Bellomonte: nessun riscontro alle fantasie della digos. LIBERATELO!

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Di Massimo Mele il 8 Marzo 2011. 6Commenti

Bruno Bellomonte

Dopo 21 mesi di carcere, lontano dalla famiglia e dalla Sardegna, si scopre che tutte le accuse, contro il militante di A Manca pro s’Indipendentzia, si basano solo sulla fantasia della Digos e sulla loro ricostruzione di un’intercettazione ambientale, quella dell’incontro al ristorante romano fra Bellomonte e Fallico, totalmente incomprensibile. La Digos mette insieme parole e frasi quasi a farle combaciare con la propria teoria, infatti non si preoccupano minimamente di trovare riscontri alle loro supposizioni. “Modellino”, “49hertz” e “telecomando”, messe insieme, diventano la minaccia di un attentato al G8 de La Maddalena con un modellino di aereo radiocomandato. Modellino che avrebbe dovuto sganciare un ordigno esplosivo, mentre un ambulante marocchino avrebbe dovuto guidare un commando d’assalto. Talmente incredibile, anche per i poliziotti, che nessuno si è sognato di cercare il modellino, l’ambulante marocchino o qualche straccio di riscontro a queste fantasie da schizofrenici. Eppure, senza prove, senza accuse reali, senza neanche la trascrizione completa dell’unico elemento dell’indagine, che è l’intercettazione ambientale, Bellomonte resta in carcere. Ora basta! Liberatelo, restituitelo alla sua famiglia e mettete in carcere i poliziotti che hanno mentito e i magistrati che li hanno sostenuti: sono loro i veri terroristi.

