Un anno di reclusione alla prof che punì bullo omofobo

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Di Massimo Mele il 17 Febbraio 2011. 13Commenti

La Corte d’Appello di Palermo condanna ad un anno di reclusione, pena sospesa, una docente che aveva fatto scrivere ad un alunno omofobo “sono deficiente”. Il pm aveva chiesto 14 giorni di reclusione ma la Corte, con una sentenza platealmente omofoba, ha scelto la strada della condanna esemplare. Chiaro il messaggio: discriminare gay e lesbiche è giusto, punire chi lo fa no!

PALERMO. Condannata ad un anno per aver punito un alunno omofobo, facendogli scrivere cento volte sul quaderno: «sono un deficiente». La punizione è costata una condanna ad un anno di carcere a Giuseppa Valido, 59 anni, ormai insegnante in pensione a Palermo. L’imputata però non andrà in cella per via della sospensione della pena e per il condono. Con il rito abbreviato il 27 giugno 2007, come ricostruiscono stamane alcuni quotidiani, il gup aveva assolto l’imputata. Ma il pm insieme alla parte civile aveva presentato ricorso. Nel giudizio di secondo grado il pg aveva chiesto una condanna a 14 giorni di reclusione. Ma la terza sezione della corte di appello, presieduta da Gaetano La Barbera, è andata ben oltre le richieste dell’accusa, condannando l’insegnante a un anno.

Per il legale dell’insegnante, Sergio Visconti: «non è stata fatta giustizia. La mia cliente è profondamente offesa ed amareggiata. Si sente tradita dalle istituzioni». Di parere contrario il padre dell’alunno: «Ha avuto quello che si meritava. Doveva pagare il conto. Dopo quella punizione sono stato costretto a portare mio figlio dalla psicologo». L’insegnante aveva inflitto la punizione al ragazzino perchè, insieme a due coetanei, aveva impedito a un compagno di classe di entrare nel gabinetto dei maschi dicendogli «non ti facciamo passare perchè tu sei una femminuccia, un gay». Il piccolo era scoppiato in lacrime e la professoressa aveva deciso di punire il responsabile. Uno degli autori della bravata aveva chiesto scusa, ma non il presunto bullo. Era così scattata la punizione e l’insegnante aveva imposto all’alunno di darsi del deficiente. «Una lezione di vita» per la professoressa. Un «abuso dei mezzi di correzione» per i giudici.

«Mia moglie è amareggiata, ha lasciato la città dopo la sentenza. Per un po’ rimarrà fuori Palermo». Lo afferma Salvatore Ienna, il marito di Giuseppa Valido, l’insegnante condannata dalla corte di appello di Palermo ad un anno di carcere, pena sospesa, per avere costretto un suo alunno a scrivere per punizione sul quaderno cento volte «sono un deficiente». Il marito della docente, ha detto che la moglie «non vuole commentare in alcun modo la sentenza».

Per lei la commentiamo noi: giudici di Palermo VERGOGNA!!!!!

13 Responses to Un anno di reclusione alla prof che punì bullo omofobo

  1. Giulia   17 Febbraio 2011 a 16:25

    L’insegnante, a mio parere, ha sbagliato quanto il bambino che ha punito, con l’aggravante di essere una donna maggiorenne che avrebbe dovuto educare non certo punire offendendo un bambino. Non mi pare si sia affermato che l’offesa «non ti facciamo passare perché tu sei una femminuccia, un gay» sia stata giudicata giusta; ad essere stato condannato è il modo in cui la maestra ha agito, ripeto offendendo il bambino visto che “deficiente” è un’offesa. Poteva certamente spiegare al bambino la gravità del suo comportamento, educarlo ad essere rispettoso e capire; ma ha scelto un “metodo” sbagliato.

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  2. bettytrans   17 Febbraio 2011 a 18:15

    no che non era un’offesa…in quanto deficieva in neuroni….. deficiere come ignorare se sono dati di fatto non possono essere considerati offese….

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    • serena   4 Giugno 2011 a 07:39

      come al solito commenti e come al solito ti credi di essere molto intelligente.
      cara betti , ma ande’ a lavura’, sempre a fare commenti su tutto il web….

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  3. Giulia   17 Febbraio 2011 a 19:02

    E dunque dare del gay non è un’offesa, secondo l’etimologia del termine, eppure qualche condanna c’è stata per l’uso di tale termine… Sbaglio?

