Bottidda: registro delle Unioni Civili approvato all’unanimità

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Di Massimo Mele il 25 Luglio 2012. Nessun commento

Il piccolo comune del sassarese ha approvato, all’unanimità, l’istituzione del registro delle Unioni Civili

Lo scorso Giugno, Bottidda, comune sassarese di 760 abitanti, ha approvato, con una votazione che ha visto unanimi maggioranza e opposizione, l’istituzione di un registro per le unioni civili etero ed omosessuali. Con la votazione dello scorso mese, Bottidda diventa il quinto comune della provincia di Sassari a riconoscere pari dignità alle coppie di fatto anche omosessuali.
“PREMESSO che la comunità cittadina” si legge nel documento “al pari di quella italiana, è caratterizzata dal crescere di forme di legami affettivi che non si concretano nell’istituto del matrimonio e che si denotano per una convivenza stabile e duratura” e che “Che il fenomeno delle unioni civili o unioni di fatto trova un sicuro fondamento costituzionale negli articoli 2 e 3 della Costituzione” e “Che l’unione civile tra soggetti di sesso diverso o dello stesso sesso non si pone in contrasto con la famiglia così come riconosciuta e garantita dalla Costituzione all’art. 29″. La delibera cita anche una vecchia sentenza della Corte Costituzionale “CONSIDERATO che già da tempo la Corte Costituzionale ha affermato che “un consolidato rapporto, ancorché di fatto, non appare, anche a sommaria indagine, costituzionalmente irrilevante quando si abbia riguardo al rilievo offerto al riconoscimento delle formazioni sociali e alle conseguenti intrinseche manifestazioni solidaristiche”. Preso atto di tutte le premesse, il Consiglio Comunale, con votazione unanime, delibera “di istituire un Registro delle unioni civili presso un apposito ufficio comunale”.
Per il sindaco Gavino Garau è una questione di civiltà importantissima: «Il Parlamento europeo ha più volte invitato i parlamenti degli stati membri a legiferare in questo senso».
“Speriamo che presto la maggior parte dei comuni sardi” è il commento di Massimo Mele, presidente del MOS, “si doti di questo strumento e spinga la Regione prima e il Parlamento italiano poi a riconoscere tutti i tipi di unione e di convivenza a partire da quelle omosessuali”.

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