Di seguito l’articolo della Nuova Sardegna di oggi

Il perito decifra il dialogo Bellomonte-Fallico

Ancora molti vuoti nella trascrizione definitiva dell’intercettazione

ROMA. Ora si scopre che agli atti del processo alle Bierre-Ncc non c’è un solo riscontro all’intercettazione ambientale realizzata al ristorante romano La Suburra, dove il presunto capo del partito armato Luigi Fallico parla con il sassarese Bruno Bellomonte di un’azione da compiere («qualcosa di grosso») al G8 in programma alla Maddalena l’8 e 9 maggio 2009. Rispondendo alle domande degli avvocati Gianfranco Sollai e Vincenzo Arrigo il funzionario Digos Benedetto Provenza ha fatto riferimento a un documento di A Manca Pro S’indipendetzia intitolato ‘Sa Mesa sarda, a fora su G8’ dove si ipotizzava un controvertice da organizzare in Gallura.
Ma quel documento è pubblico, è stato diffuso in un convegno a Oristano e nel testo non c’è traccia di progetti eversivi: semplice attività politica. C’è dell’altro: è stato il giudice a latere della Corte d’Assise Luciano Pugliese – un fatto processualmente significativo – a chiedere al testimone se il contenuto delle frasi frammentarie registrate al ristorante sia stato consolidato con indagini di riscontro. La risposta è arrivata chiarissima: nessuna indagine. Quindi la sola prova a carico di Bellomonte è il contenuto di quel dialogo registrato.
Ma cosa contiene quest’ormai citatissima intercettazione ambientale che è costata finora ventuno mesi di carcere all’ex ferroviere sassarese, accusato di associazione eversiva insieme ad altre quattro persone?
Il perito Irma Manzo, che alla scorsa udienza aveva manifestato grosse difficoltà nella decifrazione del dialogo, ha depositato la trascrizione definitiva richiesta dai giudici. Per il pm Luca Tescaroli «non ci sono differenze significative con la trascrizione elaborata dalla Digos» mentre la difesa sostiene l’esatto contrario. Di certo il testo consegnato dalla Manzo contiene per 418 volte la parola «incomprensibile» e numerosi spazi vuoti. Le frasi riportate, quelle in cui i due commensali non parlano di lumache, abbacchio e altre pietanze romane confrontandole con quelle sarde, sono in grandissima parte monche, molte non hanno senso compiuto. In base al lavoro di analisi e di estrapolazione compiuto dalla Procura qualcosa però sembrerebbe risultare: mettendo insieme vocaboli e qualche frase chiara emerge per deduzione un progetto, quello di utilizzare un modellino di aereo telecomandato per far piovere dal cielo, sulla sede del G8, un ordigno esplosivo.
Bellomonte sembra ascoltare quanto Fallico ipotizza e gli esperti della Digos ricavano le certezze investigative dalle parole «modellino», «49 hertz» – la frequenza radio per guidare via etere il piccolo velivolo – e «telecomando». Poi ancora da alcuni riferimenti di Bellomonte a un ambulante marocchino che vivrebbe alla Maddalena, uno che conosce bene il mare dell’arcipelago: «Lo potrei attivare» si sente nel dialogo. E il ruolo di quest’uomo sarebbe di condurre un ipotetico commando all’assalto, forse via mare ma comunque con il modellino di aereo, della zona rossa predisposta per il G8. La Procura considera queste frasi e il dialogo Fallico-Bellomonte sull’organizzazione della sicurezza al G8 elementi d’accusa sufficienti per tenere in carcere entrambi.
L’associazione eversiva è un reato di pericolo, quindi l’accusa valuta la potenzialità e l’effettiva volontà di compiere un attentato. Qui però – è emerso all’udienza di ieri – la Digos non è riuscita a verificare un solo sviluppo del presunto progetto: alla domanda del giudice Pugliese il funzionario Provenza ha risposto che il marocchino non è stato neppure cercato, così come nessuno si è preoccupato di stabilire se Fallico o Bellomonte avessero compiuto qualche passaggio nei negozi per acquisire il velivolo da telecomandare.
Il solo aggancio fra un discorso fatto al tavolo di un ristorante e la presunta attività eversiva di Bellomonte resta quel volantino – che non era fino a ieri agli atti del dibattimento – per la Digos un «documento programmatico» in cui i vertici di A Manca discutevano di un controvertice, alternativo e antagonista al G8. Comunque un’azione pacifica, senza tracce di ipotesi violente. Sufficiente per la Digos ad avvalorare i progetti di Bellomonte perchè comunque vi si parla di azioni contro l’imperialismo, di una mobilitazione in vista del G8 e si accenna all’intifada palestinese. Quel documento venne trovato a casa di Bellomonte, che peraltro è un militante di A Manca e proprio nel partito comunista-indipendentista ha svolto l’attività politica prima di finire in carcere.
Si va avanti il 29 marzo.

6 Responses to Bellomonte: nessun riscontro alle fantasie della digos. LIBERATELO!

  1. lisandra ruggiu   8 Marzo 2011 a 17:12

    ciò che già era chiaro, ora diventa palese e scontato, grazie per la solidarietà, grazie per la vicinanza. lisandra

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  3. Emanuele   9 Marzo 2011 a 09:16

    Una storia incredibile! Ma com’è possibile che lo tengano ancora dentro? Non ci sono termini per la custodia cautelare?

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    • lisandra ruggiu   9 Marzo 2011 a 09:21

      dovrebbero esserci, ma in materia dell’accusa rivoltagli diventa tutto molto nebuloso. con l’inizio del processo poi, tentano di tenerli dentro il più possibile. ma speriamo che decada presto almeno la carcerazione, visto che ormai anche i loro periti dicono che la metà del dialogo è incomprensibile, e che come noi sapevamo, non si dice assolutamente niente.

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      • Emanuele   9 Marzo 2011 a 09:55

        Si, proprio niente. Leggevo anche nel forum sul modellismo i commenti sull’eventuale uso di una aeroplano telecomandato per il trasporto di un’ordigno e da quello che ho capito non era una cosa fattibile. Ovvero lo accusano di aver voluto fare qualcosa che non si poteva fare e che poi comunque non ha fatto dato che il G8 è stato spostato. Una cosa senza senso

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