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  4. admin   17 Febbraio 2011 a 21:43

    Dare del gay può essere un’offesa dipende se lo si usa per indicare l’orientamento sessuale o semplicemente una caratteristica negativa a prescindere dall’orientamento.
    Riguardo la sentenza: credo che il problema, in questo caso, è stata l’entità della condanna. Il pm chiedeva una decina di giorni e la corte ha deciso per un intero anno. Questo è il fatto gravissimo. La docente ha sbagliato solo una cosa: la frase che ha fatto scrivere al bambino era sbagliata. Se gli avesse fatto scrivere cento volte “Non devo più dire cattiverie ai miei compagni” allora, secondo me, non ci sarebbe stato nemmeno il reato. La punizione della riscrittura di una stessa frase non può essere certo condannata, per questo abbiamo messo l’immagine di Bart che quella punizione la riceve tutti giorni (anche se in un cartone animato). Il contenuto di quanto scritto si. La gravità di un’azione è data dalla sua intenzionalità. Di sicuro l’intenzione della docente era positiva e intesa ad evitare altri episodi di bullismo omofobico. La modalità è stata sbagliata perchè lo Stato non fornisce gli strumenti per affrontare questo tipo di problemi. Ma la condanna ad un anno di reclusione è semplicemente SCANDALOSO!

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  5. bettytrans   17 Febbraio 2011 a 23:33

    giulia….mi sono spiegata male forse….intendevo che se uno deficie…non deve poi offendersi se gli si da del deficiente…..

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  6. Giulia   18 Febbraio 2011 a 09:11

    Betty, non ho frainteso e non ti sei espressa male. Concordo invece, in gran parte, con il posto di admin che aiuta anche ad evidenziare quale linea sia stata scelta per l’articolo. Gridare allo scandalo oggi, in Italia, equivale a contare le pecore in un ovile: routine!! Ma è quello che è stato fatto nell’articolo che ha come titolo: Corte d’Appello palermitana a favore dell’omofobia. I giudici non hanno espresso alcun giudizio sull’offesa al ragazzino. Se la finalità era porre l’accento sull’anno di pena reputato eccessivo, perché strumentalizzare la notizia come avete fatto portandola ad essere una sentenza contro i gay?

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    • admin   18 Febbraio 2011 a 10:26

      Si, ammetto che il titolo può sembrare un pò forzato, ma non lo è. I giudici, nell’emettere una sentenza, valutano l’intenzionalità dell’atto che sono chiamati a giudicare. Devono cioè entrare nel merito dell’accaduto e, in conseguenza di tale valutazione, decidere l’entità della pena. Condannare la docente ad un anno di reclusione a fronte di una richiesta di 14 (sono 351 giorni in più!), significa giudicare sbagliato tutto l’operato della docente. Sembra quasi voler dire che i docenti non devono in alcun modo intervenire in queste situazioni. Cioè hanno tenuto conto solamente del danno al piccolo bullo e non al ragazzo preso di mira, quello difeso dalla docente. Va bene la condanna ma, dato che il problema non è l’intervento ma le modalità sbagliate, credo che 14 giorni, con pena sospesa, sarebbero stati più che sufficienti. La loro decisione censura l’intervento in sè e sembra voler scoraggiare qualsiasi tipo di intervento da parte dei docenti. Questa perlomeno la lettura che noi ne abbiamo dato

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  7. admin   18 Febbraio 2011 a 11:28

    Dopo una riunione di redazione abbiamo pensato di modificare il titolo dell’articolo poichè facilmente fraintendibile. Rimane il giudizio fortemente negativo sulla corte d’appello palermitana che, a nostro avviso, implicitamente promuove l’omofobia e ne inibisce la lotta.
    La redazione

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  8. Giulia   18 Febbraio 2011 a 11:40

    A mio modestissimo parere con questo cambio l’articolo ci guadagna in chiarezza

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  9. Davide   18 Febbraio 2011 a 17:13

    ragazzi ma stiamo scherzando o cosa, dire ad un ragazzo deficiente dato che aveva offeso un gay non penso sia cosi brutto, il gay si è preso probabilmente un frocio gratutito, e questo non lo dice nessuno? che una maestra difende l’alunno dicendo che è deficente cacchio ce ne fossino piu di ste maestre, SIAMO IN UNO STATO DI MERDA

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  10. bettytrans   19 Febbraio 2011 a 00:54

    davide….su quello purtroppo non c’è alcun dubbio…è in atto da un bel pò l’azione di gruppi di pressione fondamentalisti cristiani non solo cattolici,ma soprattutto evangelici e pentacostali per cambiare il clima secondo loro troppo tollerante nei confronti di tutte le persone lgbt….

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  11. Walter   7 Marzo 2011 a 18:12

    E’ davvero triste l’affermazione del padre del ragazzo, secondo me. Non ha minimamente preso in considerazione ciò che aveva compiuto il figlio. E se quel ragazzino preso in giro avesse avuto bisogno dello psicologo a seguito dell’episodio? Mi chiedo: ma i genitori di quel ragazzino dove sono? Una denuncia non potevano farla? Così si vedeva se quell’idiota avrebbe avuto il coraggio di fare denuncia contro la maestra… E’ proprio grave la lezione impartita, con la sentenza e con l’atteggiamento del padre, al ragazzo-bullo.

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