per via dello scarso giro d’affari e della poca pubblicità. Il club Privé è aperto da quasi 20 anni, e il secondo più importante, il No Name, è gestito dagli stessi proprietari.

cafebabel.com: Pubblicizzate il fatto di essere il primo bar apertamente gay di Istanbul?

Sakir Yilmaz: Siamo stati i primi a dichiarare pubblicamente che si tratta di un locale gay, con tanto di bandiera arcobaleno all’esterno. Istanbul ospita quasi 30 bar e discoteche che non hanno le palle per dire che simpatizzano con i gay. «Tutti sono i benvenuti», ma in questo modo emarginano la comunità gay, che si suppone sia ‘al corrente’ di che tipo di locale si tratta, ma senza nessuna comunicazione ufficiale.

cafebabel.com: Perché voi, invece, avete avuto le palle?

Sakir fotografato nel suo bar-ristorante

Sakir Yilmaz: Qualcuno doveva pur fare il primo passo. Ho vissuto a Londra, dove i gay possono condurre una vita normale, se vogliono. Noi possiamo essere persone oneste e perbene, non dobbiamo per forza truccarci o rasarci i capelli cortissimi. Vestirsi in maniera eccentrica peggiora la situazione, perché la gente può pensare che vivi allo sbando. I locali gay di solito vengono aperti sottoterra, in scantinati, con forti controlli di sicurezza – e questo è un problema in Turchia. I nostri connazionali che ci vedono entrare e uscire da quei locali pensano che i gay siano persone ‘sporche’. Noi non ci nascondiamo da niente e nessuno. Ho avuto un compagno per 4 anni, e mi considero un essere umano. Noi vendiamo il fatto di essere il primo bar apertamente gay del paese. La reazione dei media è stata negativa: ci hanno chiamati bugiardi perché ci sono così tanti locali gay a Istanbul, eppure nessuno ha mai avuto il coraggio di ammetterlo. Il nostro intento è di educare il pubblico e i nostri amici così che non si trovino a dover abbracciare uno stile di vita sregolato e al limite dello sbando.

cafebabel.com: Quindi per l’opinione pubblica esiste ancora l’equazione omosessuale uguale sporco?

Sakir Yilmaz: La tv mostra continuamente omosessuali e trans ammazzati in Turchia. La gente normale non conosce nessun gay, o perlomeno non sa alcunché riguardo gli orientamenti sessuali dei propri conoscenti. L’Islam condanna il sesso con le donne al di fuori del matrimonio. La verginità della futura sposa è di cruciale importanza, e io non comprendo coloro che vanno a prostitute e poi vogliono sposare una vergine, ma è parte della nostra cultura. Chi non ha soldi per pagare le prostitute di solito rimedia con un ragazzo passivo che si presti a fare sesso – anche questa è una pratica frequente. Un paio di settimane fa un articolo su un quotidiano turco ha raccontato di tre uomini che hanno stuprato un Golden Retriever. Non abbiamo delle vere e proprie leggi per la protezione degli animali, quindi non saranno puniti. Il nostro paese ha bisogno di più educazione.

Fuori dal locale di Sakir sventola una bandiera arcobaleno | Ci sono più di 30 bar gay a Istanbul, ma in pochi hanno il coraggio di dichiararlo apertamente

cafebabel.com: E’ possibile essere gay e credente allo stesso tempo?

Sakir Yilmaz: No. Tutte le religioni maggiori condannano la cultura omosessuale. Nell’Islam puoi peccare e poi, se sai di stare facendo qualcosa di sbagliato, puoi chiedere perdono ad Allah. Ho molti amici gay che non bevono né fanno sesso durante il Ramadan, prima di tornare al loro normale stile di vita. Una volta andavo in moschea, ma nel momento in cui metti in discussione la tua vita sessuale devi mettere in discussione anche la religione.

cafebabel.com: Dal punto di vista legale, qual è la situazione degli omosessuali in Turchia?

Sakir Yilmaz: L’omosessualità non è illegale, ma la polizia può usare l’arma del buon costume. Baciarsi fa parte della cultura dell’accoglienza, ma se si eccede, in certi quartieri, ti fermano; tali comportamenti sono contrari alla pubblica moralità. La pena normalmente si concretizza in una multa.

cafebabel.com: C’è speranza che la mentalità cambi nel prossimo futuro?

Sakir Yilmaz: I media stanno cercando di educare il pubblico turco sul tema dell’omosessualità, ma si soffermano molto sui fenomeni di omofobia. Forse è vero che vent’anni fa si registravano meno episodi del genere, ma una cultura gay più aperta coincide inevitabilmente con una crescita dell’omofobia. (Saluta una signora che passa) – Lei è un’attivista transgender! Ci guardi, noi diamo il benvenuto non solo a gay, trans e bisessuali, ma a chiunque voglia fare una chiacchierata intorno a un caffè.

Frappé Istanbul, İstıklal Cad. Zambak Sok. No.10/A, Beyoğlu, İstanbul

Intervista a cura di cafebabel.com 19 Novembre 2010

Pubblica un commento