Berlusconi “Con me al governo mai unioni omosessuali”, solo prostitute e mafiosi!

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Di Massimo Mele il 26 Febbraio 2011. Nessun commento

Ormai squalificato come uomo e come politico, Berlusconi si copre di ridicolo raschiando il fondo del barile dei voti cattolici. Esiste ancora qualcuno in Italia disposto a fidarsi di lui?
“Finché noi governeremo questo Paese le unioni omosessuali non verranno mai equiparate alla famiglia tradizionale”. Parla con cognizione di causa Berlusconi, lui che di famiglie ne ha avute diverse, al congresso dei Cristiani riformisti (… e chi sono?). Potrebbero sembrare parola gravi e pesanti se non fossero pronunciate da un pluridivorziato che si sollazza con minorenni e prostitute d’alto bordo. Ma sicuramente ha ragione: la famiglia come la intende lui non è la stessa richiesta dalle tante coppie gay, lesbiche ed eterosessuali che da anni attendono di vedere riconosciute le loro unioni.
“Con noi all’esecutivo – continua il premier – non saranno mai possibili nemmeno le adozioni per i single e per le coppie gay”. Meglio lasciare marcire i bambini in orfanotrofi retti da preti che, con Berlusconi, condividono la passione per i minori.
Siamo ormai al paradosso. Un vecchio porco dedito alla corruzione di minorenni si erge a difensore della morale cattolica. Quale, ci chiediamo. Quella della centralità della famiglia eterosessuale sugellata dal matrimonio fino alla morte di cui farfugliano le alte sfere vaticane o quella che lo stesso Berlusconi ci presenta come stile di vita: divorzi, tradimenti, squillo, minorenni, mafiosi, spacciatori?
Noi che abbiamo sempre difeso il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo e nelle scelte di vita per chiunque, oggi veniamo tacciati di moralisti perchè critichiamo il legislatore, conservatore e bigotto, che vieta a noi quello che concede largamente a se stesso e alla sua corte? Può un politico inneggiare alla famiglia a parole e distruggerla nei fatti?
Ci viene continuamente ripetuto che i comportamenti privati del premieri devono rimanere privati. Ma scherziamo? Tra gli stessi cattolici, sbigottiti dall’incomprensibile sostegno alle porcate di Berlusconi da parte del Vaticano, si è aperto un serrato confronto sulla coerenza: ci si può definire realmente cattolici quando nel privato si disattendono tutti quei valori e quei principi che sono il fondamento stesso della religione cattolica? Che cos’è l’etica se non il rispetto della morale, l’insieme di valori, norme e costumi di un individuo, a partire dai comportamenti privati? Può davvero essere giustificato, o considerato eticamente accettabile, sostenere la centralità della famiglia, la sessualità solo a fini riproduttivi, il rispetto per i minori fin dal concepimento e poi tradire platealmente la propria moglie, rivendicare una sessualità morbosa e corrotta e abusare di minorenni utilizzando la propria posizione di comando o il denaro?
In Italia sembra di si e i primi a sostenerlo sono proprio gli esponenti di quella chiesa cattolica da anni al centro di scandali sessuali ed economici e i politici conservatori. Gli stessi che per anni hanno istigato la popolazione all’odio e alla violenza contro gli omosessuali, contro le donne che abortiscono, contro chi, liberamente, sceglie di vivere la propria vita in maniera non conforme alla dottrina cattolica, ma lo fa alla luce del sole. E mentre si scagliavano contro le legittime richieste di diritti da parte di vere famiglie gay e lesbiche, fondate sull’amore e sul rispetto reciproco, segretamente stupravano bambini, corrompevano minorenni instradandole sulla via della prostituzione, organizzavano festini e orgie con escort, alcol e cocaina.
Definire tutto questo ipocrisia sarebbe fare loro un complimento. Siamo in piena decadenza morale, sociale e politica. Per anni i fondamentalisti cattolici hanno utilizzato “Sodoma e Gomorra” contro le persone omosessuali senza mai rendersi conto che quella parte della bibbia condannava loro alla dannazione eterna piuttosto che i gay e le lesbiche che hanno sempre vissuto nel totale rispetto della loro morale: quella di una sessualità libera e consapevole nel rispetto di sè e degli altri.

Massimo Mele

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